MESSINA
La biografia di Sant’Eustochia di Elena La Fauci Di Rosa
di Alfonso Saya
 La
splendida opera, dal titolo “Comunione col Divino”, si apre con una
bella foto dell’indimenticabile santo pontefice Giovanni Paolo II che ha
canonizzato, la prima volta nella storia, la Beata Eustochia Smeralda Calafato
a Messina e con la lettera del Papa emerito, Benedetto XVI, che esprime l’augurio
che la suddetta opera, possa
infondere nei cuori rinnovato entusiasmo di fede. Introduce all’opera anche il Manifesto francescano per antonomasia, “Il Cantico delle creature”, che delinea la grande Santa messinese.
Figlia del “Poverello di Assisi, il serafico in ardore”, Elena La Fauci Di Rosa
è stata, davvero, sapiente, poiché non poteva trovare introduzione più bella,
più consona, più coerente a questa sua splendida biografia, trattandosi di una
grande figlia di San Francesco. Nei versi “Laudatu
si, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore/ et sostengono
infermitate et tribulatione”, San Francesco vede anche la sua grande figlia,
Eustochia Smeralda Calafato, ne delinea e ne traccia il profilo spirituale.
Elena La Fauci Di Rosa, da terziaria francescana, si adegua allo stile piano e
popolare, alla semplicità che è proprio del Cantico
di “Frate Sole”, è un riflesso di un’illuminazione
interiore conquistata immergendosi nel mistero di Dio. In questo suo
immergersi, entra in “Comunione con il Divino” e, in piena sintonia con la
spiritualità di Francesco e di Eustochia, Smeralda riscatta la “cosificazione
consumistica” e riscopre la fraternità e gli ideali di vita evangelica. Le cose
terrene, si evince dal cantico, non sono da disprezzare, ma da apprezzare, perché
sono doni e invitano l’uomo a lodare il Creatore. Dietro e dentro le cose, le
persone e gli eventi che costituiscono la scena di questo mondo, bisogna
scorgere, vedere e contemplare il volto di Dio. In ogni cosa, vedere il Signore
e pregare come pregava San Francesco: “Dio mio e mio tutto!”. Dio è tutto in
tutte le cose, Così, pregava Sant’Eustochia Smeralda: “Jiesu, o Bone Jiesu!”.
Elena, compenetrata e piena di ardore francescano, ha consultato, con pazienza
e amore, tutte le fonti e gli scritti biografici, come si evince dalla
bibliografia. Con la sua grande devozione e riconoscenza per una grande grazia
ricevuta per intercessione della Santa nostra concittadina, ha tracciato un
profilo, vero, completo, esaustivo e attraente anche per i suoi schizzi e opere
pittoriche che illustrano ed impreziosiscono la biografia. Leggendo questo
libro, si prova serenità e una pace che – al dire del Manzoni – “il mondo
irride, ma che rapior non può. È un libro – al dire dei presuli emeriti di
Messina – l’indimenticabile “Buon Pastore”, mons. Ignazio Cannavò e mons.
Giovanni Marra, che si fa leggere per il suo stile semplice e scorrevole, che
coglie la spiritualità della nostra grande santa ed è avvincente perché arricchito
da numerose raffigurazioni sulla vita della suddetta grande Santa da cui si
deduce – afferma mons. Marra – che Elena La Fauci Di Rosa appare non solo come
un’ottima scrittrice, ma anche una brava pittrice.
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