LIBRI
Un prezioso volume di Guglielmo Scoglio
di Alfonso Saya
Guglielmo
Scoglio, dopo aver dedicato decenni di studio appassionato, alla Storia del suo
Paese natio, Monforte San Giorgio, piccolo centro, ma, grande per lo spessore
della sua Tradizione secolare, che affonda le sue radici nella religiosità,
specialmente, dopo il Concilio di Trento, e ha dato ai suoi cittadini una forte
identità, ha sentito l’obbligo di dedicare un Opera, al più illustre dei suoi
concittadini, Stefano Tuccio, seguendo una ricca bibliografia.Chi
scrisse di Lui per primo fu il prof. Benedetto Soldati, nel 1908, con la sua
eccellente pubblicazione, “Il Collegio Mamertino e le origini del
Teatro gesuitico”. Quest’opera diede l’input a un suo concittadino, Giorgio
Calogero, per scrivere un libro su Tuccio, pubblicato nel 1919, sponsorizzato
dall’Amministrazione Comunale di Monforte. In queste pubblicazioni, vi era una
grave lacuna, non era stato messo in luce il Tucci Teologo. Questa lacuna è
stata, esaustivamente, colmata dal sacerdote Giuseppe Giorgianni, prestigioso docente
di Lettere al Liceo Maurolico, che io ho avuto il piacere di conoscere e
stimare.
Furono
pubblicati numerosi contributi su Tuccio Drammaturgo, mentre fervevano in
Italia, le ricerche sul Teatro gesuitico, da parte di una studiosa romana,
Mirella Saulini che, 2006, guidò a Monforte un convegno su Tuccio, organizzato
da Giuseppe Gullo col Patrocinio del Comune. Il nostro prof. Guglielmo Scoglio,
incominciò a occuparsi di Stefano Tuccio, quando è stato incaricato dall’Amministrazione
Comunale di Monforte di presentare agli alunni della locale Scuola Media, in
una videoconferenza, l’illustre concittadino. Constatando che il medesimo era
confinato nell’ambito ristretto degli studiosi e non erano stati chiariti tutti
gli aspetti, si è deciso a scrivere questo prezioso volume che ha voluto
dedicare “in onore a Papa Francesco primo Papa Gesuita”, per divulgarne la figura
e per sottolineare la santità della sua vita e proporre la sua canonizzazione,
affinché sia annoverato nell’Albo dei Santi e ascendere alla GLORIA degli altari.
La
sua santità fu attestata dal popolo romano e dal pontefice Clemente VIII, gli
attribuirono dei miracoli e furono considerati tali le conversioni prodotte
dalle sue Opere Teatrali. Interessante il Capitolo IV che si occupa dell’influenza
che ebbe Tuccio nelle Opere di Caravaggio e di Shakspeare. L’autore si dice
lieto di avere pubblicato questa sua opera nell’anno in cui si ricordano i 500
anni della Riforma di Martin Lutero, poiché l’impegno di Stefano Tuccio deve
essere inquadrato nel difficile periodo della Controriforma. Il grande gesuita
suo illustre concittadino ha, strenuamente, combattuto la dottrina di Lutero
che nega il libero arbitrio, afferma che la ragione è opposta alla Fede e deve
essere uccisa e sepolta.
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