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 domenica 18 settembre 2016

L’INTERVISTA

Agi Bojaxhiu, nipote di Madre Teresa di Calcutta… ci racconta

di Maria Schillaci


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Gonxha (Agnese) Bojaxhiu, che poi prese il nome “Madre Teresa”, è nata il 26 agosto 1910 a Skopje (ex Jugoslavia). Grazie alla sua famiglia, ricevette un’educazione, fortemente, cattolica. La sua fede andò a crescere sempre più, fin quando, già dal 1928, sentì un forte “richiamo” verso la vita religiosa. Successivamente, dopo aver capito che seguire la via del Signore era la sua strada, venne accolta dalle “Suore di Nostra Signora di Loreto”, a Dublino. Nel 1929, a Darjeeling (in India), iniziò il suo noviziato e lì insegnò alle bambine povere. Nel 1931, Madre Teresa pronunciò i voti religiosi. Qualche anno dopo, nel 1935, per concludere i suoi studi, venne mandata all’Istituto di Calcutta. Lì, sentì un dolore straziante nel cuore, nel vedere gli abitanti di Calcutta, vivere nella miseria immensa, per strada e senza un tetto, senza nulla. Vide i malati abbandonati nelle vie, i bambini morire ed essere gettati come degli oggetti.

Nel 1946, un giorno mentre pregava sentì l’invito di Dio nel lasciare il convento per dedicare la sua vita ai poveri. Madre Teresa riuscì ad ottenere il permesso della Santa Sede per lasciare il convento e, nel 1947, indossò per la prima volta il “sari”, abito tradizionale indiano, in cotone bianco con bordi azzurri, i colori della Madonna. Con il tempo, molte ragazze seguirono Madre Teresa e nacque la “Congregazione delle Missionarie della Carità”. Madre Teresa, “la piccola matita nelle mani di Dio”, come lei amava definirsi, aprì una casa per accogliere i moribondi, i malati e, poi, un centro per i bambini abbandonati. Le stava a cuore la vita di ogni singolo bambino, uomo, creatura. Nel 1979, ricevette il Premio “Nobel” per la Pace. Il 4 settembre 2016, è stata santificata da Papa Francesco, momento emozionante per il mondo intero. L’amore fu la parola d’ordine dell’intera vita di Madre Teresa di Calcutta, una piccola meravigliosa matita che “scrisse” con la Misericordia di Dio, dentro il cuore di ogni povero che incontrava. Ci concede un’intervista sua nipote, la gentilissima signora Agi Bojaxhiu:

“Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità”. Questa frase pronunciata da Madre Teresa può approfondirla, raccontandoci quanto fosse prezioso per sua zia un valore inestimabile come l’amicizia?

In varie occasioni, abbiamo incontrato persone che, per motivi differenti, sono state vicino a madre Teresa. Tutte serbavano nel cuore la propria memoria di una persona capace di comprendere le esigenze dell’altro e con un forte senso dell’amicizia. Madre Teresa era sempre disposta ad accogliere nuovi amici.

Dal punto di vista di nipote, cosa può dirci di sua zia, Madre Teresa?

La famiglia Bojaxhiu è una delle tante famiglie cattoliche che popolavano la cosiddetta Turchia europea all’inizio del ventesimo secolo. Il padre di Madre Teresa era un facoltoso imprenditore, i cui affari lo portavano in giro per i Balcani e oltre. Lasciare casa per la giovane Agnese Bojaxhiu non era stata una scelta facile e la mancanza di casa era stata resa anche più dura dall’impossibilità di rivedere la propria madre e l’altra sorella rimase in Albania. Potere rivedere e frequentare il proprio fratello, nonché la propria unica nipote, pertanto, per lei era fonte di gioia. Madre Teresa era, semplicemente, orgogliosa di avere una nipote con una famiglia solida, con un marito e due bambini. Malgrado i suoi frequenti viaggi e grandi fatiche per il suo apostolato, una volta mi portò un mandolino che le era stato donato dalla comunità degli italoamericani di New York e che lei aveva subito deciso di portare a mio figlio Massimiliano.

“Oggi la gente ha fame d’amore, ha fame di comprendere l’amore più grande che è l’unica risposta alla solitudine e all’estrema miseria. Ecco perché possiamo andare nei paesi ricchi dove nessuno ha fame di pane e vedere la gente che soffre in maniera terribile per la solitudine, la disperazione, l’impotenza, la mancanza di prospettive”. Questa è un’altra splendida frase pronunciata da sua zia, può raccontarci un episodio familiare di Madre Teresa?

Per rispondere a questa domanda devo superare l’innata riservatezza della mia famiglia. Voglio ricordare qualcosa per me molto importante, ovvero il periodo che ho passato vicino a mia zia quando, durante gli ultimi anni della sua vita, ebbe a passare un periodo di forte infermità. Ebbene, Madre Teresa espresse il desiderio che io le fossi vicina. In quel momento, mi sono sentita importante per lei.

Può lasciare un messaggio a tutti i lettori di “FiloDirettoNews”?

Io spero che chi entra in contatto con Madre Teresa, in questi giorni, grazie anche all’importante sottolineatura che hanno, giustamente, dato i media, scelga non soltanto di emozionarsi, ma anche di fare qualcosa di concreto. Un giorno, Madre Teresa ricevette in India la visita di un bimbo con un fagottino pieno di zucchero: si trattava del frutto delle sue rinunzie giornaliere. La proposta, quindi, è quella di rinunciare, almeno per una volta, a qualcosa di superfluo a cui si tiene, come un bel vestito nuovo o un fine settimana di ferie per offrire un dono ai poveri. Ecco, questo è il mio suggerimento che dà ai vostri lettori se vogliono ricordare Madre Teresa.


 


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