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Chiusura Agenzia delle Entrate di Patti: Quanto conta la politica locale?
di Redazione
Ormai,
è acclarata l’intenzione da parte della Direzione regionale dell’Agenzia delle
Entrate di chiudere la sede dell’Ufficio territoriale di Patti e questo,
nonostante la tempistica, avrebbe potuto consentire una vera mobilitazione
delle istituzioni locali, dei rappresentanti politici e della popolazione. Noi
del Comitato “Valle del Timeto”, già lo scorso luglio, avevamo lanciato l’allarme,
ma, soprattutto, avevamo dato la nostra disponibilità per l’organizzazione di
eventi di sensibilizzazione, di una mobilitazione popolare e per organizzare un
tavolo tecnico finalizzato a trovare una soluzione più ottimale per il
mantenimento e, anzi, per il potenziamento dei servizi dell’Agenzia dell’Entrate
sul territorio pattese, un hinterland che conta più di 50 mila abitanti, con
una Città sede di tribunale ordinario e di altre istituzioni importanti.
Sappiamo che l’amministrazione comunale di Patti ha agito chiedendo l’aiuto dei
sindaci del comprensorio e, da settimane, ha avviato un’interlocuzione con la Direzione
dell’Agenzia per ottenere il trasferimento degli uffici e, a tal scopo, ha
messo a disposizione alcuni locali della sede municipale di Piazza Mario
Sciacca (ex Palazzo di Giustizia). Siamo sicuri che l’amministrazione comunale
di Patti si sta battendo per mantenere questo ufficio ma – ci dispiace dirlo –
abbiamo riscontrato uno scarsissimo interesse da parte dei sindaci del
comprensorio che, a parte qualcuno, non hanno dimostrato di avere a cuore le
sorti dei propri cittadini. Perché parlare di Agenzia dell’Entrate non
significa parlare di qualcosa di estraneo alla cittadinanza, ma di un servizio
importante per l’intera comunità: dal semplice contribuente a tutti i
professionisti e gli imprenditori che, in caso di chiusur,a saranno costretti a
spostarsi fino a Barcellona P.G.
Alla
nostra nota dell’11 luglio (inviata ai sindaci dei 15 comuni del pattese, a
tutte le istituzioni, a tutti gli ordini professionali e alle principali
organizzazioni sindacali), in cui mettevamo a disposizione il nostro tempo e il
nostro impegno per trovare una soluzione, hanno risposto in pochi. Abbiamo
raccolto la disponibilità, espressa fin da subito, tra i sindaci, solo da
quello di Librizzi e, poi, dal presidente dell’Ordine degli Architetti di
Messina, dal Collegio dei periti industriali, dal presidente dell’Ordine dei Dottori
agronomi e dalla Casartigiani dei Nebrodi. Con l’amministrazione comunale
pattese, invece, sono intercorse comunicazioni informali. Con questi
interlocutori continueremo a coordinarci e ad impegnarci, ma adesso che la data
della chiusura dell’ufficio di Patti è sempre più vicina, e che solo un ultimo
sforzo di concertazione da parte del Comune di Patti e dei sindaci potrebbe
scongiurarla, ci sentiamo di porgervi queste considerazioni.
Visto che la
chiusura dell’ufficio era nell’aria ormai da quasi due anni e che, a più
riprese, articoli di stampa avevano sottolineato questo rischio, perché gli
amministratori, ma, soprattutto, i tanti rappresentanti politici del territorio
(che, puntualmente, colgono le occasioni più propizie per mettersi in mostra
con “annunci” ad orologeria), non hanno intravisto per tempo questa eventualità
e perché non sono intervenuti nelle sedi opportune? Le cronache ci hanno dato
notizia soltanto di un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato
Alessio Villarosa, per il resto solo chiacchiere, telefonate, discussioni da
corridoio che finora, evidentemente, non sono servite a nulla. Forse qualcuno o
tutti sono concordemente “complici” di questa scelta dettata dalla solita
burocrazia di quei solerti funzionari che prendono decisioni senza conoscere il
territorio, ottemperando alla moda in certi casi ingiustificata della “spending
review”, magari allettati da qualche “promozione” o “premialità”.
Ci
fa impressione vedere che queste decisioni vengano “calate” dall’alto senza che
nessuno, neanche i rappresentanti politici dei vari livelli (fino ai
parlamentari regionali e nazionali), possa sollevare obiezioni. Questi
rappresentanti sembrano più intenti a rispondere agli ordini di scuderia e a
schiacciare i pulsanti in parlamento che a lavorare sul territorio e tutelare
gli interessi dei cittadini rappresentati. È il caso di dire che, per l’ennesima
volta, la politica si sta facendo battere dalla burocrazia senza che nessuno
spenda una parola. E non ci spieghiamo perché in altri territori, nonostante
tutto, si ottengano i risultati: vedi il caso di Gela e di Taormina dove pare
che la chiusura degli uffici territoriali sia stata, definitivamente,
scongiurata e per tempo. Perché questo non sta succedendo a Patti? Perché qui
ancora a poche settimane dalla paventata chiusura si è in bilico? Forse perché
contiamo poco? Dal momento che né i comuni cittadini né gli amministratori e i
politici possono fare nulla, non ci resta che votarci a qualche santo.
Lettera inviata dal “Comitato
per la Difesa e la Valorizzazione della Valle del Timeto”
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