DICCI LA TUA
A. A. A. Gesù Bambino cercasi!
di Redazione
Ma dov’é finito
il Bambinello? Si nasconde? Sta scappando? Sì, sì! È già accaduto come da
evangelica memoria! Ma in questo momento però, non può rifugiarsi in Egitto. E
allora? Da un fotoreporter è stato avvistato con la sua famiglia, accanto ad un
malandato barcone, nel tentativo di imbarcarsi per raggiungere paesi più
sicuri. Ma niente da fare! Lui e i suoi genitori, sono stati respinti! E
neppure sono stati accettati in quelli che dovrebbero essere i centri della
cultura e dell’integrazione, quali alcuni istituti scolastici. La motivazione?
Disturbatore dell’ordine pubblico!!! Quindi, per non adombrare la sensibilità
di altre religioni: niente presepe, niente canti di Natale! Ma così pericoloso
e tanta paura può suscitare un esserino piccolo e indifeso? Lui, che per
nascere – potendosi scegliere un Resort a cinque stelle, magari con piscina e
centro benessere – ha preferito invece, unirsi ai più umili, gli emarginati? E
quando qualche secolo dopo, il poverello d’Assisi, Francesco, innamorato del
Bambinello, pensò bene di far rivivere la divina nascita di Gesù, lo fece
scegliendo proprio una vera mangiatoia con tanto di asino, bue e paglia veri,
per una rappresentazione quanto più possibile fedele all’originale. Quindi? Niente
lustrini, niente luci multicolorate che brillano nel buio, niente sontuosi
abiti, sfarzo e spesso inutili regali da donare. Soltanto il ricordo a scendere
i gradini sociali più alti, per essere quanto più vicino verso i più bassi,
dove c’è poco o niente, per vivere in semplicità. Ma a quella prima
rappresentazione effettuata in tutta povertà, nel lontano Medio Evo –
contrariamente a quanto voluto dallo stesso Gesù Bambino e dal poverello d’Assisi
– ne sono seguite altre, diventando una tradizione che nel tempo, si è arricchita
e non solo di personaggi, ma addirittura di vestiti e ambientazioni le più
svariate. Attorno alla capanna del Bambino Gesù quindi, adesso, non ci sono
soltanto semplici pastori, ma anche personaggi diversi abbigliati con moderni e
sontuosi costumi. In Campania ad esempio, i presepi di Capodimonte,
rappresentano la natività con raffinati e artistici presepi di rara bellezza.
Ma se andiamo nella via di San Gregorio Armeno, troviamo esposti personaggi
contemporanei, dai più famosi e apprezzati calciatori del momento, ai politici,
presidenti della repubblica come Obama, la Merkel o addirittura papa Francesco. Continua, quindi, la tradizione dell’allestimento del presepe con impiego
fantasioso di svariati materiali e diverse grandezze, a dispetto di coloro che
la vorrebbero eliminare. Si va allora, dall’esposizione dei presepi di Santo
Stefano di Camastra, cittadina del messinese, famosa per le sue ceramiche, dove
nelle sale del palazzo ducale, si possono ammirare, oltre il tipico presepe in
terracotta, anche quello in sughero, quello realizzato usando spaghetti,
lasagne, penne e altre forme di pasta cruda. Poi c’é esposto anche quello di
savoiardi e cioccolato; di bottoni e spagnolette, solo per citarne alcuni,
posizionati nei contenitori più inusuali e diversi. Un artista l’ha perfino
inserito nella cavità di un vecchio televisore, un altro dentro anfore
reclinate, dentro bottiglie di vetro, o su dondolanti gondole. E se ci
spostiamo poi al museo Pepoli di Trapani, lì possiamo ammirare la geniale messa
in opera dei presepi, effettuati dagli orafi locali, i quali, lavorando il
corallo con abile maestria, ci hanno tramandato capolavori di inestimabile
valore artistico. Anche le dimensioni sono liberamente interpretate! Vanno
dalla grandezza naturale dei personaggi, oppure al più piccolo presepe, che si
può ammirare solo guardandolo attraverso la lente d’ingrandimento, perché è quanto
la capocchia di uno spillo! Si susseguono in questo periodo natalizio, mostre
di presepi, che per la loro minuziosa ricerca dei dettagli, incantano grandi e
piccini, anche se é soprattutto il mondo contadino a essere ancora raffigurato. La bellezza dei presepi di Caltagirone è ormai universalmente riconosciuta.
Anticamente le figure della natività venivano realizzate in cera e conservate
in bacheche di vetro. Adesso in creta, vengono esposti non solo in idonei
musei, ma anche in numerose chiese; alcuni hanno addirittura un’automazione che
fa compiere ai figuranti i movimenti del loro lavoro: il panettiere che inforna
il pane, il falegname che pialla una tavola, la lavandaia inginocchiata che
lava i panni al ruscello; e poi il sole o la luna con un firmamento pieno di
stelle, che scandiscono la veglia e il riposo. Alcuni vengono “svegliati”
aggiungendo il “chicchirichì” del gallo che annuncia il nuovo giorno, uccellini
che cinguettano o lo scroscio dell’acqua vera che sgorga dalla fontanella e che
striscia nel ruscello. Ma non finisce qui! Diverse cittadine fanno rivivere
suggestivi e antichi borghi, nel ricreare con personaggi veri, i vecchi
mestieri, fondendo così la tradizione con l’assaggio di cibi enogastronomici.
Sono diversi i comuni che ogni anno, attirano migliaia di visitatori. Solo per
citarne alcuni: nel messinese a Montalbano Elicona, dichiarato quest’anno “Borgo
più bello d’Italia”; Castanea; a Longi dove vengono accompagnati da canti; come
pure a Militello Rosmarino; oppure a Torrenova giorno 28 dicembre, attorno all’antica
torre d’avvistamento. Si rispolverano allora, “maidde”, “quadaruni” in rame,
utensili di antichi lavori manuali, fazzolettoni, mantelline di lana, gonne
lunghe, pantaloni di velluto a coste e burritte, e donne, uomini, giovani,
interpretano: il contadino, il falegname, lo speziale etc. I vicoli del vecchio
paese, si animano di nuovo come nel tempo andato, riempendosi di visitatori
interessati a riscoprire gli antichi mestieri, in un percorso a salire che
conduce alla fine nella parte più suggestiva: la capanna della nascita divina, dove, oltre a Maria e
Giuseppe, c’è un neonato vero. Per le sinuose viuzze, si sprigiona il fragrante
odore del pane o dei biscotti appena sfornati, che vengono offerti ai turisti;
la salsiccia o il lardo arrostiti; frittelle di verdura selvatica, fritte al
momento; ma può anche capitare di assaggiare la “quagghiata” ancora calda
calda, prima ancora di essere infascellata, preparata al momento dai pastori
del luogo. A Erice, nel trapanese, si svolge invece “La zampogna d’oro”. In
provincia di Agrigento, a Palma di Montechiaro, il 6 gennaio si festeggia l’Epifania,
con la processione dei tre magi. Come pure ad Aciplatani in provincia di
Catania. E per concludere: quest’anno anche la cattedrale di St. Patrick
ospiterà tra le sue navate, un presepe italiano che si ispira ai “sassi di
Matera”, a costruito dell’artista lucano Franco Artese. Continuano quindi, a
dispetto di coloro i quali vorrebbero eliminarli, le esposizioni e le
rappresentazioni della Natività. Il sorridente Bambinello continua a nascere
allora come oggi, in ogni luogo e per tutti gli uomini di buona volontà, che,
cristiani e non, anelano la pace e l’uguaglianza.
Lettera firmata
da Francesco Longhitano
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