mercoledì 28 settembre 2016
DICCI LA TUA
Una scuola… non “scuola”
di Redazione
Inizia
l’anno scolastico giorno 12 settembre. Mia figlia entusiasta! “Bello papà, incontro di nuovo i miei
compagnetti, ritorno nella mia aula… nel mio banco, prima di entrare gioco con
i bimbi delle altre classi, così come all’uscita”. Ci presentiamo con Sofia
per il terzo anno scolastico, alla Scuola “Salvo D’Acquisto”, al Villaggio UNRRA,
apprendiamo la novità che i bambini di tre classi sono stati spostati nella
vicina chiesa. La cosa suscita in noi genitori perplessità generando,
inevitabilmente, scompiglio e dubbiosità. Al primo giorno di scuola, si
presenta uno scenario a dir poco triste e, sostanzialmente, inidoneo. La
chiesa, come si evince dalle foto, è, visibilmente, pericolante e dai locali
angusti, corridoi stretti, bagni sporchissimi, grate alle finestre in
corrispondenza delle tabelle estintori (gli stessi mancanti), niente porte anti-panico,
le mamme costrette a pulire i bagni e tanto altro ancora. In noi genitori, una
serie di dubbi hanno innescato altrettante domande.
Perché la classe di mia
figlia e non un altra? Perché questo disagio solo su 3 classi, piuttosto che su
tutta la collettività scolastica e in egual misura? Perché il preside accetta
nuove iscrizioni laddove la capacità ricettiva è già al limite? Perché non
pensare ai doppi turni? Mia figlia, dopo il primo giorno di scuola, con gli
occhi lucidi mi rivolge delle domande: “Papà,
che abbiamo fatto di male? Perchè ci hanno messo in chiesa? Siamo in punizione?
Rivoglio la mia classe e il mio banco!”. Questa la percezione di Sofia e,
così, di altri bambini. La mia posizione di padre, invece, m’impone di
verificare che mia figlia sia in una struttura idonea, costruita allo scopo e con
le dotazioni di tutte le scuole. Nei giorni immediatamente successivi, si sono
create due fazioni di genitori, i favorevoli e i contrari alla nuova sede
scolastica. Nel caso specifico, i genitori delle terze “A” e “B” favorevoli e
11 genitori su 16 della sezione “C” contrari. Il fatto che anche l’opinione
pubblica abbia preso conoscenza di quanto stava avvenendo ha, di fatto,
contrariato il preside, le maestre e... addirittura le rappresentanti di
classe. Ne nasce una faida che si conclude.. (per il momento) con una riunione
indetta dal preside giorno 18 ottobre, con la quale egli stesso spiegherà le
ragioni della determina.
Credo, invece, che tale riunione sarebbe stato meglio
indirla tra gli organi d’istituto e gli 11 genitori dissenzienti. Nei fatti,
tutti i genitori delle tre classi sono stati convocati in questo “confronto” chiesto
dal preside, dove il suo compito non doveva essere interlocutorio, ma solo
informativo. Egli stesso, infatti, prima d’iniziare, ci tiene a precisare che
lo scopo è solo quello d’informare gli 11 genitori dissenzienti circa gli
strumenti di legge che gli hanno consentito di trasferire i nostri bambini in
chiesa in modalità “O BERE O AFFOGARE... CHI VUOLE CI SONO I NULLA-OSTA PRONTI”.
Non vi sto a raccontare il livello del confronto, dove il preside si compiaceva
della “clac applaudente” dei genitori delle classi 3A e 3B ai quali veniva
consentito di usare anche il microfono… salvo zittire e inveire verso i
genitori della 3C. Nel merito della vicenda potrei aggiungere altro, ma non
posso perché nel frattempo alcuni genitori sono stati “convinti” a
sottoscrivere un documento con il quale accettano gli argomenti addotti dal preside
e prendono le distanze dagli 11 genitori che avevano sollevato “lecitamente”
dubbi e perplessità.
Io mia figlia in chiesa non l’ho più mandata. Non ci sono
i presupposti che diano serenità sia a me che a mia moglie che la bambina possa
stare in un luogo sicuro. Al fine di evitarle ulteriori traumi, quelli che ha
subito l’hanno destabilizzata abbastanza e ho provveduto per il trasferimento
in altra scuola, insieme ad altri bambini figli dei dissenzienti. Il preside ha
firmato i “nulla-osta” senza chiedersi il perché, senza porsi domande e senza
chiamarci. Probabilmente, gioisce del fatto che i “disturbatori” se ne sono
andati, lasciando campo libero. Sono stato contattato dalla segreteria della Scuola
“Salvo D’Acquisto” che m’informa che il “nulla-osta” di Sofia è stato inoltrato
all’altra scuola. Domani Sofia, dopo una settimana che non va a scuola (non
avendo accettato la “soluzione chiesa”), continuerà il suo percorso scolastico “spero”
senza ulteriori traumi, senza discriminazioni, soprattutto in un luogo
costruito, appositamente, come “Scuola”. Nella questione andrò a fondo a tutela
mia, ma anche, e soprattutto, di tutti i bambini che sono, inconsapevolmente, a
rischio in un luogo – a mio avviso – non idoneo.
Lettera
inviata da Luca Blandina
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