TRAGEDIA IN MARE
Migranti: l’Unione Europea incontra i suoi membri per decidere le strategie d’intervento
di Domenica Timpano
Nella
notte del 19 aprile, come è ormai noto a tutti, si è consumata l’ennesima
tragedia. Una strage biblica. Più di 700 migranti: uomini, donne e bambini
risultano ancora dispersi... in fondo al mare. Se ne sta parlando e se ne
parlerà ancora per parecchi giorni, ma non si nutrono molte speranze che si
trovi il giusto modo d’intervento per impedire altre sciagure. In Italia, molte
personalità politiche, dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a Laura
Boldrini, pres. della Camera, hanno espresso, anche in seno alla trasmissione “Di
martedì”, andata in onda qualche giorno fa, le loro idee per risolvere il
problema, alcune adeguate, altre azzardate, che non trovano i consensi di
tutti. In uno stato di impasse, è stato rivolto un invito alla coesione, a
trovare punti d’incontro, a mettere da parte le ideologie, a rimandare le
contrapposizioni politiche, a prendere atto del dramma che si sta consumando
nell’indifferenza che non rende dignità all’uomo. L’Unione Europea, svegliatasi
dal letargo, ha convocato gli Stati Membri per decidere le strategie da porre
in essere per porgere aiuto, scoraggiare i mercanti di anime, per conferire il
mandato ad agire, autorizzare gli interventi.
Si
parla di azioni mirate in Libia, d’impedire partenze, affondare i barconi,
recepire le richieste di quanti richiedono asilo, fare un distinguo tra quelli
che ne hanno diritto e quelli che non possono essere accolti. Tanta la carne al
fuoco in un clima carico di tensione. L’impressione
dominante è che ci sia una grande confusione, che siano ancora molti i nodi da sciogliere
su quanto sia lecito, opportuno e giusto fare. Non è mancata, sull’argomento,
la voce forte di Save the Children Italia. “Non
possiamo più stare a guardare mentre centinaia di persone perdono la propria
vita inseguendo una speranza: quella di trovare una vita migliore lontani da
guerre, dittature e povertà”, ha
affermato Valerio Neri, dir. gen. di “Save the Children Italia”. “In
base alla percentuale di minori arrivati degli ultimi sbarchi, stimiamo che ci
fossero anche molti bambini e ragazzi tra di loro”. “Non possiamo far finta di niente: il crescente numero dei morti in mare
pone, non solo all’Italia, ma a tutta l’Unione Europea e ai suoi Membri, il
dovere di rispondere con un sistema di ricerca e soccorso in mare capace di far
fronte a questa situazione che è destinata a peggiorare, ulteriormente, nei
prossimi mesi. Chiediamo, pertanto, un vertice europeo urgente in cui si
prendano decisioni concrete e operative, nell’immediato. I minori hanno riportato di non aver visto
donne o bambini piccoli, ma non è escluso che fossero stipati nel piano
inferiore del peschereccio e che quindi si siano inabissati con esso”. Ed
ancora, “Il terrore che si può leggere
negli occhi di questi ragazzi deve essere lo sguardo che ognuno di noi deve immaginare
d’incrociare ogni momento, di cui il mondo politico deve tenere conto in ogni
sua decisione. È lo sguardo che i capi di Stato che s’incontreranno giovedì nel
vertice europeo non possono più ignorare”. L’organizzazione
ha sollecitato un’operazione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo con
risorse adeguate e personale specializzato. Per questo, ha lanciato una
petizione a cui si può aderire sul link www.savethechildren.it/petizione.
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