AVVISO: Questo sito a breve non sarà più raggiungibile, Filo Diretto News con le sue notizie ed i suoi servizi sono disponibili al nuovo indirizzo web: www.filodirettonews.it
Oggi è 
 
 
   
Prima Pagina > Cultura e Società > Riflessioni > Una questione da costruire

 venerdì 26 gennaio 2018

MALTA

Una questione da costruire

di Fra Mario Attard


alt

Ho avuto la grazia di leggere il messaggio di Papa Francesco per la 52a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Il tema di questo messaggio, per questo anno 2018, è: “La verità vi farà liberi” (Gv 8, 32). Ma su quale verità ci stiamo parlando? Certamente, non è quel tipo di verità che crea sensazionalismo. Neanche su quella di “svelare la realtà” per, appunto, renderle pubblica senza essere responsabilmente tutelata. Nel giornalismo serio, l’importante non è il volere di creare audience a tutti i costi e senza scrupoli. Infatti, secondo Papa Francesco, svelare una cosa per poi lasciarla così, senza custodirla in un modo responsabile è, in se stesso, una grave irresponsabilità. Scrive il Pontefice: “La verità non è soltanto il portare alla luce cose oscure, ‘svelare la realtà’, come l’antico termine greco che la designa, aletheia (da a-lethès, ‘non nascosto’), porta a pensare”.

Invece, la verità è intrinsecamente collegata con “la vita intera”. In altre parole, come ben spiega il Santo Padre Argentino, “la verità è ciò su cui ci si può appoggiare per non cadere. In questo senso relazionale, l’unico veramente affidabile e degno di fiducia, sul quale si può contare, ossia ‘vero’, è il Dio vivente. Ecco l’affermazione di Gesù: ‘Io sono la verità’ (Gv 14,6). L’uomo, allora, scopre e riscopre la verità quando la sperimenta in sé stesso come fedeltà e affidabilità di chi lo ama. Solo questo libera l’uomo: ‘La verità vi farà liberi’ (Gv 8,32)”.

È, in questo senso, che ogni giornalista serio e doveroso, consapevole della sua “propria missione, ha il compito … di ricordare che al centro della notizia” ci sono “le persone”. È proprio per questo fatto, per l’ampio rispetto delle persone, che il giornalista deve avere la coscienza di “informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone”. Il Papa continua a spiegare che è esattamente a causa di questo che il giornalista deve possedere “l’accuratezza delle fonti e la custodia della comunicazione [come] veri e propri processi di sviluppo del bene, che generano fiducia e aprono vie di comunione e di pace”. E questo fa più senso quando uno inquadra queste osservazioni con la visione del giornalismo che, per Papa Francesco, è “un giornalismo di pace”. Vale a dire “un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone, specialmente a quelle – sono al mondo la maggioranza – che non hanno voce”, “un giornalismo … che si impegni nella ricerca delle cause reale dei conflitti, per favorirne la comprensione dalle radici e il superamento attraverso l’avviamento di processi virtuosi; un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale”.

Il vero giornalista è il difensore della verità e il nemico numero uno del fake news, ossia delle “notizie falze”. L’esperienza ci insegna che la “logica del serpente” distrugge e non porta dei buoni frutti. Ecco perché il Papa afferma che “dai frutti possiamo distinguere la verità degli enunciati: se suscitano polemica, fomentano divisioni, infondono rassegnazione o se, invece, conducono a una riflessione consapevole e matura, al dialogo costruttivo, a un’operosità proficua”.

Il messaggio di questo anno si conclude coi punti di discernimento, derivati dalla popolarissima preghiera francescana, che ogni giornalista deve domandare a se stesso, prima di pubblicare qualcosa per noi lettori. In quello che pubblicherò, seminerò il male che si insinua e non crea comunione o seminerò la capacità di togliere il veleno dai nostri giudizi? In quello che pubblicherò, parlerò degli altri come fratelli e sorelle o gli presenterò come estranei o, peggio, come nemici e diavoli? In quello che pubblicherò, seminerò parole carichi di bontà o, invece, parole colmi di odio? In quello che pubblicherò, seminerò rumore o far crescere la cultura dell’ascolto? In quello che pubblicherò, creerò confusione o armonia? In quello che pubblicherò, seminerò ambiguità o porterò chiarezza? In quello che pubblicherò, seminerò esclusione o condivisione? In quello che pubblicherò, seminerò sensazionalismo o sobrietà? In quello che pubblicherò, seminerò superficialità o porrò degli interrogativi veri? In quello che pubblicherò, seminerò pregiudizio o susciterò fiducia? In quello che pubblicherò, seminerò aggressività o porterò rispetto? In quello che pubblicherò, seminerò porterò falsità o verità?

Signore, facci crescere, come lettori, nel tuo spirito del discernimento profondo e attento a smascherare ogni logica del serpente. Nello stesso tempo, aiuta i nostri fratelli e sorelle giornalisti a educarci a discernere, a valutare e a ponderare i desideri e le inclinazioni che si muovono dentro di noi per salvaguardare la verità che costruisce e non distrugge le persone. Quella verità che non solo denuncia il male ma, e sopratutto, aiuta il peccatore a essere trasformato nel bene che vince il male che lo attacca. Amen.


 


Altre Notizie su

Cultura e Società > Riflessioni






 
Sostenitori
 
 
© 2011/25 - Filo Diretto News | Reg. Tribunale di Messina n° 4 del 25/02/2011 | Dir. Resp. Domenico Interdonato | Condirettore Armando Russo
Redazione - Via S. Barbara 12, 98123 Messina - P.Iva 02939580839