Accanto
al caminetto
apro
il diario della mia giovinezza
leggo
la pagina del cuore
scolpita
sulla roccia dell’Amore...
Della
fanciulla amata affiorano i ricordi.
Sul
viso suo divino, dell’aurora erano i colori;
un
bocciolo di rosa era la bocca
che
si schiudeva al primo risveglio dell’alba;
gli
occhi smeraldi, biondi i capelli
cadevano
sulle spalle;
nel
grembiule nero, un esile corpo,
un
collettino bianco al collo avea
calzini
e scarpe di bambola.
Quando
stavo per gustare la dolcezza dell’Amore,
la
coppa mi s’infranse tra le dita.
A
te fanciulla soave che fuggita sei
col
vento della mia primavera
ovunque
tu sia, giunga il mio grazie
per
il mio timido bacio
su
quelle labbra morbide e tremanti
odorosi
petali di rosa;
per
le carezze che mi hai dato
per
l’azzurra estasi d’amore, dolce poesia della vita
che
palpitar fece il cuor, il volto mio sbiancar.
Or
che nel camino il poppo è diventato cenere
nello
scrigno dorato della vita, piango i ricordi.
La
pagina d’Amore è finita, chiudo il diario..
È
l’Amore il sentimento guida di quasi tutta la produzione poetica di Giovanni
Querci, del resto, la poesia è sentimento, scaturisce dall’Amore e l’Amore non
ha altra sorgente che il Creatore. Il nostro segue l’aforisma: “Va dove ti
porta il cuore”, si lascia andare sull’onda del sentimento e mette a nudo la
sua anima come si evince da questa bellissima lirica, che scaturisce proprio da
una pagina d’amore del suo vecchio diario, una pagina ingiallita dal tempo, ma
senza tempo, una “pagina eterna” perché “scolpita sulla Roccia dell’Amore.
Questa lirica si può, quindi, considerare un Canto, un Inno all’Amore, per cui
ha ben meritato la Menzione d’onore al Concorso dal titolo, in perfetta
sintonia, “Sotto l’Egida dell’Amore”, la cui cerimonia si è svolta il 30 ottobre 2016, nel Salone delle Bandiere
organizzato dalla dott.ssa Titti Crisafulli.