SIRACUSA
Aldo Moro, verso la santità
di Redazione
Se
i politici cercano un santo cui votarsi, forse tra non molto lo avranno
davvero: per Aldo Moro, lo statista democristiano, ucciso dalle Brigate Rosse
il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni di prigionia, presto, dopo la consegna dei
documenti e firme per la “fama di santità”, potrebbe aprirsi il processo vero e
proprio che si aprirà dopo il nullaosta della Conferenza episcopale. Una data
precisa ancora non c’è, ma siamo vicini. Lo ha detto il dottore Nicola Giampaolo,
il postulatore che da quattro anni, per conto del Vaticano, coordina la
raccolta delle testimonianze per la beatificazione e canonizzazione dello
statista della Democrazia cristiana, giovedì e venerdì in Sicilia a Sortino e
Carlentini, in Occasione della Presentazione del Libro “Aldo Moro, un cristiano verso l’altare”, Giuseppe Laterza Editore.
I due Eventi sono stati promossi e
organizzati dall’“Unione Cattolica Stampa Italiana”, sezione di Siracusa, con
il sostegno dell’Associazione “Argomenti 2000”, il patrocinio dei Comuni di
Carlentini, Sortino, di Radio “Una Voce Vicina” e del Settimanale cattolico “Cammino”
di Siracusa.
Nella due giorni in Sicilia, il postulatore accreditato presso la
Santa Sede Nicola Giampaolo ha partecipato, giovedì mattina, a Lentini, alla Celebrazione eucaristica nella Chiesa dell’Immacolata presieduta dal rettore don
Enzo Salemi, canonico dell’ex cattedrale di Lentini. Nel pomeriggio, a Sortino,
nella Sala Conferenze del Convento dei Cappuccini, l’Incontro con il postulatore moderato dalla giornalista Pia Parlato.
“Per noi è un momento intenso di storia e
di ricordi – ha detto il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato – parlare di Aldo Moro, uomo, politico e padre
di famiglia. Aldo Moro è stato nel nostro Paese, negli anni settanta, quando l’allora
sindaco Mario Giardino l’ospitò in un momento intenso di confronto politico”.
Il postulatore Nicola Giampaolo, venerdì mattina, ha incontrato l’arcivescovo
di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, con il quale ha avuto un lungo
colloquio privato. Nel pomeriggio, a Lentini, in piazza Aldo Moro, davanti alla
lapide che ricorda il XXXIV Anniversario della scomparsa, alla presenza del
sindaco Saverio Bosco ha deposto un mazzo di fiori.
Alla sobria Cerimonia, hanno partecipato l’onorevole
Luigi Boggio, il comandante della polizia municipale Alfio Vacanti e l’ex
presidente del consiglio comunale ed ex assessore Salvatore Di Mari. A
Carlentini, il postulatore è stato ricevuto dal sindaco Giuseppe Basso, dal
vicesindaco Angelo Ferraro, dal presidente del consiglio Salvatore Genovese, a
Palazzo di Città. Poi, nell’Aula consiliare, la Presentazione del Libro,
moderato dalla giornalista Maria Chiara Catalano e la Relazione del vicepresidente diocesano dell’Azione cattolica Alfio
Castro, docente di Storia e Filosofia al Liceo “Megara” di Augusta e del
giornalista Luca Marino. A seguire, la testimonianza del sindaco Giuseppe Basso
su Aldo Moro. “Dopo il nulla osta del
cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa, che ha proclamato Moro ‘servo di
Dio’ – ha detto il postulatore Nicola Giampaolo – in breve tempo il presidente del Tribunale diocesano di Roma, sede
competente perché lì s’è svolta la tragica vicenda, ha introdotto la causa
acquisendo gli atti del ‘supplice libello’ sulla fama di santità”. Alla
raccolta di firme per la “fama di santità” di Moro hanno, d’altra parte,
aderito 50 vescovi e 25 cardinali, oltre a personalità del mondo civile e
politico, soprattutto di matrice democristiana, ma non solo.
Per lo statista
Dc, quindi, si avvicinerebbe il momento in cui verrà proclamato beato, ma anche
martire, perché caduto, addirittura, “in odio alla fede cristiana”. “E questo – continua il postulatore
Nicola Giampaolo – è un passaggio molto
importante, che attribuisce alla figura di Moro uno spessore ancor più
evidente. Del resto, non bisogna
dimenticare che la figura e la vicenda di Moro, con tutta la loro tragicità, ma
anche grandezza rientrano nel terzo segreto di Fatima”. E, poi, c’è la
presa di posizione dei vescovi, per i quali andrebbe dichiarata l’opportunità
della causa per la beatificazione di Moro come “modello di vita per la politica italiana. Per la beatificazione occorre
un miracolo, o una grazia. Non, però, se si parla di martirio, come nel caso di
Moro. I miracoli ci sono, li metteremo in campo per la canonizzazione”, per
quando cioè si tratterà di fare un ulteriore passo in avanti verso la santità
di Moro. Le segnalazioni non mancano, come quella di un presunto miracolo, una
guarigione.
Un altro requisito è quello di una fede cristiana e cattolica forte
e inconfutabile, e ciò spiega perché sia stato già aperto un analogo
procedimento nei confronti di Giorgio La Pira e Alcide De Gasperi in “fama di
virtù”, per il giurista Vittorio Bachelet (come Moro giustiziato dalle Br) s’è
in attesa del nulla osta. Aldo Moro, insieme a Paolo VI, fu protagonista del
disegno (poi realizzato, compiutamente, da Giovanni Paolo II) di un
allargamento della fede alla Russia e a tutti i Paesi dell’Est europeo. Risiede
qui la ragione profonda del suo assassinio. E la “Populorum progressio” è l’Enciclica più politica fatta da Paolo
VI, si vocifera che la parte iniziale sia stata redatta proprio da Moro. “Abbiamo – ha detto il presidente dell’“UCSI”
di Siracusa, Salvatore Di Salvo – contribuito
a far conoscere, tramite il postulatore, la figura di Aldo Moro, comunicatore,
uomo, cristiano, padre di famiglia, in questo momento che l’avvio del processo
di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Aldo Moro è vicino”.
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