REGINA DEL BOSCO
La Beccaccia tra le faggete dei Nebrodi
di Armando Russo
Non è raro che due
appassionati di caccia si incontrino sul posto di lavoro ed immancabilmente
parlino della “regina”. “Ne hai viste?”
chiede l’interlocutore. “Altrocchè!”
è la risposta, “ne ho incontrate molte,
catturate solo due, ma non importa, ho trascorso giornate indimenticabili, il
Breton è stato insuperabile - nel fitto e i roveti - dovevi vederlo ... ferme
... filate, era come impazzito, si infilava ovunque senza badare alle spine che
lo ferivano!”. Chi sente questi discorsi resta intontito, disorientato. Ma
di che si tratta? Di cosa parlano quei distinti signori? Ma certamente, parlano
di lei, la “regina del bosco”. L’Arcera, alias la beccaccia, un meraviglioso e
bizzarro volatile che da sempre affascina per i suoi grandi occhi dolcissimi,
stranamente femminili, il becco lunghissimo e sottile, il piumaggio sommamente
elegante e mimetico, il comportamento imprevedibile e misterioso, il simbolo
della natura selvaggia, per il cacciatore ed il suo ausiliare la preda più
ambita, per la quale tradiscono il tiepido letto coniugale per andare, d’inverno,
con freddo e cattivo tempo, là dove lei regna, il bosco di latifoglie, per i
messinesi la faggeta dei Nebrodi. Generalmente si crede che questo uccello,
durante il giorno, riposi nel bosco e di notte esca allo scoperto per cibarsi.
Ciò è esatto solo in parte. Le beccacce hanno un metabolismo veloce che le
costringe a nutrirsi frequentemente. Allo stadio giovanile per crescere debbono
assumere una quantità di cibo pari a tre volte il loro peso.
Sebbene i
lombrichi, gli insetti, i piccoli molluschi costituiscono il loro nutrimento
principale, essi si nutrono di numerose altre sostanze di origine animale e
vegetale. Mediante l’analisi del contenuto stomacale, alcuni ricercatori hanno
accertato che gli individui sottoposti all’indagine, si erano nutriti con cibo
derivante da settanta diverse specie animale e da trentadue specie vegetale.
Avevano inghiottito inoltre, granelli di quarzo, pezzetti di silice, frammenti
di gusci di chiocciole per facilitare la triturazione del cibo. Caratteristico
uccello di bosco, è distinguibile dalle altre specie, oltre che per il
differente habitat, per le dimensioni relativamente grandi, per il becco molto
più lungo, le ali arrotondate e il portamento basso. È estremamente
specializzato e la livrea è altamente mimetica, simile alle foglie morte delle
lettiere dei boschi di latifoglie (faggi, querce, rovere, castagni). I sessi
sono simili e la colorazione variabile dal bruno al rossiccio e al grigio. La
fronte e la parte anteriore del capo è grigio cenere, con macchiettature
brunastre e scure; il vertice e la zona occipitale hanno due o tre fasce più o
meno irregolari di tinte grigio-brune ed altre quattro bruno-nerastre. Le parti
superiori sono chiazzate e barrate, quasi marmorizzate, di bruno scuro. Le ali
hanno le remiganti primarie e secondarie bruno nere con i vessilli interni e la
parte apicale fulvi. Gli apici delle remiganti e copritrici terminano con
tipiche macchie grigie nelle prime, subtriangolari e caratterizzate da una
particolare sfaccettatura più scura nelle seconde. Solo la prima remigante
primaria è priva della macchia apicale. La coda è nera con i margini fulvo-
rossastri ad apice grigio sporco superiormente, le copritrici superiori della
coda sono bruno-rossastre più o meno sfaccettate di nero. Lunghezza ca. 34 cm,
peso da 210 a 440 grammi.
DIFFUSIONE
La beccaccia è
una specie a vasta distribuzione paleartica, rinvenendosi in tutta la zona
Euroasiatica centro-orientale dall’Unione Sovietica, Mongolia alla Cina ed al
Giappone. È presente poi nella zona himalaiana, nel Pakistan settentrionale, il
Nepal, Kashmir e Buthan. Nella regione Paleartica occidentale si rinviene nelle
isole Azzorre, Canarie, Madera. isole britanniche, Penisola Scandinava, Europa
centrale e orientale ad esclusione della parte meridionale della Penisola Egea
ed Italiana. È migratrice e le popolazioni europee si portano a svernare
prevalentemente nell’Europa occidentale e meridionale. La presenza in Italia
della beccaccia come nidificante è limitata alle regioni settentrionali e
sporadicamente a quelle limitrofe centrali. È diffusa in tutta la zona alpina e
prealpina dal Triveneto alla Liguria. Nella Pianura Padana è localizzata in
pochi boschi residui e nella fasce boschive lungo l’Adda e il Ticino.
Nella
zona appenninica è presente con certezza in Liguria, Toscana ed Emilia: in
Toscana poi è interessante la sua presenza nella zona litoranea nella macchia
di Migliarino e San Rossore: Durante il periodo di passo tra ottobre e Febbraio
è invece comune in tutto il territorio nazionale specie in Sicilia nella zona
dei Nebrodi. Si intrattiene nell’Italia centro-meridionale e isole per tutto l’inverno,
in particolare nelle zone boschive con sottobosco ricco di vegetazione sempre
verde e nella macchia mediterranea. È “la regina” che tutti i cacciatori amano
e rispettano.
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