NOTA SINDACALE
COBAS – CODIR sulle ultime vicende del Teatro Vittorio Emanuele
di Redazione
Alla luce delle
vicende che hanno, ancora una volta, turbato l’attività del Teatro Vittorio
Emanuele di Messina, culminate con le dimissioni del sovrintendente, il
sindacato COBAS – CODIR,
organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa alla Regione Siciliana ed
Enti collegati, ritiene inaccettabile l’operato di coloro che occupano ruoli di
vertice, chiamati in questa fase a dimostrare un particolare senso di
responsabilità. Non si può, nel caso specifico, accettare che il dott. Saija,
oltreché sovrintendente, ricoprisse il ruolo di direttore generale, ignorando
volutamente i limiti imposti dalla legge istitutiva del 1995 e dallo statuto
dell’Ente Teatro. L’ex sovrintendente, così facendo, ha operato scelte
arbitrarie, unilaterali, che invece si sarebbero dovute adottare secondo il
metodo della concertazione sindacale, prevista dal vigente C.C.R.L.. Tutto ciò, è avvenuto in spregio alla legge e soprattutto
alle più elementari regole del buon senso, a discapito dei lavoratori del
Teatro, seguendo la tendenza, purtroppo ormai diffusa, di operare nel segno di
una sbandierata “efficienza”, collegata ad un’apparente “politica del fare” che
provoca, invece, gli effetti opposti, seguendo logiche contrarie alla
condivisione e alla partecipazione, nella ricerca di un interesse comune tra tutte
le componenti del Teatro.
Questo sindacato contesta vivamente l’adozione della Delibera n. 17 del 18 Aprile 2016,
votata dal c.d.a., concernente “Misure urgenti per la funzionalità degli uffici
e per il perseguimento degli obiettivi strategici del Teatro”, quando ancora l’Ente
è inadempiente nell’approvazione del bilancio consuntivo 2015 e del preventivo
2016. In tale provvedimento vi è previsto, tra l’altro, il conferimento di
incarichi a titolo gratuito a soggetti esterni in quiescenza, richiamando il comma 9 dell’art. 5 del D.l. 6.7.2012 n. 95,
convertito nella Legge 7.8.2012 n. 135.
Quest’ultima legge dà libertà di valutazione e interpretazione dei ruoli da
ricoprire all’interno di un ente pubblico-economico con personalità giuridica
di diritto privato, quando, invece, i dipendenti appartengono ad un ente
pubblico non economico con personalità giuridica di diritto pubblico. Le
responsabilità investono anche il presidente Maurizio Puglisi, come
responsabile legale dell’EAR, e ancor
di più il c.d.a., che quella delibera l’ha fatta propria e votata. Il
sovrintendente, a livello sindacale, non ha rispettato i canoni dell’ermeneutica
contrattuale, applicando solo in minima parte ciò che riguarda l’aspetto
giuridico ed economico del nuovo inquadramento, con una perdita, per il
personale, rispetto al contratto precedente, che varia da 4000 e 6000 euro
annui, in base alla categoria e al profilo economico, per un ammontare annuo
complessivo di 300 mila euro che l’amministrazione ha inserito come attivo di
bilancio.
A sua volta, il c.d.a. non può deliberare atti di approvazione dell’equiparazione
ed al contempo ignorare completamente un D.L. emanato dalla giunta regionale,
firmato dal presidente Crocetta, o deliberare la sospensione del trattamento
economico per le mansioni superiori riconosciute da apposite sentenze
giuridiche, ignorando completamente l’articolo
31 della legge 7.3.1997 n° 6 che riguarda la parificazione del personale
del teatro a quello regionale. Tale norma recita testualmente che la somma
percepita in più a parità di livello, viene congelata per essere mantenuta come
assegno ad personam, riassorbibile con i futuri miglioramenti. Così facendo, l’ente,
fino a quando non avrà ricostruito gli avanzamenti di carriera dei dipendenti
sia in senso orizzontale che verticale, non può detrarre anticipatamente tale
trattamento economico. Il personale del Teatro ha sempre dimostrato un grande
spirito di abnegazione nello svolgimento dei propri compiti, nonostante i
disagi registrati in talune situazioni, con collocazioni in posizioni
inadeguate e rischiose, come nel caso di chi opera al botteghino, maneggiando
denaro. Per le ragioni di cui sopra, si chiede l’applicazione immediata del
contratto regionale in tutte le sue parti, dall’attuazione del D.P. n° 10 del 22 giugno 2001 - come
affermato dalle ultime sentenze giuridiche - all’approvazione delle P.E.O. del 2005 e del 2008,
obbligatorie per legge, oltre all’applicazione della tabella L riguardo al
salario accessorio.
Santi Smedile - Segretario Provinciale
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