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 mercoledì 6 dicembre 2017

PALAZZO DEI LEONI

L’Holodomor in Ucraina (1932-33): storia taciuta di un genocidio

di Redazione


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Giovedì 7 dicembre, con inizio alle ore 10.30, nel Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni avrà luogo il convegno su “L’Holodomor in Ucraina (1932-33): storia taciuta di un genocidio”, cui seguirà l’inaugurazione della mostra collaterale, allestita nel Ballatoio della sede. Saranno presenti il commissario straordinario della Città Metropolitana di Messina, Francesco Calanna, il segretario generale dell’Ente, Maria Angela Caponetti, il console generale dell’Ucraina a Napoli, Viktor Hamotskyi, e il presidente della Società Filosofica Italiana, sezione di Avellino, Giovanni Sasso.

L’incontro, a cura dell’Ufficio “Benessere Organizzativo e Osservatorio Antidiscriminazione” – Servizio Trasparenza e URP, è rivolto in particolare agli studenti di tutte le scuole secondarie di II grado, specialmente alle classi dell’ultimo biennio, considerato che i temi trattati rientrano nell’ambito della storia contemporanea. “Holodomor” è una parola ucraina che significa “infliggere la morte attraverso la fame”, fame che fu indotta dal regime di Stalin contro il popolo ucraino negli anni 1932-33 e che comportò, come evidenzia il console generale, Viktor Hamotskyi, “il genocidio di milioni di ucraini, soprattutto contadini, taciuto per tanto tempo all’opinione pubblica, un progetto devastante di sterminio di massa programmato e pianificato, di persone colpevoli di essersi opposte alla repressione politica, economica e culturale dei bolscevichi che tentavano di distruggere il carattere nazionale del popolo ucraino”.

L’“Holodomor” fa parte di quelle vicende storiche che, purtroppo, si possono definire “memorie dimenticate”, ma alle quali è giusto dare voce per il rispetto dei diritti umani fondamentali di cui alla “Dichiarazione universale dei diritti umani” che stabilisce che:Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. L’iniziativa del Consolato rientra tra le azioni di promozione di un progetto formativo che, dinanzi alle sfide di oggi al mondo civile, si propone come un ulteriore passo, un ulteriore contributo, affinché la verità storica si faccia strada e s’impari dall’esperienza del passato a meglio definire le azioni nel presente.

Un approccio per rendere l’Europa un luogo migliore e più sicuro per le generazioni che seguiranno. Con tali premesse, la Città Metropolitana di Messina, contemplando tra i suoi obiettivi la promozione della cultura della pace e dei diritti umani, non poteva non condividere i nobili fini simbolici che l’iniziativa si propone. Dopo i saluti istituzionali, secondo quanto in programma, Giovanni Sasso esporrà le difficoltà che il popolo ucraino ha vissuto nel biennio 1932/33 a causa dell’“Holodomor”. A seguire, sarà effettuata la proiezione del documentario di Fabio Ferrando e Manuel Baldini, Holomodor, la memoria negata, con Francesca Lomastro, coordinatrice dell’Istituto per le Ricerche di storia sociale-religiosa di Vicenza.

Un viaggio-racconto tra l’Ucraina del 1932-33, assediata dalla fame, e l’Ucraina di oggi, ancora sgomenta di fronte alla scoperta della propria tragedia. Il console generale di Ucraina a Napoli, Viktor Hamotskyi, interverrà con una riflessione sugli eventi e la triste lezione del genocidio del popolo ucraino, in un’ottica di attualità rappresentata dagli eventi storici che hanno attraversato il suo Paese negli ultimi anni e che anche oggi impongono di non arrendersi mai nella lotta per far emergere la verità, consolidare le conoscenze e vivere nella giustizia. Questi valori rinvigoriscono in Europa la struttura delle società democratiche che difendono con forza i valori umani e promuovono uno sviluppo rispettoso delle generazioni future. Al termine dell’incontro, sarà inaugurata la mostra collaterale allestita nel Ballatoio di Palazzo dei Leoni. A precedere il convegno, sarà l’incontro del console generale di Ucraina a Napoli, Viktor Hamotskyi, con la stampa.



 


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