POLICLINICO UNIVERSITARIO “G. MARTINO”
Messina – Stroke Unit, seconda in Italia nel 2017 per interventi endovascolari effettuati
di Redazione
La
Stroke Unit del Policlinico universitario “G. Martino” risulta essere dai
registri nazionali, nel 2017, ai vertici per numero di trattamenti eseguiti per
ictus ischemico acuto. Diretta dalla prof.ssa Rosa Musolino, è centro Hub per
la provincia di Messina. Attualmente, è l’unico centro Hub con servizio di trattamento
di disostruzione meccanica endovascolare attivo H24 nel territorio siciliano,
grazie alla presenza della UOC di Neuroradiologia, diretta dal prof. Marcello
Longo, che garantisce lo studio diagnostico e gli interventi endovascolari in
sala angiografica dei pazienti.Per
quest’ultimo aspetto, nel 2017, il servizio dell’A.O.U. risulta essere al
secondo posto nel panorama nazionale con 141 interventi endovascolari
effettuati, dietro per pochissimo al Policlinico Tor Vergata di Roma con 144
interventi e davanti all’A.O.U. Careggi di Firenze con 120 prestazioni, sui 50
centri censiti. Altro dato rilevante, il trend in costante crescita dei
trattamenti di disostruzione arteriosa presso la Stroke Unit del Policlinico “G.
Martino”: 32 nel 2014, 67 nel 2015, 104 nel 2016 e, appunto, 141 nell’anno
appena trascorso.
A
oggi – come detto – il centro rappresenta il riferimento per tutte le province
della Regione Sicilia e anche per la vicina Reggio Calabria, per i pazienti con
ischemia cerebrale che necessitano di trattamento endovascolare di
disostruzione meccanica, proprio per la disponibilità attiva H24 nell’intero
territorio. A conferma dell’importanza del servizio per l’intera Regione, nei
giorni scorsi sono stati eseguiti due interventi endovascolari per ictus
ischemico su pazienti che provenivano dalle Province di Trapani e Siracusa,
trasportati dal 118 mediante elisoccorso.La
centralizzazione dei pazienti dalla provincia (secondo procedura interaziendale
attiva dal 2014), e, a volte, dall’intera Regione, al centro Hub ha consentito
il trattamento secondo un modello ormai adottato dai maggiori centri europei. L’orientamento
è, infatti, verso il sistema “mothership”, cioè il centro madre o Hub al quale
afferiscono tutti i pazienti direttamente e non tramite il filtro dei centri
spoke, privi di équipe angiografica, che hanno senso solo se posti all’estrema
periferia della Provincia.
Tutto
ciò garantisce il raggiungimento dell’Hub nel più breve tempo ovvero nel centro
dotato di tutti i servizi necessari al trattamento dell’ictus ischemico ed
evita quei rallentamenti che possono vanificare la corsa in ospedale. In
Francia e Germania, a esempio, le risorse servono a potenziare i centri Hub e i
trasporti dei pazienti con elicotteri e ambulanze con personale specializzato.
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