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 mercoledì 4 ottobre 2017

MESSINA

La Badiazza tra mistero e conoscenza

di Redazione


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Talora, l’opinione dei sottoposti di un’organizzazione viene accantonata o sopraffatta dagli elogi generali, troppo vaghi e scontati, che dicono tutto e niente, quando, invece, la singola esperienza può essere utile per comprendere alcuni risvolti di una manifestazione. Il vessillo dell’Alternanza Scuola Lavoro viene sostenuto dall’amore per la propria Città, i monumenti e, soprattutto, lo spirito di iniziativa, così da far apparire immediata la costituzione di eventi culturali di grosso calibro, come il caso delle: “Vie dei tesori”. Le piccole realtà, specialmente nel momento in cui sono gestite da privati, fanno compagnia all’insignificante Davide dinanzi al Golia dello statalismo pubblico; tuttavia, così come l’ingegno dell’uomo colpisce il gigante con furbizia, la pertinacia di gente meccanica (avrebbe osato Manzoni) fa breccia nel cuore del più illustre tra i letterati.

Volere e potere, mitigato dal pensiero critico, è stato il filo conduttore della nostra permanenza tra le colline, inizialmente un esilio forzato, rivelatosi in seguito una tra le attività più performanti della nostra ancora giovane età. La scelta di aderire al partito della Chiesa di Santa Maria della Scala, contrariamente dalla ritenzione dei nostri compagni di viaggio, era stata ponderata da una certa sicurezza innata che, incredibilmente, ci aveva destinato alla stessa sorte. Parafrasando le parole del nostro fugace mentore e padrone di casa, dott. Matteo Allone, proprio noi, ragazzi senza nome nell’immensità della terra, abbiamo scritto la storia contemporanea della Badiazza, dando nuova luce alla sua malandata parvenza. Ogni singolo visitatore, messinese e non, ignorava l’esistenza stessa del sito o ne aveva una cattiva opinione, come se quel soprannome fosse maledetto e perpetrato nell’immaginario comune.

Non c’è sensazione più bella che suscitare la curiosità di chi ti sta intorno, vedere che i suoi occhi seguono lucidi il movimento delle tue labbra, esprimendo una tacita gratitudine nel canale degli impulsi emotivi. Il luogo, spelonca di misteri e drammi, riluceva una strana vitalità e, dalle pareti, trasmigrava l’opera immensa dei predecessori, demiurghi d’altro tempo e pensatori arditi di una molteplicità d’elementi contrastanti, ora solo pietra unta dalle macchie indelebili della storia. All’imbrunire, una luce paonazza penetrava dalle finestre in altezza, dando forma a uomini dormienti ed eruditi d’ogni sorta, ricercatori d’una verità celata dall’incuria del tempo. Tutto è finito, il nostro passo è concluso, facendo luogo al solco del passato: si prospetta un’aridità perpetrata, se non fosse per la volontà comune di sapere e far conoscere, bisogno istintivo del giovane reazionario dinanzi all’immobilismo sociale. Ricordiamo, pertanto, il nostro obiettivo, dacché fa parte della nostra indole: “fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Scritto da: I ciceroni dell'evento


 


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