mercoledì 29 novembre 2017
QUALITÀ DELLA VITA
Cura del tumore al seno e linfoma non Hodgkin
di Redazione
Invece
degli attuali 90 minuti per la somministrazione della cura farmacologica dei
pazienti colpiti da tumore al seno e da linfoma non Hodgkin, basteranno, nel
prossimo futuro, solamente 5 minuti. Inoltre, la somministrazione non avverrà
per via endovenosa, ma in forma sottocutanea. Una svolta decisiva per una
migliore qualità della vita con le nuove terapie a base di anticorpi
monoclonali. Tutto questo porterà a un notevole risparmio economico e alle
lunghe file di attesa nelle strutture ospedaliere. Il passaggio dalla
somministrazione endovenosa a quella sottocute dei due anticorpi monoclonali
rituximab e trastuzumab, rispettivamente per il trattamento di linfoma e cancro
al seno, “rappresenta una vera
rivoluzione organizzativa – afferma il direttore di Altems, Americo
Cicchetti – perché riduce in modo
sostanziale i costi dell’assistenza dal momento che con la formulazione
sottocute il paziente è trattato nell’arco di pochi minuti, senza che si
modifichino in alcun modo i livelli di efficacia e sicurezza dei farmaci”. La breve permanenza in ospedale comporta, inoltre, minor impegno per il
paziente e il suo accompagnatore. “A
questo, si aggiunge pure la maggior aderenza del paziente al trattamento”.
Concorde Stefan Hohaus, dirigente medico di Ematologia al Policlinico Gemelli,
secondo il quale con la nuova tecnologia di somministrazione si rileva “minor tempo di permanenza in ospedale da parte del paziente e del suo
accompagnatore, ridotto tempo di impegno per il personale sanitario, con più
risorse umane liberate per altri compiti”. Soddisfatte anche le
associazioni dei pazienti.
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