MESSINA
Festività di Sant’Eustochia – “La Desiderata”
di Alfonso Saya
Venerdì
20 gennaio ricorre il 532° Anniversario della
morte di Sant’Eustochia. La grande Santa messinese nacque nel 1434, per un
voto fatto dai genitori alla Madonna di Montalto. Erano ricchi, il padre un
mercante, ma non erano contenti perché desideravano avere una figlia. Il padre,
Bernardo Calafato, puntava sempre lo sguardo verso il Santuario di Montalto,
che sovrasta la nostra Città, e pregava la Madonna affinché gli facesse la
grazia di avere una figlia promettendo ricchi doni. Anche la madre, la buona Mascalda,
pregava la Vergine di Montalto promettendoLe che l’avrebbe consacrata al
Signore come sposa. La preghiera dei genitori fu esaudita, la Santa nacque in
una stalla, come Gesù, al Villaggio Annunziata, poco distante dalla Città
colpita, a quel tempo, dalla peste. Fu chiamata Smeralda e la sua vita sfavillò
come una gemma preziosa. Quando la mamma pregava in ginocchio, lei la imitava e
s’inginocchiava. Sull’esempio della madre, cresceva in virtù e sapienza. Sin da
piccola, volle soffrire come Gesù e faceva penitenza, deturpando la sua
bellezza. I suoi pensieri erano pensieri di Cielo... Quando si trovava in
Chiesa, invidiava la lampada che arde dinnanzi al Tabernacolo, consumandosi d’Amore
per Gesù, definito, nel Sacramento dell’Ostia, il Divin Prigioniero.
La sua bontà
le conquistava gli affetti di tutti e la sua bellezza l’amore dei più nobili
giovani di Messina. Il padre sognava le nozze e la promise, con un contratto,
come si usava a quel tempo, ad un ricco mercante messinese, ma lei non volle
sposarsi e rifiutò, energicamente, tutti i pretendenti, e decise di sposare il
Signore e volle farsi Suora, così entrò nel Monastero di Basicò. I
suoi genitori si opposero, ma lei fu irremovibile, indossò il ruvido saio
francescano delle Clarisse, diede l’addio al mondo e prese il nome religioso di
Eustochia. Volle fondare un altro Monastero, con una regola più rigida, che si
chiamò di Montevergine. Sarebbe troppo lungo raccontare la sua Storia fatta di
preghiera, di penitenza, di sacrificio, costellata di prodigi che continuano
anche ai nostri giorni. Morì, serenamente, col nome di Gesù sulle labbra. Il suo
corpo è incorrotto, sembra dormire, è Lei la perpetua Abbadessa del Monastero
di Via XXIV Maggio. Le Suore avvertono la sua presenza e, con i segni che dà,
le avverte di ogni pericolo e le custodisce.
Il
suo Corpo incorrotto si trova in una splendida cappella. Fin dalla morte, il
popolo l’ha venerata come una Santa. Furono molti – dicevo – i miracoli sia in
vita, che dopo la sua santa morte. Celebre quello del 1615, quando il popolo,
terrorizzato per i continui terremoti, accorse dalla sua Santa pregandoLa,
affinché liberasse Messina e così fu. Venne proclamata Santa a Messina dal Papa
San Giovanni Paolo II, che venne a Messina l’11 giugno 1988.
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