mercoledì 30 ottobre 2013
SALUTE E BENESSERE
Condannato il Ministero della Salute per un caso d'infezione da Epatite C
di Redazione
La terza sezione
civile del tribunale di Palermo ha condannato il Ministero della Salute a
risarcire 280.551 euro a una donna di Palermo che ha contratto l’epatite C, in
seguito a una trasfusione effettuata all’ospedale “Cervello”, durante il parto
cesareo, nel 1981.
L’epatite C, che,
a quel tempo, non era ancora riconosciuta come tale (nomenclatura), veniva
classificata come “no A” o “no B”. Veicolo di contagio, in quel periodo,
furono diverse sacche di plasma sanguigno, provenienti dall’estero, che non avevano
subito controlli e, pertanto, i casi d’infezione, per via trasfusionale, furono,
in poco tempo, decine di migliaia, nel nostro paese.
La patologia, in
molti casi “silente”, s’individua per un aumento delle transaminasi del fegato ed
è per questo che la donna, di cui si parla, scoprì di avere la malattia solo
nell’anno 2001.
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