STORIA
Il Vascelluzzo
di Alfonso Saya
 Verso la fine della
guerra ventennale del Vespro siciliano, Messina fu cinta d’assedio per terra e
per mare da Roberto D’Angiò, per piegarla e farla capitolare per fame. Il
popolo messinese, devotissimo alla Madonna della Lettera, “a Bedda Matri, a
Matri a Littra”, guidato dai Magistrati, ricorse, fiducioso, a Lei che aveva
promesso, nella Sua Lettera, eterna Protezione e alle preghiere di un Santo
monaco carmelitano, Alberto degli Abati, che riunì il popolo in Cattedrale dove
ha celebrato la Santa Messa. Stando alle tradizioni e agli Annali del Gallo, quando
il santo monaco pregò il Signore di effondere la sua misericordia e di dare da
mangiare a coloro che soffrono la fame, ci fu un silenzio e un raptus mistico
da parte dei fedeli, sentivano penetrare la voce di Sant’Alberto penetrare nei
cuori. Erano sicuri i Messinesi tutti, era tanta la forza della Fede che
sarebbero stati esauditi dalla Madonna della Lettera, la “Veloce Ascoltatrice”.
Difatti, fatta la preghiera – raccontano gli Annali – si udì uno strepitoso suono
dal cielo che atterrì tutti gli astanti e si sentì una voce: “Exaudivit Deus preces tuas!” (Ha
esaudito il Signore la tua preghiera). L’intercessione della Madre della
Lettera e la preghiera di Sant’Alberto ebbero una risposta positiva. Infatti,
in quello stesso tempo, dal Faro sbucarono 4 navi che, misteriosamente,
forzarono il blocco del Porto e scaricarono il loro prezioso carico. L’Annalista
messinese dice che Roberto D’Angiò tolse l’assedio e si ritirò a Catania, la
città fu così salvata dalla fame per l’intercessione della Celeste Patrona e
per la preghiera di Sant’Alberto che fu proclamatoProtettore della città.
La Via Peculio Frumentarioricorda il miracolo attribuito anche per la
preghiera del Santo. Per ricordare il Miracolo, dopo tanti secoli, i Messinesi,
nella processione del Corpus Domini, portano una navicellad’argento,
opera degli argentieri messinesi, chiamata”Vascelluzzo”. Foto di Davide Lupica
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