LETTURA
Nino Martoglio, “Quando l’amore durava... in eterno”
di Alfonso Saya
Mi
ha colpito la lettura di una bellissima recensione del critico letterario Anna
Maria Crisafulli Sartori sulla Gazzetta del Sud che, dopo aver tracciato un’approfondita
analisi sui tempi che viviamo all’insegna dell’effimero e della libertà senza
freni, che sconfina nel libertinaggio, nella corsa sfrenata, senza saper
attendere, senza saper affrontare nessun ostacolo, nessun sacrificio, senza “saper
amare, saper credere, saper soffrire”, al dire della trilogia del grande
scrittore cieco ormai dimenticato, entrato nel “museo dell’oblio”, Nino
Salvaneschi, si sofferma sul “defunto Amore eterno” che ancora si continua a
giurare, ormai raramente, davanti all’Altare.
Impera
la moda della convivenza ed è diventata “ridicola” la cerimonia in Chiesa che, tante volte, si celebra con la riserva
mentale “finché la barca va!”. Fornisce l’occasione
alla scrittrice, la rilettura del libro
di Nino Martoglio, “Quando l’amore
durava... in eterno”, pubblicato dal compianto Santo Correnti, docente di
Storia moderna, all’Università di Catania, appassionato storico della Sicilia.
L’introduzione è del suddetto storico che
traccia un’ampia biografia del noto commediografo, autore de “L’aria del continente”, fondatore e
direttore del Settimanale satirico “D’artagnan”, tragicamente scomparso precipitando,
a testa in giù, da un ascensore in costruzione. Il nucleo centrale del libro di
Martoglio, una silloge, è il capitolo “Martoglio poeta d’amore”, sono delle
liriche d’amore, inedite, in lingua italiana. Martoglio era un poeta dialettale,
scrisse per Amelia il suo grande amore contrastato, ora considerato
anacronistico, d’altri tempi, quando l’Amore durava... in eterno.
|