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 giovedì 8 ottobre 2015

SINODO SULLA FAMIGLIA

Lo spettacolo dissacrante di Krzysztof Charamsa

di Alfonso Saya


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Immagine incorporata, la crisi paurosa di cui è investita l’umanità, è la diretta conseguenza della dissoluzione e dello sfacelo dei valori spirituali. La crisi ha coinvolto la maggior parte del clero che, per la sua singolare vocazione, dovrebbe esserne immune, al dire di Papa Francesco, che invita i sacerdoti alla conversione, a ritrovare la loro identità smarrita, il carisma del “Buon Pastore”, a somiglianza del Redentore. Ha coinvolto, dicevo, la maggior parte del clero che da ben altra testimonianza, niente affatto edificante, anzi dissacrante come quella “spettacolare” del prelato Krzysztof Charamsa. Si è realizzato, in un modo impressionante, il Terzo Segreto di Fatima che parla della crisi della Chiesa e della grande tribolazione che avrebbe attraversato. Profetiche, anche le parole del Beato Pontefice Paolo VI, che affermava: “il fumo di Satana, da qualche fessura, sarebbe entrato nella Chiesa”. I sacerdoti, cosiddetti “progressisti”, si son lasciati sedurre dallo spirito del mondo, si sono invischiati nel temporale e hanno perduto la visione e la dimensione del trascendente e dell’Eterno.

L’essere Sacerdote, difatti, richiede e comporta una particolare integrità di vita e di servizio; uno spirito di totale rinunzia ai beni temporali ed una vita del tutto conforme al Vangelo per cui dovrebbe essere, esclusivamente, votato alla cura e alla salvezza delle anime; dovrebbe avere la consapevolezza della sua Missione divina che, dovrebbe, quindi, esprimersi nella sua veste esteriore. Il sacerdote dovrebbe bramare il silenzio dell’anima e vivere completamente, distaccato dalle cose futili e mendaci di questo mondo, per unirsi al suo Dio; essere una figura ascetica, vivere nel mondo ma non essere del mondo. La sua vita, allora, sarebbe un esempio vivo, una luminosa testimonianza. Non è lui che vive ma è Cristo che vive in lui: “Alter Christus”.


 


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