FERRAGOSTO MESSINESE
Un tuffo nella mistica della tradizione
di Valerio Villano Barbato
 Un percorso di sacralità e
misticismo, trascendenza popolare e folklorica. Questo è da sempre il mezz’agosto
messinese, in tutte le sue sfumature più profonde. La processione della Vara e
le “Passeggiate” dei Giganti da generazioni accompagnano la settimana più calda
dell’anno in un afflato unico, che forse, solo i messinesi possono comprendere
appieno. In una Città spogliata delle sue origini, depredata dei suoi averi, gli
ultimi bastioni di un passato glorioso si ripresentano puntualmente ogni anno
per ricordare in modo maestoso la bellezza e la profondità di un legame mai
spezzato tra sacro e profano. La
Vara dell’Assunta, enorme macchina votiva creata ormai oltre
cinquecento anni fa per il diletto dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo entrato
trionfalmente in Città, è simbolo, al tempo stesso religioso e civile, di un
popolo che soffre e combatte quotidianamente la sua guerra: le lunghe gomene,
la fiumara di gente ai bordi del carro, la festa. Un viaggio simile a quello
della Madonna, attraverso i cieli via via più rarefatti di un’esistenza tribolata.
Un percorso intriso di mito, dove due mondi distanti collimano in uno dei
momenti più attesi dell’intera processione: la sosta di fronte alla leggendaria
coppia di Mata e Grifone fotografa infatti la fusione dell’universo religioso
in quello popolare. Come se i due mitici fondatori volessero rendere omaggio alla
celeste Patrona. Il giorno di ferragosto in quel di Messina non vi è una
semplice processione, ma un piccolo miracolo di storia e leggenda che ogni anno
si rinnova.
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