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 lunedì 22 agosto 2011

FILODIRETTO NEWS DA CAMELOT

CREARE È CAMBIARE – ARTI TERAPIE E NEUROSCIENZE

di Matteo Allone


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Si è svolto, con notevole successo sia per il numero di partecipanti che per la qualità delle relazioni, l’evento formativo Creare è Cambiare: arti terapie e neuroscienze, organizzato dal Centro diurno “Camelot” del “Modulo dipartimentale Salute Mentale Messina nord” dell’Asp 5, con la sinergia organizzativa della Lundbeck, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici della provincia di Messina e della Fondazione Bonino Pulejo.

L’evento formativo rivolto agli specialisti del settore ha avuto come inedita location, il salone “Il trionfo dei cavalieri” del Centro Diurno della Cittadella Sanitaria “Lorenzo Mandalari” e come uditori anche alcuni degli ospiti della struttura, normalmente, aperta all’utenza, a testimoniare una visione nuova dell’approccio al disagio psichico: nel senso che il tempo ed il luogo della cura, possono coincidere con il tempo ed il luogo della conoscenza, della ricerca e della formazione. Quest’ottica dell’agire, per certi versi pionieristica, è quella alla quale gli organizzatori hanno, fortemente, creduto. E l’atmosfera di condivisione, d’interesse e di motivazione, che ha pervaso i partecipanti ha, certamente, dato ragione di questa scelta consapevole e della possibilità di andare avanti in questa direzione. Gli utenti possono sentirsi più partecipi e coinvolti, ad una maggiore compliance al trattamento integrato, che prevede sia la terapia farmacologica che quella psicoriabilitativa (arte terapia); gli operatori possono conoscere meglio le realtà strutturali e funzionali dei servizi che sono espressione della loro stessa mission e del modello culturale e scientifico di riferimento.

L’evento formativo, accreditato dal Ministero della Sanità, è stato, quindi, un importante momento di approfondimento e riflessione sull’approccio integrato alla malattia mentale che tenesse conto sia delle conoscenze derivate dalle neuroscienze, sia dell’espressione artistica, come primitivo e privilegiato canale comunicativo di contenuti interni (sensazioni, emozioni, sentimenti) da offrire al dialogo ed alla condivisione.

L’arte, come canale di comunicazione, attraverso il quale vengono veicolati vissuti emotivi ed immagini archetipiche, si pone come crocevia che, favorendo la dimensione simbolica e creativa, offre la possibilità attraverso canali, filogeneticamente, più antichi, che sfuggono alla logica razionale, di far emergere quella dimensione interna che appartiene al mondo arcaico e primitivo della psiche individuale e collettiva.

È opportuno, in tale contesto, dare spazio alle molteplicità delle voci di cui si nutre l’arte come possibilità di ri-vivere e ri-vedere le immagini che appartengono alla storia dell’umanità.

L’intento è quello di favorire l’integrazione tra ciò che è comprensibile e ciò che appare incomprensibile, tra ciò che è visibile e quello che è invisibile. Per una prassi terapeutica integrata e condivisa che sappia coniugare diverse strategie: quella psicofarmacologica, che ha raggiunto notevoli livelli di maneggevolezza e di efficacia, che non va demonizzata, che rappresenta un importante ed indiscutibile strumento terapeutico, e quella psicoriabilitativa.

Dopo il saluto del dott. Filippo Zagami, in rappresentanza dell’Ordine dei Medici della provincia di Messina; della dott. Nina Santisi, responsabile dell’U.O. Formazione, Asp 5 Messina; della dott. Gabriella Facciolà, in rappresentanza della Lundbeck; il dott. Matteo Allone, psicanalista junghiano, responsabile dell’U.O.S. Centro diurno “Camelot”, ha illustrato con immagini di repertorio, il percorso del Progetto linguaggio arte che, in un incessante “work in progress”, ha condotto alla realizzazione di un luogo della cura dove l’integrazione terapeutica è una prassi consolidata: Camelot come espressione di creazione e cambiamento.

Il prof. Edoardo Spina, ordinario di farmacologia dell’Università degli Studi di Messina, ha, brillantemente, esposto le più recenti evidenze sui meccanismi epigenetici espressione della relazione tra psicofarmaci, ambiente e neuro plasticità. Il dott. Luigi Turinese, psicanalista junghiano, membro ordinario A.I.P.A. ha evidenziato l’intima connessione tra creatività ed istinto individuativo, alla luce del pensiero junghiano e l’analisi di un caso clinico. Il dott. Franco La Rosa, docente di psicopatologia e clinica psichiatrica C.I.P.A., ha relazionato sulla necessità di riscoprire il senso ed il valore delle parole, la dimensione di profondità e di significato della poesia come modo privilegiato di dare voce al disagio dell’anima. Il dott. Luigi Baldari, micropsicanalista, responsabile dell’U.O.S., Psicoterapia – Studi e Ricerche dell’ASP 5, ha illustrato, attraverso una ricca panoramica di autori che si sono interessati alla tematica, le connessioni tra depressività, cioè la capacità depressiva e la creatività. Il dott. Giuseppe Mento, neurologo, Policlinico Universitario di Messina, si è soffermato sulle connessioni neuronali e sulle aree cerebrali, che vengono attivate, durante la fase notturna del sonno, che sono alla base della creatività onirica.

I lavori sono continuati nel pomeriggio con due laboratori emotivo esperienziali.

Nel primo la dott. Maria Elena Garcia, psicoterapeuta, co-fondatrice del corso e dell’Associazione di Movimento Creativo, metodo Garcìa-Plevin, ha sviluppato con un workshop, il tema del ritmo dei processi mentali e della presenza psicocorporea del terapeuta.

Nel secondo, il prof. Marcello Aragona dell’U.O.C. di Oncologia Medica e Hospice, Policlinico Universitario di Messina, ha sviluppato l’argomento della neurobiologia della creatività e delle esperienze vetta, con un workshop di “meditazione corporea”, che si è realizzato nel “Bosco di Camelot”, un’area adiacente al Centro diurno “Camelot”, antistante l’ex 3 “Reparto Uomini” dell’Ospedale Psichiatrico, da più di quindici anni abbandonata all’incuria, risistemata grazie ad un progetto finalizzato, dall’Ufficio Tecnico dell’Azienda Sanitaria Provinciale.

L’evento formativo attraverso un rito di rinascita, al quale tutti hanno partecipato, ha riconsegnato il boschetto di splendidi tigli, dalla verdeggiante ombra, alla fruibilità della collettività, testimoniando, ulteriormente, che il cambiamento è un atto creativo.


 


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