domenica 11 febbraio 2018
MALTA
Il ministero della Provincia Cappuccina Maltese coi migranti
di Fra Mario Attard
Anche
se in un modo assai ridotto, a causa dei naturalissimi limiti del Paese, Malta,
come l’Italia, stanno risolvendo il problema dell’immigrazione clandestina
dalla Libia verso l’Europa. Entrambi i Paesi, con la Grecia, sono lasciati soli
a causa della freddezza degli altri Paesi europei che dovevano dare una mano
nella situazione. Come ha ben sottolineato Papa Francesco a Lampedusa nell’omelia
nella messa celebrata sul campo sportivo “Arena”, in località Salina, il lunedì
8 Luglio 2013: “Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro,
non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!”.
Ebbene,
la Provincia cappuccina maltese ha preso sul serio questo forte appello del
Papa rivolto per aiutare i nostri fratelli e sorelle migranti e, pienamente
influenzato dalle parole di Gesù: “ogni
volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più
piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25:40) e si è messa a lavorare duro e
seriamente per il loro bene. Ultimamente, avevo la grazia d’incontrare Fra
Philip Cutajar OFM Cap, mio confratello cappuccino che è il responsabile di
questo ministero evangelico e francescano. Quando gli domandai se i migranti
rifugiati sono parte del carisma francescano cappuccino, Fra Philip mi ha
risposto così: “La nostra identità come
francescani minori cappuccini è quella di
essere missionari. Questo si trova nelle radici del nostro carisma. San Francesco d’Assisi, il
fondatore del nostro istituto di vita consacrata, era quello che, per la prima volta nella storia, proprio
nella sua Regola, dedicò un intero capitolo che parla esattamente dell’attività missionaria che i suoi fratelli dovevano
svolgere. Il carisma missionario ha accompagnato l’ordine francescano nel corso
della sua storia. Lo stesso discorso vale anche quando diamo un’occhiata alla storia di più di quattro secoli della
presenza cappuccina a Malta. In questa grande storia, troviamo sempre la
presenza dei missionari cappuccini maltesi che hanno abbracciato, con la loro consueta grandissima dedizione, la loro
chiamata come missionari ‘ad gentes’”.
Poi,
Fra Philip ha spiegato la situazione presente della missione dei cappuccini
maltesi in Kenya. “Oggi la storia dell’attività
missionaria si sta cambiando in continuazione. Basta parlare sulla presenza dell’ordine francescano cappuccino
in Kenya, tramite l’aiuto della provincia cappuccina maltese. Al momento, c’è un vescovo maltese, mons. Joseph Alessandro
OFM Cap, il vescovo di Garissa. Con
lui, ci sono altri tre missionari maltesi: Fra Ilarju Abela OFM Cap da Żabbar,
Fra Gorġ Bezzina OFM Cap da San Ġwann e Fra Joseph Galea OFM Cap da Bormla.
Questo significa che, attualmente, ci
sono quattro missionari maltesi là. Ma, in passato, c’era un tempo dove
soltanto in Kenya c’era un minimo di venticinque missionari. Si vede
chiaramente che il numero sta diminuendo
troppo. Dobbiamo anche prendere in considerazione il fatto che il numero delle
vocazioni sta calando tanto”.
Nonostante
questa situazione difficile, Fra Philip è colmo dell’ottimismo evangelico.
Infatti, ci dice: “Ma il Signore sta
aprendo nuove porte. I cappuccini maltesi (insiemi con gli altri religiosi e
sacerdoti diocesani) non vanno più come missionari in Africa, India e Asia.
Invece, persone, specialmente dall’Africa, stanno venendo a Malta come
rifugiati. Ora, vengono loro. Dunque, l’attività missionaria sta cambiando
parecchio. Prima, il missionario cappuccino maltese lasciò Malta e la sua
famiglia per andare in Africa. Ma, oggi, può continuare la sua attività
missionaria e rimane a Malta per lavorare con tanti rifugiati provenienti dall’Africa
e degli altri Paesi dove in passato andavamo noi”.
“Ecco perché – continuava a chiarire Fra
Philip – come francescani cappuccini
maltesi, dall’anno 2001, l’anno
quando a Malta entrò il primo gruppo di rifugiati, immediatamente cominciammo a
offrire il nostro aiuto a questi
migranti. All’inizio, cominciarono a venire al nostro convento a chiederci sia l’assistenza materiale e
quella spirituale. Di fronte a questo nuovo fenomeno che sorge nel nostro Paese,
come cappuccini abbiamo deciso di considerarlo come una nuova sfida che i segni
dei tempi ci stanno mettendo davanti ai nostri occhi. Noi l’abbiamo valutato
come estensione della nostra attività missionaria. Ora, non ci occorre più
viaggiare per l’Africa, esattamente
come hanno fatto in tempi lontani diversi cappuccini maltesi. No! Ora, che
stanno venendo a Malta, spetta a noi
di aver cura di loro nel nostro territorio. Il carisma francescano missionario continua a essere concretizzato
e vissuto anche oggi, in altri modi, senza, indubbiamente, lasciare il modello tradizionale di fare il missionario,
cioè ‘ad gentes’”.
Poi,
a Fra Philip ho domandato anche sul lavoro che la Provincia cappuccina maltese
sta realizzando coi migranti. La sua risposta informativa e formativa è la
seguente: “Possiamo dire che durante questi diciassette anni di attività
pastorale e sociale coi migranti, fatta generosamente dai francescani cappuccini a Malta, si è, piano
piano, sviluppata sino ad avere la forma che ha oggi. Nei primi tempi, era un’attività
fruttuosa anche se non era ben organizzata. I cappuccini, particolarmente quelli di Floriana, grazie
al loro ufficio missionario, cominciarono ad accogliere e aiutare ogni migrante che veniva per l’assistenza,
per quella sociale e, specificamente, per quella finanziaria. Qui, voglio ricordare, con grande affetto, la carissima
memoria di Fra Crispino Tabone OFM Cap che sempre ha dato, con estrema
generosità, il suo aiuto non solo ai migranti cristiani e cattolici, ma anche a quelli musulmani”.
E
ancora: “L’attività svolta dai francescani
cappuccini coi migranti a Malta continua a svilupparsi e prende un’altra forma
più ufficiale e organizzativa anche se i cappuccini hanno esteso parecchio il loro ministero, ma, leggendo e seguendo i segni dei tempi, hanno
preso la decisione di concentrare il loro ministero coi migranti provenienti
dall’Etiopia, che sono cristiani cattolici. Erano loro che hanno chiesto ai cappuccini maltesi il loro aiuto,
specialmente quello spirituale. Circa
un anno e mezzo fa si è istituita la Fondazione non governativa intitolata
PEACE AND GOOD FOUNDATION (FONDAZIONE
PACE E BENE). Per questo motivo, si è disegnato uno statuto, come esige la legge maltese ed è stato approvato come un’organizzazione
non governativa con la sua identità
propria, ossia di aiutare i migranti a Malta”.
“Un altro passo è stato l’istituzione
ufficiale della comunità Eritrea a Malta. Gli eritrei cominciarono a venire regolarmente presso la Cappella della Madonna di
Lourdes che i cappuccini hanno a Floriana. Nella giornata mondiale del migrante
e rifugiato di due anni fa, l’arcivescovo
di Malta, mons. Charles J. Scicluna, dopo una consultazione col ministro provinciale
e la Commissione dei Migranti a Malta,
istituì la parrocchia straordinaria per la comunità Eritrea a Malta con la loro
Cappella della Madonna di Lourdes a Floriana, come sede parrocchiale della stessa comunità. Un progetto specifico coi
migranti che sono con noi, particolarmente coi membri della comunità Eritrea, stiamo mirando a raggiungere, principalmente,
cinque obiettivi: il primo, l’accompagnamento
spirituale e pastorale; il secondo, l’assistenza continua e propria sul livello
materiale e sociale; il terzo, offriamo
ogni aiuto di prevenzione contro l’alcol; il quarto, offriamo un’assistenza preventiva contro ogni tipo di
droga; il quinto, diamo assistenza per far vincere il trauma che spesso li accompagna a causa dell’effetto del viaggio e
anche il cambiamento di cultura”.
In
seguito, Fra Philip ha precisato nei dettagli come questi ultimi tre obiettivi
si materializzano in pratica. “Per
mettere in pratica gli ultimi tre obiettivi della nostra attività, abbiamo
ingaggiato un’impiegata professionale
full time, nell’ambito psicologico, che si è laureata nella prevenzione di alcol e droghe. Questa persona crea contatti
con ogni tipo di migrante che vive a Malta e gli offre un servizio gratis di
consulenza e ogni terapia necessaria con il preciso scopo di essere aiutati a
vivere la loro vita con grande dignità.
In questo modo, questi migranti sono aiutati a non distruggere le loro vite, quelle
delle loro famiglie e connazionali e anche quelle dei nostri cittadini che li stanno accogliendo”.
Alla
mia domanda sulle prospettive che Fra Philip vede per la Provincia cappuccina
maltese in questo campo d’apostolato coi rifugiati, mi ha risposto: “I progetti sono grandi, ambiziosi e diffusi.
Per questo motivo, abbiamo il pieno
sostegno sia della Curia Generalizia dell’Ordine a Roma, che sono contenti del nostro contributo ai
migranti e anche dalle altre diverse Provincie nell’ordine francescano cappuccino. Questo sostegno si è
espresso in diverse contribuzioni finanziarie che abbiamo ricevuto con lo scopo preciso di continuare a diffondere il
progetto della nostra attività con questi fratelli. Per tante volte, siamo
stati elogiati per il nostro impegno coi migranti”.
Successivamente,
Fra Philip ha fatto anche un cenno particolare sull’attività pastorale coi
migranti. “Stiamo offrendo diversi aiuti
pastorali, ciò che si aspetta da una parrocchia straordinaria, come le messe,
specialmente ogni domenica, le celebrazioni dei sacramenti come i battesimi, la
prima comunione, la cresima e i
matrimoni. In alcune volte, in modo particolare nelle feste liturgiche principali, portiamo un sacerdote dall’Eritrea.
Ci sono diversi cappuccini eritrei che stanno svolgendo la loro attività pastorale in Italia”. “Noi li aiutiamo a integrarsi con la cultura
del nostro Paese attraverso diversi
incontri. Provvediamo, gratuitamente, allo studio della lingua maltese e inglese. Se un migrante decide di andare a
vivere in un altro Paese, noi lo aiutiamo a realizzare questo suo progetto. Li aiutiamo anche a cercare un lavoro dignitoso, a
trovare una casa dove possano abitare
e anche per normalizzare la loro posizione legale a Malta”.
Fra
Filippo ha fatto anche un saggio, coraggioso e fecondo appello alla popolazione
maltese. “Questi sono alcuni dei tanti
modi d’aiuto che noi, cappuccini maltesi, stiamo compiendo coi nostri fratelli e sorelle migranti che sono a
Malta. Desideriamo allargare e diffondere di più la nostra attività. Il lavoro con queste persone è
vastissimo. Peccato che non tutti apprezzano e sono pronti a dare una mano in questo ministero così
importante. Un altro tipo di attività che noi insistiamo a fare è quello di
educazione e formazione, anche per il popolo maltese, sui migranti. Lo scopo
preciso di questa campagna educativa e
formativa è quello di sradicare per sempre ogni tipo di razzismo che cresce in mezzo alla nostra
gente”. Il grandissimo lavoro che la Provincia cappuccina maltese sta
facendo in silenzio coi migranti e rifugiati è il massimo compimento del tema
del messaggio di Papa Francesco per la Giornata
mondiale del migrante e del rifugiato di questo anno. Vale a dire
accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati.
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