mercoledì 14 febbraio 2018
LETTERA APERTA
CAS: “CittadinanzAttiva” Sicilia scrive all’assessore Falcone
di Redazione
On.
assessore Falcone, come “CittadinanzAttiva” Sicilia non condividiamo
assolutamente la sua proposta di mantenere il bubbone CAS “un’anomalia nel panorama nazionale della gestione autostradale”, in
quanto ente pubblico non economico. Nico Torrisi, assessore alle Infrastrutture
per sei mesi, sul CAS aveva voluto vederci chiaro avviando ispezioni che
avevano portato a una relazione firmata dal dirigente generale Giovanni Arnone.
Il quadro emerso, riportato per ampi stralci da Repubblica, era desolante. Si
parlava di tanti disservizi, dagli “avvisi
di cantieri, i cui lavori risultano ormai completati, con i relativi cartelli
dimenticati nella corsia di emergenza” alla segnaletica inadeguata e agli “aeratori nelle gallerie disattivati”. E
ancora, gallerie buie e maleodoranti, asfalto deformato, mancanza di asfalto
drenante (con conseguente deficit di sicurezza). E poi, ritardi nell’approvazione
dei bilanci che bloccano la spesa e, in particolare, l’utilizzo degli avanzi di
amministrazione (“somme che potevano
essere utilmente impegnate nella realizzazione di opere manutentive di una
certa importanza”), ma non per gli stipendi, importanti, di dipendenti e
dirigenti.
Ci
auguriamo che il presidente Musumeci, che dell’onestà e della pulizia ha fatto
il suo cavallo di battaglia nelle recenti elezioni, intervenga prontamente per
stopparla. Né ha senso la costituzione di una società CAS-ANAS. Infatti, nella
lettera d’intenti sottoscritta da ANAS e Regione, si specifica in maniera
chiara che “successivamente alla
costituzione della società le azioni della stessa devono essere liberamente
trasferibili a terzi nel rispetto delle procedure previste per legge per la
dismissione di azioni da parte di amministrazioni pubbliche o società
partecipate”. Insomma, la società nascerà “pubblica”, ma già dal giorno
dopo potrà aprire ai privati, che, quindi, potranno entrare nella gestione
delle autostrade siciliane. Ma le novità potrebbero arrivare prima ancora dei
privati. E, in termini di nuove spese per i siciliani, ANAS, insieme al
Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, infatti, si legge sempre nella
lettera di intenti, verificherà la “pedaggiabilità
dei propri asset e dei relativi inestimenti”.
Tradotto:
ANAS e Ministero verificheranno la possibilità di introdurre pedaggi su
autostrade che al momento ne sono sprovviste e che, attualmente, appartengono,
appunto, ad ANAS. Si tratta dell’A19 Palermo-Catania, l’A29 Palermo-Mazara del
Vallo, l’A29 dir Alcamo-Trapani, la Ss Catania-Siracusa, la Tangenziale di
Catania. Premesso che il lavoro dei casellanti è improduttivo e altamente
alienante, tuttavia prima di avanzare ulteriori proposte è necessario garantire
il loro posto di lavoro. Una soluzione potrebbe essere fornita da un loro utilizzo
nel settore turistico-culturale, secondo le indicazioni fornite a esempio, dal
Forum ‘I saperi del territorio’, per incentivare il dibattito sulle possibili
soluzioni per far crescere la produttività economica della cultura in Sicilia.
Nel documento di “CittadinanzAttiva”, approvato all’unanimità in occasione dell’ultimo
congresso regionale, si affermava che la Regione Siciliana creando il CAS ha
tradito sia lo spirito che la lettera dello Statuto Speciale, e ha posto a
carico dei contribuenti siciliani l’enorme onere finanziario per realizzare e
gestire direttamente grandi opere pubbliche, quali sono senz’altro le autostrade,
e questo nonostante lo Statuto le ponesse a carico dello Stato (art. 14, lett. g) lavori pubblici, eccettuate le grandi
opere pubbliche di interesse nazionale).
Inspiegabile
appare, pertanto, alla luce del dettato statutario, l’atteggiamento assunto, a
suo tempo, dal Governo Lombardo che, motivandolo con una presunta difesa degli
interessi siciliani (di quali interessi? di quali siciliani?), si è opposto al
Decreto Interministeriale del 5.7.2010 che dichiarava il Consorzio per le
Autostrade Siciliane(CAS) decaduto dalla concessione di costruzione e esercizio
delle autostrade siciliane conferitagli con convenzione unica del 27 novembre
2000 approvata con D.I. 28.5.2001 n. 702. Se si vuole passare dalle vuote
enunciazioni di principio ai fatti, se si vuole difendere concretamente i veri
interessi della Sicilia appare necessario consegnare tale “bubbone” all’ANAS,
chiedendo contestualmente la restituzione delle somme spese, almeno quelle
provenienti dal bilancio regionale e, inoltre, così come avviene per le altre
autostrade gestite dall’ANAS nell’Italia meridionale (Autostrada 1, nella
tratta Salerno-Reggio Calabria e per la Catania-Palermo. etc.), l’esenzione del
pedaggio.
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