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Lo strano caso del CdA dell’Ente Teatro di Messina
di Redazione
È
da tempo che il CdA del Teatro “Vittorio Emanuele” è allo sbando, tra polemiche
e dimissioni. Non è un caso che il CdA, attualmente composto secondo normativa
da sei persone, ma ridotto a quattro per le dimissioni di due componenti, non
abbia trovato una maggioranza per l’elezione del sovrintendente, lasciando,
così, nei fatti mano libera all’assessore regionale Barbagallo, che ne ha
approfittato per nominare una persona a lui gradita. Tutto questo mentre sono
trascorsi circa quattro mesi dalla designazione, da parte del sindaco
Accorinti, di Luciano Fiorino come componente del CdA del Teatro, senza che sia
ancora pervenuta la nomina regionale né alcuna contestazione.
Secondo
alcuni ciò è spiegabile alla luce di un’ulteriore strana coincidenza, ovvero la
nota fatta pervenire dall’assessore Barbagallo all’Ente Teatro lo scorso 12 agosto,
con la quale obbligava lo stesso Ente a ridurre a tre i componenti del CdA,
trascorsi trenta giorni dalla data di pubblicazione sulla G.U.R.S. del D.A.
n.17/GAB. del 29/07/2016. Ma considerato che, ancora oggi, tale decreto non è
stato pubblicato, esso risulta totalmente inapplicabile. Allo stato attuale,
quindi, il CdA, nella sua effettiva composizione di quattro membri compreso il presidente,
non è in grado di funzionare, non può essere – a norma di legge – rinnovato né
integrato, ma nello stesso tempo non lo si può nominare nella nuova
composizione perché il citato decreto assessoriale, non essendo stato
pubblicato, non è applicabile.
Nel
contempo, la Regione riduce i finanziamenti e non dà risposta alle note
sindacali, mortificando le legittime istanze dei lavoratori – e, in particolar
modo, degli orchestrali – per la creazione di un organico che permetta una
seria autonoma produzione teatrale. Insomma, alla luce di quanto avvenuto viene
da chiedersi se, dietro tutte queste casuali coincidenze non si celi la volontà
di porre l’Ente Autonomo Regionale “Teatro di Messina” sotto diretto controllo
della Giunta Crocetta e di trasformarlo in una sua “longa manus”, riducendo al minimo le capacità di controllo del sindaco
sul Teatro della sua città. È arrivato, definitivamente, il momento che la
Regione faccia chiarezza e dia risposte urgenti ai messinesi.
Lettera inviata
dal Comitato Messina dal Basso
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