MESSINA
Messina abbraccia il suo compatrono Sant’Alberto Carmelitano
di Redazione
Lunedì 7, alle ore
18.30, solenne Concelebrazione Eucaristica nel Santuario della Madonna del
Carmine con l’esposizione del braccio reliquiario del Santo, la tradizionale
benedizione dell’acqua e, per la prima volta e dopo tanti anni, l’accensione
della lampada votiva da parte del presidente del Consiglio Comunale, nel
ricordo della deliberazione del Senato messinese del 1629. Alberto degli
Abbati, patrono di Trapani (la città che gli ha dato i natali, intorno al
1250), è, insieme a San Placido Martire, Santa Eustochia e San Francesco di
Paola, compatrono di Messina, dove ha vissuto per molti anni e dove è morto nel
1307. Domenica 7, verrà fatta memoria del Santo nel Santuario della Madonna del
Carmine, luogo che ne tramanda il culto. La Chiesa, che quest’anno ha ricordato
i 60 anni dalla sua elevazione a Santuario mariano cittadino, ha vissuto, nello
scorso settembre, l’addio dei padri carmelitani, presenti in città sin dalla
fine del ‘200 e l’arrivo di un nuovo parroco diocesano, Don Gianfranco
Centorrino.
A Sant’Alberto, primo santo dell’Ordine Carmelitano, è
legato il celebre episodio della liberazione di Messina dalla carestia, che
viene ricordato dal “Vascelluzzo”. E per tenere memoria di questo rapporto
speciale che lega il santo con la Città, al termine della funzione serale,
prima della benedizione dell’acqua e riprendendo un’antica tradizione, sarà
accesa una lampada votiva da parte del presidente del Consiglio Comunale,
Emilia Barrile, nel ricordo e in ottemperanza di una deliberazione del Senato
messinese del 1629 della quale verrà data lettura. Sarà, inoltre, presente la
Confraternita di “Santa Maria” di Portosalvo dei Marinai che custodisce il
Vascelluzzo.
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