mercoledì 26 ottobre 2011
PROTEZIONE CIVILE
QUANDO LE STRADE DIVENTANO.. FIUMI DI FANGO
di Redazione
Un’Italia flagellata,
continuamente, da calamità naturali, con famiglie distrutte e vite spezzate, paesi
isolati nello sconforto in attesa di aiuti.
È l’ennesima alluvione con
morti e dispersi quella che, questa volta, ha messo in ginocchio la città di La
Spezia. Piogge, frane, dispersi, smottamenti e tutto questo non fa altro che
riportare a galla la questione principale: “C’é
un problema di mancata prevenzione generale in un territorio troppo
antropizzato, dove spesso non sono stati fatti interventi per la mitigazione
dei rischi”. Il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, ribadisce
che certe situazioni emergenziali che interessano l’Italia non sempre sono
figlie del caso. E, inoltre, ci sono poche risorse e i cittadini, a volte,
adottano comportamenti sbagliati. La perturbazione che, ieri, ha colpito
Liguria e Toscana, ad esempio, era stata, ampiamente, prevista e annunciata
tanto che gli stessi centri funzionali delle due regioni avevano emesso un allerta
meteo, poi, recepito nell’avviso del dipartimento della protezione civile. “Le previsioni sono state precise e puntuali,
per quanto lo può essere una scienza che non è mai esatta – afferma
Gabrielli – e, dunque, il sistema di
allertamento ha funzionato. Bisogna, quindi, lavorare per migliorare l’informazione
ai cittadini, che devono essere messi al corrente della situazione e dei rischi
che corrono”. Anche la popolazione, però, deve fare la propria parte. “Ho visto foto in cui compaiono persone con
gli ombrelli sui ponti o lungo il greto dei fiumi – sottolinea il capo
della protezione civile – ma in quelle
situazioni nessuno può prevedere quando arriverà l’ondata di piena. Dunque
bisogna evitare qualsiasi comportamento a rischio”. A tutto ciò, conclude
Gabrielli, si aggiunge un altro problema, di non poco conto: la mancanza di
risorse. “Non sono adeguate – ammette
– e forse bisognerà aprire, una volta per
tutte, una riflessione seria su questo problema”.
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