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 venerdì 10 febbraio 2017

L’INTERVISTA

Danilo Bertazzi ci racconta la magia della nostra amata “Melevisione”

di Maria Schillaci


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Ci ha fatto sognare con le sue storie, con le filastrocche recitate, con i lavoretti da lui creati, le bibite fantasiose e con la magia del Fantabosco e di tutti i personaggi che ne facevano parte. Sì, sto parlando proprio di lui, l’attore Danilo Bertazzi che la generazione anni 90’ e non solo, conosce per la sua interpretazione di Tonio Cartonio, che ogni giorno alle ore 15.00, sui Rai 3 ci teneva incollati alla Tv grazie alla simpatia, dolcezza con cui ha colorato ogni puntata! La “Melevisione” è rimasta e rimarrà sempre nel cuore di ognuno di noi, perché ci ha insegnato la magia intramontabile dei valori e dei sogni più veri, delle gioie più semplici ed autentiche, come antidoto alle oscurità del mondo... perché queste sono le cose che rendono la vita una vera fiaba. Ho avuto la gioia e la fortuna di intervistare telefonicamente, Danilo Bertazzi, attore dal cuore speciale, che si racconta per i lettori di “FilodirettoNews”!

Carissimo Danilo, per tutti noi sei il mitico Tonio Cartonio del programma Rai “Melevisione”. Cosa è stata per te La “Melevisione”? Che emozioni ti ha regalato?

La ‘Melevisione’ per me, come per gli autori, per i suoi “genitori” Bruno Tognolini, Mela Cecchi, la cui fantasia ha partorito questo programma, per la prodruttrice Rai e per il direttore dell’epoca è stata una grande scommessa. All’epoca, i bambini guardavano i cartoni animati giapponesi e coreani e la scommessa è stata tornare all’immaginario infantile di sempre, popolato da fate, streghe, orchi, regine, principesse, lupi e parlare di nuovo con un linguaggio vero, classico, dei bambini, quello della favola, inserendo, però, qualcosa di attuale. È stata una scommessa che abbiamo vinto. La ‘Melevisione’ ha compiuto 18 anni pochi giorni fa. Forse, la parola format non esisteva ancora (cioè, un progetto uguale in Italia, in Spagna, Francia, ecc.). È stato un format nato in quel momento lì. Non volevo nemmeno andare a fare il provino, non avevo voglia. Sono molto pigro, allora lo ero ancora di più! (Ride divertito). Sono andato senza nessuna aspettativa e venni scelto. Portai un pezzo di Pinocchio di Rodari, dovetti cantare, sono abbastanza stonato, ma non era un provino musicale (sorride ricordando il momento). Mi dissero che il colore dei miei capelli non andava bene, bisognava renderlo da cartone animato. Non mi piacque mai intervenire sui capelli! Ricordo che, dopo un paio di mesi dall’inizio della ‘Melevisione’, io, Linfa, Ronfo, Lampo e Fata Gaia andammo a fare la maratona dei bambini a Roma. Eravamo sulla metro già vestiti con i costumi, imbarazzatissimi. Ronfo con le ciabatte, le persone ci guardavano come per dire ‘Questi sono matti!’. Speravamo di incontrare qualche bambino che ci riconoscesse, invece niente! (Ride). Ho un ricordo bello, mi sono sempre divertito con i miei colleghi, specie con i tre gnomi! Eravamo una banda di matti! Ho amato tanto la prima ‘Melevisione’!”.

In cosa somigli al personaggio di Tonio Cartonio nella tua vita reale?

Ho un rapporto conflittuale con Tonio Cartonio, da anni. Ho anche odiato in alcuni momenti il personaggio, perché, a volte, ha preso molto il sopravvento. Anche la mia vicina di casa mi chiamava Antonio, ma l’ho sempre perdonata perché poi scendeva con i panzerotti fritti e le orecchiette! La popolarità ha portato anche un effetto negativo, come quelle finte morti sul web che mi fanno ancora molto male. La prima volta, la mia famiglia stette male, lo seppe dalla vicina di casa... immagina! Quello è l’uso del web più pericoloso, non tanto per me, ma basta pensare a quei ragazzi fragili che non reggono quell’aggressività virtuale. Adesso un po’ ci rido sopra, però, che barba! Mi stupisce che colpiscono ‘Tonio Cartonio’ come se non esistesse Danilo Bertazzi. Forse, è un rifiuto alla propria infanzia, colpendo un personaggio che ha rappresentato l’infanzia accantonando il mondo dell’infanzia. Bisognerebbe, invece, riscoprire i valori dell’infanzia come quello dell’amicizia. Ogni storia della ‘Melevisione’ insegnava che l’amicizia vince, che con pazienza ed intelligenza si superano anche cose brutte, si ride di un orco, di un lupo. La ‘Melevisione’ ha avuto anche la ‘presunzione’ di toccare momenti difficili: la separazione dei genitori, la morte dei nonni, ed una puntata molto toccante (‘Il segreto di Fata Lina’) era sull’abuso dei bambini, raccontata nel modo più adatto, dove il mostro era proprio una guardia del re, quindi, una persona che doveva proteggere. Gli autori della ‘Melevisione’ sono stati davvero bravissimi con una fantasia strepitosa”.

Come nascevano quelle filastrocche così belle che recitavate alla ‘Melevisione’, facendoci sognare?

Le filastrocche erano quasi tutte di Bruno Tognolino, che è veramente un poeta. Non era semplice ricordare tutto a memoria. Noi non avevamo suggeritori. Mi aiutavo con la mia memoria fotografica! Studiavo un copione al giorno. Inoltre, ‘Melevisione’ viene dal nome Mela Cecchi e Tonio da Bruno Tognolini, in omaggio a loro”.

Hai recitato in molti programmi teatrali (“Il Piccolo Principe”, “Cuore a Gas”...). In TV hai preso parte, oltre che alla “Melevisione”, in “Giro del Mondo in 80 Giorni”, condotto “Slurp”, ecc. In quale programma ti sei sentito a casa?

Ho iniziato facendo radio, ero molto giovane. In Rai, si recitava presto al mattino e si arrivava in questo studio ‘C’ bellissimo, dove c’è stata anche la Callas. Quando c’erano grandi compagnie teatrali a Torino, venivano ingaggiati grandi attori dalla Rai per delle letture radiofoniche... Marisa Fabbri, Annamaria Guarnieri. Per un giovane attore, era come il ‘pane’. Ho un ricordo meraviglioso, mi chiamarano in radio per la produzione teatrale di Edipo (Con la sfinge, Edipo, Tiresia...). Avevo 24 anni ed ho scoperto, dalle didascalie, di avere la parte del servo muto! Cercavo di fare dei rumori per farmi sentire. Ho avuto un grande insegnamento: ‘Non dare per scontato nulla, la gavetta è stata lunga’. Come programma, ho amato moltissimo ‘Trebisonda’, mi è dispiaciuto non averlo potuto continuare, non per mia scelta. Mi è piaciuto tanto anche ‘Slurp’, dove grazie al programma ho unito anche la mia passione per la cucina”.

Cosa della “Melevisione” ti piacerebbe fosse reale? Puoi lasciare un messaggio a tutti i lettori di “FiloDirettoNews”?


Vorrei che esistesse questo spirito di amicizia che c’è dentro il ‘Fantabosco’, perché amicizia e fratellanza sono veramente importanti, in questo momento storico in cui ci troviamo. Avere rispetto, meno pregiudizi, quella curiosità di conoscere. Adesso, sembra di essere nel Far West. Il messaggio che vorrei dare è leggere sempre, perché nella lettura ci sono i viaggi più belli che possiamo fare. Leggere significa conoscere e se si conosce si hanno quelle armi belle per affrontare qualsiasi situazione. Conoscere significa anche non aver paura, si ha un grande potere contro le fatiche della vita. Soprattutto, i ragazzi devono leggere. Ogni tanto, spegnere la TV ed aprire un libro. Poi, avere rispetto della vita, delle persone, degli animali”.


 


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