Nell’aula
consiliare di Palazzo Zanca, si è riunita la sesta commissione consiliare “Politiche
Sociali” per ascoltare i rappresentanti di “CittadinanzAttiva” – Tribunale per
i Diritti del Malato, sulle problematiche che investono i servizi sociali.
Assente la presidente La Paglia, ha presieduto i lavori la consigliera Ivana
Risitano, poi sostituita dalla vice presidente Giovanna Crifò. Introducendo i
lavori, è stato comunicato che l’assessore al ramo e i funzionari non potevano
intervenire per precedenti impegni e di questo era stata avvertita l’Associazione
richiedente che aveva insistito per essere ascoltata lo stesso. Pippo Pracanica
intervenendo per conto di “CittadinanzAttiva”, ha precisato che l’assenza era
ininfluente giacché le scelte di politica sociale erano da attribuire a tutta l’amministrazione
attiva.
Ha
ricordato anche che Gianni Ammendolia ha più volte contestato “il momento in
cui è cambiato il paradigma dei servizi sociali ed è stato messo al centro il
lavoratore e non più l’utente”. Partendo da tale osservazione Salvatore Vernaci
ha proposto e fatto approvare dalla Direzione regionale di “CittadinanzAttiva”,
un documento i cui punti fondamentali erano: che al centro di qualsiasi
attività dei Servizi Sociali si deve porre il servizio alla persona,
rispettandone la dignità e rispondendo ai suoi bisogni e che è altrettanto
indispensabile non sottovalutare il diritto al lavoro di coloro che operano nel
settore. Quando il documento programmatico proposto dal prof. Accorinti
prevedeva l’emissione dei voucher e l’accredito delle cooperative, ci
convincemmo che la nostra battaglia, finalmente, era vinta. Mai fu fatto un
così grossolano errore di valutazione.
Infatti,
il neo assessore ai Servizi Sociali propose e fece approvare una delibera,
naturalmente senza farla passare dalla Consulta delle organizzazioni sociali,
con cui affermava che tutto doveva continuare come prima. Ma il colmo lo
raggiunse quando in una trasmissione televisiva affermò che il programma
innovativo era dovuto solo ad un refuso. Angela Rizzo, che era stata nominata esperta
per i servizi sociali, portò a conoscenza del prof. Accorinti tali fatti ma non
trovò ascolto alcuno per cui si dimise. Ha ricordato che ancor oggi il
dipartimento non ha un Ufficio di servizio sociale professionale come previsto
dalla normativa vigente. Nino Bonanno ha letto l’odiosa lettera che l’amministrazione
Accorinti ha inviato alle famiglie dei disabili gravi con cui si intimava il
pagamento della compartecipazione a pena della sospensione del servizio e il passaggio
della pratica agli avvocati per il recupero, e questo nonostante il cosiddetto
decreto D’Aquino fosse stato sospeso ed il DPCM 159/13 fosse stato dichiarato
parzialmente incostituzionale.
Antonio
Morreale, dopo aver letto la lettera di protesta inviata all’amministrazione,
senza ricevere risposta alcuna, ha espresso la propria amarezza sulle procedure
adottate e denunziate da Bonanno. Angela Rizzo ha concluso commentando che
mentre si chiede la compartecipazione non dovuta ai familiari dei disabili
gravi si continuano a sfornare bandi vuoto per pieno, se mi fai il servizio ti
pago se non lo fai ti pago lo stesso.