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 sabato 30 dicembre 2017

UNIVERSITÀ DI MESSINA

Importante riconoscimento internazionale per il gruppo di Geologia dell’Ateneo

di Redazione


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Il Programma Interreg Italia-Malta ha finanziato il progetto BESS – POCKET BEACH MANAGEMENT e REMOTE SURVEILLANCE SYSTEM di cui è capofila il nostro Ateneo e ha come responsabile scientifico il prof. Giovanni Randazzo del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT).

Le POCKET BEACHES, letteralmente “spiagge tascabili”, sono le piccole spiagge (l’Isola Bella per fare un esempio a noi vicino), limitate da promontori naturali, fortemente aggettanti a mare e prive di apporti solidi da terra. Sono spiagge che si sono formate in condizioni diverse da quelle attuali e hanno mantenuto un proprio equilibrio dinamico grazie alla loro risposta naturalmente resiliente. Oggi, gli effetti dei cambiamenti climatici sembrano essere più minacciosi per questi ambienti di transizione, coinvolgendo la parte mobile (la spiaggia), le retrostanti falesie e la componente biotica faunistica e floristica.

Il progetto prevede la realizzazione di una piattaforma di monitoraggio in ambiente GIS, basata su un sistema di dati acquisiti in campo e da remoto, via drone o fissi. Il fine è quello di realizzare un sistema predittivo, relativo all’evoluzione della linea di riva, in funzione dei fattori geomorfologici, sedimentologici correntometrici e biologici che lo influenzano. L’ulteriore implementazione riguarderebbe la sua estensione a tutte spiagge siciliane, non solo le Pocket Beaches, che rappresentano quasi il 70% dei litorali che presentano processi erosivi su circa 400km.

L’idea è, inoltre, quella di realizzare un Atlante delle Pocket Beaches di Sicilia e Malta, finalizzato anche a un uso consapevole di una risorsa turistica di nicchia. Il progetto, coordinato dal prof. Randazzo, coinvolge il Ministero di Gozo, per tramite del suo dirigente Anthony Zammit, l’Università di Malta con il prof. Anton Micalleff, l’INGV di Palermo, diretto dal “milazzese” dott. Franco Italiano e dai colleghi biologi dell’Università di Palermo, i prof. Sebastiano Calvo e Agostino Tomasello. Il progetto verrà sviluppato in tre anni e si avvarrà di un finanziamento di poco superiore a 2,1 milioni di euro.


 


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