SINODO SULLA FAMIGLIA
Lo spettacolo dissacrante di Krzysztof Charamsa
di Alfonso Saya
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incorporata, la crisi paurosa di cui è investita l’umanità, è la diretta
conseguenza della dissoluzione e dello sfacelo dei valori spirituali. La crisi
ha coinvolto la maggior parte del clero che, per la sua singolare vocazione,
dovrebbe esserne immune, al dire di Papa Francesco, che invita i sacerdoti alla
conversione, a ritrovare la loro identità smarrita, il carisma del “Buon
Pastore”, a somiglianza del Redentore. Ha coinvolto, dicevo, la maggior parte
del clero che da ben altra testimonianza, niente affatto edificante, anzi
dissacrante come quella “spettacolare” del prelato Krzysztof Charamsa. Si è
realizzato, in un modo impressionante, il Terzo Segreto di Fatima che parla
della crisi della Chiesa e della grande tribolazione che avrebbe attraversato. Profetiche,
anche le parole del Beato Pontefice Paolo VI, che affermava: “il fumo di Satana, da qualche fessura,
sarebbe entrato nella Chiesa”. I sacerdoti, cosiddetti “progressisti”, si
son lasciati sedurre dallo spirito del mondo, si sono invischiati nel temporale
e hanno perduto la visione e la dimensione del trascendente e dell’Eterno. L’essere
Sacerdote, difatti, richiede e comporta una particolare integrità di vita e di
servizio; uno spirito di totale rinunzia ai beni temporali ed una vita del
tutto conforme al Vangelo per cui dovrebbe essere, esclusivamente, votato alla
cura e alla salvezza delle anime; dovrebbe avere la consapevolezza della sua
Missione divina che, dovrebbe, quindi, esprimersi nella sua veste esteriore. Il
sacerdote dovrebbe bramare il silenzio dell’anima e vivere completamente,
distaccato dalle cose futili e mendaci di questo mondo, per unirsi al suo Dio;
essere una figura ascetica, vivere nel mondo ma non essere del mondo. La sua
vita, allora, sarebbe un esempio vivo, una luminosa testimonianza. Non è lui
che vive ma è Cristo che vive in lui: “Alter Christus”.
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