DICCI LA TUA
Messina – Lettera aperta del sindaco Renato Accorinti
di Redazione
Ogni
volta che perdi o intravedi il rischio di perdere qualcuno o qualcosa, ti
accorgi, all’improvviso, del suo valore. E ti svegli, prendi coscienza e
riscopri la preziosa ed imperfetta bellezza della sua interezza, senza più
concentrarti sui particolari, sui difetti che non sei mai riuscito ad
accettare. Oggi, ci troviamo di fronte alla possibilità che il Consiglio
Comunale voti la sfiducia all’azione amministrativa della Giunta Accorinti.Per
questo, molti cittadini, anche quelli con posizioni critiche, si stringono
forte a questa esperienza collettiva e la difendono da un atto di forza che vorrebbe
porre fine ad essa in modo anticipato. La mozione di sfiducia mette a nudo
quella “politica” che politica non è. Fa gola tornare, adesso, nel tempo del
raccolto, dopo la durissima ed instancabile semina di questi tre anni e mezzo,
fatta passo dopo passo, risalendo con fatica ed a mani nude quell’abisso dentro
il quale la Città è stata sprofondata per decenni da sporchi affari e
clientelismo.
Questo
gesto mette a nudo quella politica che è solita agire non avendo scrupolo di
compiere azioni nefaste per la Città di Messina, senza pensare neanche per un
solo attimo alle conseguenze di un possibile ennesimo commissariamento,
paralizzando, così, gli atti di rinnovamento e tutti i delicati processi in
corso che hanno bisogno di continuità e cura. C’è chi vive dentro confini
ristretti, avendo cura solo del proprio tornaconto di bottega, bramando le
prossime elezioni, studiando a tavolino i propri posizionamenti, passando da
uno schieramento all’altro in base agli accordi più vantaggiosi, senza nessuna
idea o ideale. Io, “scusate, non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera”.
C’è,
poi, chi prova a vivere il proprio ruolo in politica come un servizio, una
missione, pensando a valori alti di comunità. De Gasperi diceva: “Un politico guarda alle prossime elezioni.
Uno statista guarda alle prossime generazioni”. Certamente, non sono uno
statista. Nel mio piccolo, cerco di agire col cuore nel cielo ed i piedi ben
piantati per terra, col desiderio di dare intensità e profondità ad un cammino
di comunità. Cerco di compiere lo sforzo emozionante di darci, tutti insieme,
la possibilità di umanizzare la politica. Stiamo amministrando, impegnandoci a
togliere le montagne di macerie, a rimediare all’immane disastro della macchina
amministrativa, delle partecipate e dei bilanci. Ci siamo rimboccati le
maniche, abbiamo ricostruito le fondamenta, abbiamo creato la possibilità di
fare le opere più importanti che cambieranno, per sempre, il futuro della Città.
Siamo stati “concreti come dei sognatori”. Per questo, sono sereno pensando
che, sfiducia o non sfiducia, sono, comunque, arrivati troppo tardi.
Noi
abbiamo, già, vinto. Abbiamo, già, cambiato i connotati della politica,
restituendo valore alla parola “politica”, provando a mettere al centro l’uomo
ed il cittadino nei suoi fondamentali diritti a partire dagli ultimi. L’avvio
di una rivoluzione culturale. Lo abbiamo fatto noi, liberi cittadini messinesi,
società civile che ha scelto di compattarsi, non con vuoti slogan, ma con la
pienezza e la forza degli ideali, fino a vincere un’elezione, sconfessando
tutti i pronostici, irrompendo come un fiume in piena dentro il Palazzo,
scardinando come arieti tutte le porte delle stanze del potere. Abbiamo fatto
rinascere la fiducia nella politica, dimostrato che, davvero, nulla è
ineluttabile, che tutto può essere ribaltato. Che anche, oggi, si possono fare
le rivoluzioni. Che i sogni possono diventare realtà. Soprattutto, se sognati
da una intera collettività. E questo è il senso di “Cambiamo Messina dal Basso”.
Abbiamo
dato l’opportunità di riflettere a milioni di persone, in Italia ed in Europa.
A loro abbiamo detto e diciamo ancora: “Noi
non sapevamo che era impossibile, quindi, lo abbiamo fatto. Ci ha guidato l’Utopia,
ora provateci anche voi!”. Ormai, niente sarà più come prima perché questa
esperienza ha dato prova che si può realizzare l’irrealizzabile. Perché da una
presa di coscienza collettiva indietro non si torna. Questa è la nostra vera
vittoria. Nonostante i limiti, gli errori e le imperfezioni.
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