ANNIVERSARIO
Sant’Eustochia, la grande santa messinese
di Alfonso Saya
Sabato
20 gennaio, è avvenuto il “dies natalis” cioè, il giorno della nascita al Cielo
di Sant’Eustochia canonizzata nella nostra Città da Papa San Giovanni Paolo II.
Nacque la “desiderata”, nel 1434. Il padre, Bernardo Calafato, era un ricco
mercante e possedeva tante navi con cui andava in Oriente e le portava a
Messina, cariche di spezie, di broccati e di stoffe preziose. Era ricco, ma non
era contento perché desiderava avere una figlia e puntava sempre lo sguardo
verso il Santuario di Montalto che sovrasta la nostra Città e pregava la
Vergine affinché gli facesse la grazia di avere una figlia promettendo ricchi
doni. Anche la madre, la buona Mascalda, terziaria francescana, la desiderava
promettendoLe che l’avrebbe consacrata al Signore come sposa illibata. La
preghiera fu esaudita. La Santa, come Gesù, nacque in una stalla, al Villaggio
Annunziata, poco distante da Messina colpita dalla peste.
Fu
chiamata Smeralda e la sua vita sfavillò come una gemma. Il padre sognava le
nozze, ma Lei sentì forte la Chiamata e non volle altro sposo che Gesù con
grande gioia della mamma. Rinunziò alle ricchezze, ai piaceri della vita terrena,
e si consacrò al Signore. Si chiuse nel Monastero di Basicò vegliato dalla
Madonna di Montalto, diede l’addio al mondo, indossò il ruvido saio francescano
delle Clarisse, le sue belle chiome caddero recise come messe dorata sotto la
falce del mietitore e si chiamò Eustochia. Poiché la Regola di Santa Chiara non
era osservata “sine glossa”, cioè alla lettera, volle fondare un altro
Monastero che si chiamò di Montevergine, di stretta osservanza, di cui Lei è la
“perpetua Abbadessa”. Il suo corpo, da cinque secoli è incorrotto e si trova in
una splendida cappella sopra l’Altare maggiore. Fin dalla morte, il popolo l’ha
venerata come una Santa e innumerevoli sono i miracoli come quello celebre del
1615, quando il popolo terrorizzato per i continui terremoti accorse dalla
Santa ed i terremoti cessarono. Il 20 gennaio 1486, morì serenamente col nome
di Gesù sulle labbra.
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