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 martedì 1 dicembre 2015

VILLAFRANCA TIRRENA

Deontologia e Storia per i giornalisti al Castello di Bauso

di Caterina Lo Presti


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A Villafranca Tirrena (ME) nel Salone del Castello di Bauso, si è svolto un convegno dedicato alla formazione professionale dei giornalisti. L’Evento è stato organizzato dall’Ucsi (Unione Cattolica della Stampa Italiana) sezione di Messina, in sinergia con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Sezione peloritana dell’Assostampa. I saluti di inizio lavori sono stati portati dal vice sindaco di Villafranca, il giornalista Giuseppe Cavallaro e dal presidente della Pro Loco Antonio Domenico Bonaccorso, giornalista Ucsino. Due i relatori: il vice presidente del Consiglio Nazionale dei Giornalisti, Santino Franchina e il neopresidente dei giornalisti cattolici messinesi prof. Angelo Sindoni (dell’Università di Messina), ha moderato l’Evento il dott. Domenico Interdonato, vice presidente dei giornalisti cattolici siciliani. Il vice presidente dell’Cng Franchina, si è soffermato sulla storia della deontologia professionale: “una storia importante, che il giornalismo italiano con l’Ordine, ha saputo curare, creando dal dopo guerra ad oggi, carte e codici comportamentali di estrema valenza. Il continuo mutare dei media e dell’informazione ci porterà ad apportare dei cambiamenti anche in seno all’Ordine, ma questo deve essere voluto e proposto da noi giornalisti e non da leggi non condivise. L’Ordine non deve essere a servizio esclusivo dei giornalisti ma deve essere anche a servizio e a garanzia della gente”.

Il prof. Sindoni ha confessato alla platea di essere nato e vissuto fino alla maggiore età a VillafrancaRisento l’eco di questo salone che mi ricorda la mia gioventù, forse l’amore per la storia è nato fra queste mura e oggi parlerò della: Genesi del modello mafioso, da Alessandro Dumas e dalla grande letteratura fino ai moderni stereotipi mediatici. Ricorderò la figura di Pasquale Bruno, Il bandito della Valdemone. Dumas dopo l’Unità d’Italia, ci ha fatto conoscere in maniera fantasiosa il brigante Bruno, definito nei suoi racconti come un buono, che rubava ai ricchi per dare ai poveri. L’immagine di Pasquale Bruno negli anni è stata sfruttata con destrezza dalla mafia, un tranello a cui noi giornalisti non dobbiamo mai cadere, il messaggio che io vi lascio è questo: non esiste la mafia buona di una volta e la mafia violenta di oggi, la mafia è stata e sarà sempre una organizzazione criminale”. Sono stati un centinaio i partecipanti all’interessante Evento formativo, nella storica residenza gentilmente concessa dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, una location ricca di memorie e di valenza turistica apprezzata dagli operatori dei media, che sono stati accolti in maniera eccellente dal team della Pro Loco.


 


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