RACCONTI
La Quaglia
di Armando Russo
A primavera, quando le piante
fioriscono e tutt’intorno è gradevole il profumo, nei nostri campi si sente un
canto diverso, sono le quaglie che sono arrivate dall’Africa attraversando il
Mediterraneo. Questo piccolo uccello ha una storia biblica: il popolo ebreo in
fuga dall’Egitto, sotto la guida di Mosè, nella penisola del Sinai, fu salvato
dalla fame da un provvidenziale arrivo di quaglie e la manna, ciò è scritto
nella Bibbia nell’Esodo. La caccia alla Quaglia, detta “la primaverile”, è
stata la preferita dai nostri antenati. Nell’ultimo dopoguerra, a Messina, il
prelievo di quaglie e la sua caccia autorizzata dagli americani consentì a
tante famiglie di portare a tavola qualcosa di diverso e nutriente in un’epoca
di grandi ristrettezze alimentari. Chi può dimenticare la pietanza famosa “quaglie
e piselli”. Nonostante la falcidia di millenni, la specie si mantenne inalterata,
rimpiazzando le perdite con una fecondità straordinaria. Bastarono quarant’anni
di “progresso” nei metodi delle coltivazioni agricole con l’uso dei pesticidi
per colpire ovunque la specie.
La Quaglia (peso gr. 80/150) è l’unico
galliforme migratore della nostra Regione. Corpo raccolto, tondeggiante, la
coda cortissima, le brevi ali curve ci danno l’impressione di un volo faticoso,
ma in realtà l’uccello è, perfettamente, organizzato per i lunghi trasferimenti
notturni. Si dice che attraversa il mare volando con una sola ala riposando l’altra
a turno. Ad aprile e maggio, le quaglie arrivano nelle contrade messinesi
costiere da Tremestieri a Ortoliuzzo, precedute dai maschi. Essi si stanziano nei luoghi
confacenti, in attesa del transito delle femmine, e con il canto le attirano a
terra. È un uccello focoso, poligamo, tanto da essere stato preso a simbolo
della lussuria dalle genti di religione maomettana. La prolificità della specie
è eccezionale: da 12 a 18 uova. Nella provincia di Messina, un tempo
ricchissima di quaglie, la sua presenza è condizionata dalla forza e direzione
dei venti (scirocco o libeccio) al momento del transito primaverile.
Oggi, la quaglia viene allevata
con grandi risultati tanto che è diventata merce acquistabile a modesto prezzo
nei supermercati per usi alimentari, ornamentali e cinofili. La quaglia,
preferibilmente, sosta in pianura, purché la zona abbia un buon grado di
umidità, non sia pietrosa e boscosa, predilige prati e pascoli naturali
pianeggianti, coltivati a piselli e fave. È un selvatico che esalta le doti del
cane da ferma, specie quelli di razza inglese, come i Setter e i Pointer. Molte
sono le leggende legate alle quaglie; a Faro Superiore, contrada messinese, in
occasione della Festività di San
Filippo D’Agira, si festeggiava la Sagra
delle Quaglie, con la liberazione di questi pennuti, precedentemente,
catturati o allevati, quale segno di ringraziamento al Santo per i raccolti d’annata.
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