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 sabato 26 dicembre 2015

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A. A. A. Gesù Bambino cercasi!

di Redazione


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Ma dov’é finito il Bambinello? Si nasconde? Sta scappando? Sì, sì! È già accaduto come da evangelica memoria! Ma in questo momento però, non può rifugiarsi in Egitto. E allora? Da un fotoreporter è stato avvistato con la sua famiglia, accanto ad un malandato barcone, nel tentativo di imbarcarsi per raggiungere paesi più sicuri. Ma niente da fare! Lui e i suoi genitori, sono stati respinti! E neppure sono stati accettati in quelli che dovrebbero essere i centri della cultura e dell’integrazione, quali alcuni istituti scolastici. La motivazione? Disturbatore dell’ordine pubblico!!! Quindi, per non adombrare la sensibilità di altre religioni: niente presepe, niente canti di Natale! Ma così pericoloso e tanta paura può suscitare un esserino piccolo e indifeso? Lui, che per nascere – potendosi scegliere un Resort a cinque stelle, magari con piscina e centro benessere – ha preferito invece, unirsi ai più umili, gli emarginati? E quando qualche secolo dopo, il poverello d’Assisi, Francesco, innamorato del Bambinello, pensò bene di far rivivere la divina nascita di Gesù, lo fece scegliendo proprio una vera mangiatoia con tanto di asino, bue e paglia veri, per una rappresentazione quanto più possibile fedele all’originale.

Quindi? Niente lustrini, niente luci multicolorate che brillano nel buio, niente sontuosi abiti, sfarzo e spesso inutili regali da donare. Soltanto il ricordo a scendere i gradini sociali più alti, per essere quanto più vicino verso i più bassi, dove c’è poco o niente, per vivere in semplicità. Ma a quella prima rappresentazione effettuata in tutta povertà, nel lontano Medio Evo – contrariamente a quanto voluto dallo stesso Gesù Bambino e dal poverello d’Assisi – ne sono seguite altre, diventando una tradizione che nel tempo, si è arricchita e non solo di personaggi, ma addirittura di vestiti e ambientazioni le più svariate. Attorno alla capanna del Bambino Gesù quindi, adesso, non ci sono soltanto semplici pastori, ma anche personaggi diversi abbigliati con moderni e sontuosi costumi. In Campania ad esempio, i presepi di Capodimonte, rappresentano la natività con raffinati e artistici presepi di rara bellezza. Ma se andiamo nella via di San Gregorio Armeno, troviamo esposti personaggi contemporanei, dai più famosi e apprezzati calciatori del momento, ai politici, presidenti della repubblica come Obama, la Merkel o addirittura papa Francesco.

Continua, quindi, la tradizione dell’allestimento del presepe con impiego fantasioso di svariati materiali e diverse grandezze, a dispetto di coloro che la vorrebbero eliminare. Si va allora, dall’esposizione dei presepi di Santo Stefano di Camastra, cittadina del messinese, famosa per le sue ceramiche, dove nelle sale del palazzo ducale, si possono ammirare, oltre il tipico presepe in terracotta, anche quello in sughero, quello realizzato usando spaghetti, lasagne, penne e altre forme di pasta cruda. Poi c’é esposto anche quello di savoiardi e cioccolato; di bottoni e spagnolette, solo per citarne alcuni, posizionati nei contenitori più inusuali e diversi. Un artista l’ha perfino inserito nella cavità di un vecchio televisore, un altro dentro anfore reclinate, dentro bottiglie di vetro, o su dondolanti gondole. E se ci spostiamo poi al museo Pepoli di Trapani, lì possiamo ammirare la geniale messa in opera dei presepi, effettuati dagli orafi locali, i quali, lavorando il corallo con abile maestria, ci hanno tramandato capolavori di inestimabile valore artistico. Anche le dimensioni sono liberamente interpretate! Vanno dalla grandezza naturale dei personaggi, oppure al più piccolo presepe, che si può ammirare solo guardandolo attraverso la lente d’ingrandimento, perché è quanto la capocchia di uno spillo! Si susseguono in questo periodo natalizio, mostre di presepi, che per la loro minuziosa ricerca dei dettagli, incantano grandi e piccini, anche se é soprattutto il mondo contadino a essere ancora raffigurato.

La bellezza dei presepi di Caltagirone è ormai universalmente riconosciuta. Anticamente le figure della natività venivano realizzate in cera e conservate in bacheche di vetro. Adesso in creta, vengono esposti non solo in idonei musei, ma anche in numerose chiese; alcuni hanno addirittura un’automazione che fa compiere ai figuranti i movimenti del loro lavoro: il panettiere che inforna il pane, il falegname che pialla una tavola, la lavandaia inginocchiata che lava i panni al ruscello; e poi il sole o la luna con un firmamento pieno di stelle, che scandiscono la veglia e il riposo. Alcuni vengono “svegliati” aggiungendo il “chicchirichì” del gallo che annuncia il nuovo giorno, uccellini che cinguettano o lo scroscio dell’acqua vera che sgorga dalla fontanella e che striscia nel ruscello. Ma non finisce qui! Diverse cittadine fanno rivivere suggestivi e antichi borghi, nel ricreare con personaggi veri, i vecchi mestieri, fondendo così la tradizione con l’assaggio di cibi enogastronomici. Sono diversi i comuni che ogni anno, attirano migliaia di visitatori. Solo per citarne alcuni: nel messinese a Montalbano Elicona, dichiarato quest’anno “Borgo più bello d’Italia”; Castanea; a Longi dove vengono accompagnati da canti; come pure a Militello Rosmarino; oppure a Torrenova giorno 28 dicembre, attorno all’antica torre d’avvistamento. Si rispolverano allora, “maidde”, “quadaruni” in rame, utensili di antichi lavori manuali, fazzolettoni, mantelline di lana, gonne lunghe, pantaloni di velluto a coste e burritte, e donne, uomini, giovani, interpretano: il contadino, il falegname, lo speziale etc.

I vicoli del vecchio paese, si animano di nuovo come nel tempo andato, riempendosi di visitatori interessati a riscoprire gli antichi mestieri, in un percorso a salire che conduce alla fine nella parte più suggestiva: la capanna della nascita divina, dove, oltre a Maria e Giuseppe, c’è un neonato vero. Per le sinuose viuzze, si sprigiona il fragrante odore del pane o dei biscotti appena sfornati, che vengono offerti ai turisti; la salsiccia o il lardo arrostiti; frittelle di verdura selvatica, fritte al momento; ma può anche capitare di assaggiare la “quagghiata” ancora calda calda, prima ancora di essere infascellata, preparata al momento dai pastori del luogo. A Erice, nel trapanese, si svolge invece “La zampogna d’oro”. In provincia di Agrigento, a Palma di Montechiaro, il 6 gennaio si festeggia l’Epifania, con la processione dei tre magi. Come pure ad Aciplatani in provincia di Catania. E per concludere: quest’anno anche la cattedrale di St. Patrick ospiterà tra le sue navate, un presepe italiano che si ispira ai “sassi di Matera”, a costruito dell’artista lucano Franco Artese. Continuano quindi, a dispetto di coloro i quali vorrebbero eliminarli, le esposizioni e le rappresentazioni della Natività. Il sorridente Bambinello continua a nascere allora come oggi, in ogni luogo e per tutti gli uomini di buona volontà, che, cristiani e non, anelano la pace e l’uguaglianza.

Lettera firmata da Francesco Longhitano


 


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