L’INTERVISTA
“Scienza e Vita” di Messina incontra il presidente nazionale Alberto Gambino
di Redazione
Il
giurista Alberto Gambino è il nuovo presidente nazionale di “Scienza e Vita”, Associazione
impegnata nel campo della bioetica e per il diritto alla vita. Ordinario di
diritto privato, prorettore dell’Università europea di Roma, direttore della
rivista “Diritto, mercato e tecnologia” e, dal 2014, componente del Comitato
etico dell’Istituto superiore della sanità. Ecco l’intervista:
Prof. Gambino, i
messinesi che militano in “Scienza e Vita” hanno, più volte, manifestato viva
soddisfazione per la ventata di rinnovamento che si percepisce all’interno dell’Associazione
dopo la sua nomina a presidente nazionale.
“Per quanto riguarda la ventata di
rinnovamento, dico subito che ‘Scienza
& Vita’ oggi si propone l’obiettivo
‘vitale’ di aggregare nuove generazioni. Per coinvolgere i ventenni, noi più ‘maturi’
dobbiamo sperimentare nuove forme di
comunicazione, perché i ventenni non ascoltano conferenze o partecipano a convegni. Dobbiamo trovare
delle modalità più interattive che suscitino interessi: immagini, film, confronti social,
espressioni artistiche. Non è solo un metodo culturale, ma istituzionale. Anche per questo stiamo
ridefinendo le regole organizzative dell’Associazione”.
La riforma dello Statuto
in senso democratico noi l’abbiamo sostenuta da sempre e, quindi, non possiamo
che essere d’accordo, anzi speriamo di potervi, fattivamente, collaborare.
Passando dal nostro particolare a un tema più generale, non ritiene che i
cattolici in politica, ma, soprattutto, i loro valori siano, scarsamente,
rappresentati?
“Partiamo da un dato di
fatto che i cattolici, ormai da tempo, non votano più in modo omogeneo. Non c’è un voto cattolico che converge verso
un unico partito come ai tempi della Democrazia Cristiana. Tutti gli esperti del settore che sono andati a vedere la
base elettorale del PD, di Forza Italia,
della Lega, del Movimento di Grillo, hanno visto che i cattolici sono divisi,
equamente, tra tutti i partiti,
quindi, l’elettorato cattolico è una bella parola, ma è una parola, totalmente,
astratta nel senso che non si vota più perché si è cattolici, ma si vota
essendo a favore o contro singole problematiche
sociali. Quindi, parlare di elettorato cattolico è fuorviante.
Sono tanti
microelettorati all’interno di elettorati che si riconoscono in un certo
partito, anzi nel suo leader: c’è l’elettorato cattolico della Lega, c’è l’elettorato
cattolico di Forza Italia, c’è l’elettorato cattolico del PD, c’è l’elettorato
cattolico di Alfano etc… Cambia, completamente, il rapporto dei cattolici con
la politica, con quel che resta dei partiti, dove in ciascuno di essi si
finisce per essere minoranza.
Voglio sottolineare un
elemento, e cioè che in tutta la storia repubblicana, fino al 2012, la
maggioranza dei parlamentari è sempre stata cattolica. Dal 2012, è stato il
primo Parlamento a non avere una maggioranza di parlamentari cattolici ed è
stata la conseguenza, principalmente, di tre fattori: un abnorme premio di
maggioranza alla Camera che ha ‘regalato’ più di cento parlamentari a un
partito erede anche del Pci; la presenza di una forza parlamentare
sostanzialmente agnostica come il Movimento 5 Stelle; la progressiva
irrilevanza dei cattolici nel centrodestra”.
Converrà con noi che tale
stato di fatto è legato, da un lato ai risultati distorti dovuti a una legge
elettorale, nota come “Porcellum”, che la Consulta ha dichiarato
incostituzionale per la presenza di un premio di maggioranza definito “distorsivo”,
e dall’altra per l’assenza completa nel dibattito politico del laicato
cattolico che, chiuso nelle sacrestie, non ha pensato d’impegnarsi in alcun
modo, tanto che qualcuno l’ha definito il “brutto anatroccolo”, con il
risultato che i cattolici hanno finito per ingrossare l’astensionismo. È
possibile svegliare le associazioni cattoliche più avvertite per farle
scenderle in campo in difesa di valori irrinunciabili?
“Ritengo che le associazioni d’ispirazione
cattolica siano più sveglie che mai, solo che non hanno obiettivi,
immediatamente, politici e questo è anche un bene. Quello che manca è, invece,
il coraggio di alcuni cattolici ‘veri’, cioè integri nella vita privata e nella
testimonianza: dovrebbero mettersi insieme e ripartire dai territori nei quali
vivono e non da tavoli nazionali come se fossero i salvatori del mondo.
Qualcuno in realtà lo fa: è l’unica ricetta valida per ridare spessore all’impegno
politico delle nuove generazioni. Noi di ‘Scienza & Vita’ abbiamo lanciato
il progetto delle scuole di biopolitica, incontri formativi e di confronto sui
temi del rapporto tra impegno civile e tutela della salute e della vita umana,
nell’orizzonte delle competenze e dei valori fondanti la nostra Carta
costituzionale, soprattutto’ la parte che fu scritta da cattolici esemplari,
come Giorgio La Pira, Alcide De Gasperi e Giuseppe Dossetti”.
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