RIFLESSIONE
In Udienza... eterna
di Fra Mario Attard
Una
carissima persona siciliana, quando racconta la sua giornata assai impegnativa
nel suo lavoro nell’ambito giudiziario, mi dice sempre: “Ero in udienza”.
Ovviamente, il termine in udienza punta sulla fase del processo che si svolge
di fronte al giudice e, di solito, col contraddittorio delle parti. Ma questa
frase, un po’ particolare, forse anche perché, per me, è una frase più
famigliare, in udienza mi introduce, dolcemente, e, nello stesso tempo,
fermamente, nel mistero della Santissima Trinità. Io ho la grazia di abitare
proprio nell’unica parrocchia a Malta che è dedicata a questo sommo mistero
della fede Cristiana: la Santissima Trinità.Ogni
volta che penso e rifletto su Dio Trino, mi viene istantaneamente la parola
ascolto. Si! Perché Dio Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo, è un Dio a sui generis. Dio Trino è sempre in
udienza eterna. Anzi! Dio Trino è l’icona perfetta dell’udienza che non ha
spazi e luoghi. Padre, Figlio e Spirito Santo ci incoraggiano a recuperare l’urgente
bisogno dell’ascolto. Tenendo in mente che – come dice l’anonimo autore – “la comunicazione parte non dalla bocca che
parla ma dall’orecchio che ascolta”, la Santissima Trinità ci insegna a
conoscerci ad amarci. Come ha riflettuto ampiamente il grande cardinale e arcivescovo
di Bologna, scomparso nel 2015, Giacomo Biffi: “Dio non è solo vertiginosa infinità di essere; è anche interiore
fecondità, appassionata vita di relazione, gioco stupendo di conoscenza e amore”.
Gesù,
la Santissima Trinità incarnata in mezzo ai noi uomini, ci mostra cosa
significa essere appassionati nelle relazioni, essere persone che sanno relazionarsi
col prossimo. Insomma, gente che sa amare in abbondanza. Il filo d’oro di
questa udienza o incontro di Gesù con noi, uomini e donne, è l’ascolto.
Infatti, come ha scritto Fratel Marco Cosini nel suo articolo Gesù il Maestro che ascolta ogni cuore, “Anzitutto, Gesù ascolta la voce del Padre
che nei momenti cruciali della sua vita (il battesimo al Giordano in Mt 3,17, la trasfigurazione sul Tabor in Mc 9,7) annuncia che Egli è il Figlio, l’amato. O ancora nei discorsi dell’ultima
cena nel Vangelo di Giovanni, la voce del Padre annuncia che il suo proprio
nome ‘l’ho glorificato e lo glorificherò ancora’” (Gv 12,28). Da tali parole, Gesù ascolta il cuore del
Vangelo stesso e trova la consapevolezza, la forza e le parole necessarie per
annunciarlo a tutti gli uomini”. Gesù ha saputo ascoltare il cuore del
prossimo nei suoi desideri e bisogni attuali tramite l’accoglienza senza
riserve. L’esempio che mi viene in mente quando Gesù si è stupito dalla fede di
uno straniero centurione romano. Il testo di Matteo è molto esplicito su questo
fatto: “Ascoltandolo, Gesù si meravigliò
e disse a quelli che lo seguivano: ‘In verità io vi dico, in Israele non ho
trovato nessuno con una fede così grande!’” (Mt 8,10).
Ma
questo atteggiamento così istruttivo di Gesù mi fa riflettere sull’importanza
che l’ascolto veramente ci arricchisce parecchio! Ora mi viene in mente quello
che ha scritto lo scrittore e giornalista statunitense, Ernest Hemingway, sull’ascolto:
“Amo ascoltare. Ho imparato un gran
numero di cose ascoltando, attentamente. Molte persone non ascoltano mai”.
E perché desidero di crescere in questa arte, secondo il grande filosofo
tedesco Goethe, che oggi voglio suggerirvi, con tanta semplicità e umiltà, di
ascoltare con attenzione e con un cuore tenero l’altro e l’altra.Tutti
sappiamo quanto Papa Francesco ha i suoi piedi per terra. Le sue battute mostrano
la sua incredibile vicinanza con il popolo, un esempio forte su come noi, come
pastori della Chiesa, dobbiamo svolgere il nostro ministero affidato a noi dal
Signore mediante la Madre Chiesa. Una volta Papa Bergoglio ha fatto questa
battuta sull’ascolto: “Non è mai facile
ascoltare. A volte, è più comodo comportarsi da sordi, accendere il walkman e
isolarsi da tutti. È così semplice sostituire l’ascolto con le e-mail, i messaggi
e le chat, e in questo modo priviamo noi stessi di volti, sguardi e abbracci”.
Ma l’udienza vera implica proprio i volti, gli sguardi e, persino, gli
abbracci. In altre parole, l’udienza autentica implica la mistica dell’incontro!
Nella
sua lettera apostolica a tutti noi consacrati in occasione dell’Anno della Vita
Consacrata, il 28 Novembre 2014, Papa Francesco ci ha scritto il seguente: “Vivete la mistica dell’incontro: la capacità di sentire, di ascolto delle altre
persone. La capacità di cercare insieme la strada, il metodo, lasciandovi
illuminare dalla relazione di amore che passa fra le tre Divine Persone (cfr
1 Gv 4,8) quale modello di ogni rapporto
interpersonale”. È il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, l’udienza
perfetta, presente, attiva e costruttiva che ci aiutano a fare, dalla nostra
vita, un’esperienza viva di ascolto. Sono proprio loro, immersi in quell’udienza
eterna conviviale che ci salvano dalla confusione delle nostre parole, della
nostra insensata fretta, del nostro insensibile egoismo, dalla nostra mondanità
disperata. Soltanto la loro fedeltà ci assicura la nostra umanità e figliolanza
divina.Il
filosofo e teologo russo Pavel Nikolaevič Evdokimov diceva sulla Trinità: “L’uno è solitudine, due è il numero che
separa, tre il numero che supera la separazione; l’uno e il molteplice si
trovano riuniti e circoscritti nella Trinità: è l’ordine ineffabile nella
Divinità dove ciascuna delle Persone è nelle altro”. Non è questa la vera
udienza, l’incontro, l’ascolto, la comprensione e la comunione? Ti auguro di
vivere sempre in udienza!
|