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 venerdì 20 gennaio 2017

MESSINA

Festività di Sant’Eustochia – “La Desiderata”

di Alfonso Saya


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Venerdì 20 gennaio ricorre il 532° Anniversario della morte di Sant’Eustochia. La grande Santa messinese nacque nel 1434, per un voto fatto dai genitori alla Madonna di Montalto. Erano ricchi, il padre un mercante, ma non erano contenti perché desideravano avere una figlia. Il padre, Bernardo Calafato, puntava sempre lo sguardo verso il Santuario di Montalto, che sovrasta la nostra Città, e pregava la Madonna affinché gli facesse la grazia di avere una figlia promettendo ricchi doni. Anche la madre, la buona Mascalda, pregava la Vergine di Montalto promettendoLe che l’avrebbe consacrata al Signore come sposa. La preghiera dei genitori fu esaudita, la Santa nacque in una stalla, come Gesù, al Villaggio Annunziata, poco distante dalla Città colpita, a quel tempo, dalla peste. Fu chiamata Smeralda e la sua vita sfavillò come una gemma preziosa. Quando la mamma pregava in ginocchio, lei la imitava e s’inginocchiava. Sull’esempio della madre, cresceva in virtù e sapienza. Sin da piccola, volle soffrire come Gesù e faceva penitenza, deturpando la sua bellezza. I suoi pensieri erano pensieri di Cielo... Quando si trovava in Chiesa, invidiava la lampada che arde dinnanzi al Tabernacolo, consumandosi d’Amore per Gesù, definito, nel Sacramento dell’Ostia, il Divin Prigioniero.

La sua bontà le conquistava gli affetti di tutti e la sua bellezza l’amore dei più nobili giovani di Messina. Il padre sognava le nozze e la promise, con un contratto, come si usava a quel tempo, ad un ricco mercante messinese, ma lei non volle sposarsi e rifiutò, energicamente, tutti i pretendenti, e decise di sposare il Signore e volle farsi Suora, così entrò nel Monastero di Basicò. I suoi genitori si opposero, ma lei fu irremovibile, indossò il ruvido saio francescano delle Clarisse, diede l’addio al mondo e prese il nome religioso di Eustochia. Volle fondare un altro Monastero, con una regola più rigida, che si chiamò di Montevergine. Sarebbe troppo lungo raccontare la sua Storia fatta di preghiera, di penitenza, di sacrificio, costellata di prodigi che continuano anche ai nostri giorni. Morì, serenamente, col nome di Gesù sulle labbra. Il suo corpo è incorrotto, sembra dormire, è Lei la perpetua Abbadessa del Monastero di Via XXIV Maggio. Le Suore avvertono la sua presenza e, con i segni che dà, le avverte di ogni pericolo e le custodisce.

Il suo Corpo incorrotto si trova in una splendida cappella. Fin dalla morte, il popolo l’ha venerata come una Santa. Furono molti – dicevo – i miracoli sia in vita, che dopo la sua santa morte. Celebre quello del 1615, quando il popolo, terrorizzato per i continui terremoti, accorse dalla sua Santa pregandoLa, affinché liberasse Messina e così fu. Venne proclamata Santa a Messina dal Papa San Giovanni Paolo II, che venne a Messina l’11 giugno 1988.


 


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