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 giovedì 23 marzo 2017

STORIE

Antonietta Meo, detta Nennolina, una bambina in cammino verso la gloria degli altari

di Alfonso Saya


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Una bambina romana, Antonietta Meo, detta Nennolina, morta nel 1937 a soli sei anni e mezzo, è in cammino verso la Gloria degli Altari e sarà la Santa più giovane nella Storia della Chiesa. In pochi anni, ha detto il Papa emerito, Benedetto XVI, Nennolina ha raggiunto la vetta che tutti siamo chiamati a scalare, ha percorso, velocemente, la “sua strada” che conduce a Gesù. Dio nei bambini opera “meraviglie”, così si può spiegare la vicenda mistica di questa bambina la cui breve vita, è stata, tutta, un calvario, una via crucis che ha percorso, incredibile, con forza oblativa, fatta con tanta gioiosa sofferenza riparatrice unita alla Passione di Cristo come si deduce dalle 160 letterine in cui si legge il continuo scambio d’amore con Gesù al quale Nennolina chiede: “Dammi anime, io ti do il cuore!”. E per questo, gli offre tutte le sue sofferenze, il suo lungo e ininterrotto martirio. Si deduce anche ciò dal diario della mamma. Gli ostacoli e le perplessità suscitate per l’età della bambina, per cui tanti si chiedono come sia possibile che una bambina possa avere coscienza della propria fede e la forza per poterla esercitarla in modo eroico e con piena consapevolezza, sono state superate.

Per molti fedeli, non solo romani, ma di tutta Italia e da tanti altri Paesi, Nennolina è Santa e, per sua intercessione, sono avvenuti tanti miracoli. Si aspetta, quindi, la conferma della Chiesa. La sua storia, del resto, è straordinaria, un vero miracolo. È nata a Roma nel 1930, la chiamano “Nennolina”, un vezzeggiativo derivato da Antonietta. Vivacissima, birichina, con carattere forte, ma sempre serena e tranquilla. Amava molto cantare, tanto che ancora oggi mi sembra di sentire la sua voce aleggiare da una stanza all’altra ricorda la sorella Margherita. Un giorno cade per terra sbattendo il ginocchio su un sasso nel giardino dell’asilo e ha accusato un forte dolore che non si decideva a passare. Al controllo medico, non si comprese il suo male, poi, sarà troppo tardi. La diagnosi è: “osteosarcoma”. Le amputarono la gamba, ma lei, mentre tutti erano sconvolti e impietriti dal dolore rimase tranquilla e serena come Gesù sulla Croce; soffriva e offriva con gioia in riparazione dei peccati degli uomini, è costretta a portare una pesante protesi ortopedica, ma è serena come se non fosse niente. Ogni sera, prende l’abitudine di scrivere una lettera che poi ripone sotto un Crocifisso.

Queste lettere sono definite da teologi e studiosi come un vero e proprio “itinerario mistico”. Le indirizza a Maria: Cara Madonnina, tu sei tanto buona, prendi il mio cuore e portalo a Gesù” o a Gesù: “Caro Gesù...Tu che hai sofferto tanto sulla croce, io voglio fare tanti fioretti e voglio restare sul Calvario vicino a Te e alla tua Mammina!”. Alla mamma dice: “Quando soffro, io penso a Gesù e allora non soffro più! Per non soffrire, è tanto semplice: invece di pensare ai tuoi dolori, pensa a quelli di Gesù che ha tanto sofferto per noi e vedrai che non soffrirai più nulla!”. Durante i suoi frequenti ricoveri, Nennolina si fa portare, ogni giorno, davanti ad una statua della Madonna. A sei anni, riceve la Prima Comunione. Il male intanto si fa più virulento, ma lei non si lamenta mai. Nell’ultima sua letterina, dettata alla madre accanto al suo lettino, scrive: “Caro Gesù, dì alla Madonnina che l’amo tanto e voglio starle vicina...”. Dopo lunghe e atrici sofferenze, a sei anni e mezzo, il 3 luglio 1937, spicca il volo verso il Cielo.


 


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