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 venerdì 26 agosto 2011

FILODIRETTO NEWS DA CAMELOT

UN FILM DI EROS SALONIA – BRUNO E IL MARE

di Matteo Allone


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Frutto della sinergia tra il Centro Diurno Camelot e la compagnia L’Arlequin de l’esprit è stato presentato, all’Horcynusfestival 2011 – “desideri, utopie, libertà”, nei giorni 20-28 agosto al ParcoHorcynus Orca di Torre Faro a Messina, il film di Eros Solonia: Bruno e il mare.

Situata nelle periferia di Parigi, la compagnia L’Arlequin de l’esprit, crea dal 2008 progetti teatrali e cinematografici per la regione e il ministero della Sanità, con pazienti psichiatrici, con immigrati e con persone in difficoltà di inserimento sociale e professionale.

Il soggetto e la forma del teatro e del cinema, realizzati in un ambito a forte connotazione sociale, non ha, assolutamente, il cliché di una forma d’arte adattata al sociale.

Si tratta di forme artistiche compiute, di sogni e di realtà che traversano le intelligenze e i cuori del piu fine amatore, investito da un dialogo tessuto all’interno delle nostre opere con tutta la cultura del XX secolo. I risultati ottenuti non potrebbero essere conseguiti con “semplici” professionisti, il cui desiderio di una professionale infallibilità rende, spesso, convenzionali. L’Arlequin de l’esprit rende, ai suoi allievi e collaboratori, l’unicità della loro esistenza particolare, mostra e celebra la profondità di una sofferenza quotidiana, senza giudizio alcuno. È in quest’ottica che nasce il mediometraggio Bruno e il mare e l’esperienza unica di rendere partecipi gli utenti e gli operatori del centro con un protagonista assoluto tra loro, Bruno Pulicicchio, che la telecamera ha colto nella sua ricchezza umana, scoprendo in lui un professionista senza confronti, capace di trovare una dimensione creativa che non potrà non commuovere chi guarda l’arte con onestà.

Bruno e il mare trasporta, nella sua enorme cornice vuota, lo spettatore in un’atmosfera surreale, percorrendo, al tempo stesso, come in una citazione velata, il cinema italiano e francese dell’ultimo quarantennio. Altre esperienze sono state condotte con disabili (anche se il nostro Bruno è diventato, fisicamente e psicologicamente, abilissimo). Sono esperienze ricche e rare. Ma quello che rende unico Bruno e il mare è che, a differenza di altri films in cui si denuncia questa o quella realtà, attraverso la vita di un personaggio, il protagonista Bruno non è una persona da “compatire” o da “accettare”.

Il cammino di Bruno è il cammino di noi tutti. Egli diventa l’uomo che vede al di là delle forme imposte, l’uomo che tutti ignorano o assalgono perché non sanno che, senza di lui, la razza umana non avrebbe modo di esistere. La trasformazione finale di Bruno e della sua compagna in “pesci”, testimoniano il silenzio dell’uomo di fronte alla natura e vogliono trasmettere un messaggio che è quello che le porte dell’animo sono aperte, solamente, a chi ha il coraggio di ascoltare.


 


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