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 giovedì 23 aprile 2015

TRAGEDIA IN MARE

Migranti: l’Unione Europea incontra i suoi membri per decidere le strategie d’intervento

di Domenica Timpano


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Nella notte del 19 aprile, come è ormai noto a tutti, si è consumata l’ennesima tragedia. Una strage biblica. Più di 700 migranti: uomini, donne e bambini risultano ancora dispersi... in fondo al mare. Se ne sta parlando e se ne parlerà ancora per parecchi giorni, ma non si nutrono molte speranze che si trovi il giusto modo d’intervento per impedire altre sciagure. In Italia, molte personalità politiche, dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a Laura Boldrini, pres. della Camera, hanno espresso, anche in seno alla trasmissione “Di martedì”, andata in onda qualche giorno fa, le loro idee per risolvere il problema, alcune adeguate, altre azzardate, che non trovano i consensi di tutti. In uno stato di impasse, è stato rivolto un invito alla coesione, a trovare punti d’incontro, a mettere da parte le ideologie, a rimandare le contrapposizioni politiche, a prendere atto del dramma che si sta consumando nell’indifferenza che non rende dignità all’uomo. L’Unione Europea, svegliatasi dal letargo, ha convocato gli Stati Membri per decidere le strategie da porre in essere per porgere aiuto, scoraggiare i mercanti di anime, per conferire il mandato ad agire, autorizzare gli interventi.

Si parla di azioni mirate in Libia, d’impedire partenze, affondare i barconi, recepire le richieste di quanti richiedono asilo, fare un distinguo tra quelli che ne hanno diritto e quelli che non possono essere accolti. Tanta la carne al fuoco in un clima carico di tensione. L’impressione dominante è che ci sia una grande confusione, che siano ancora molti i nodi da sciogliere su quanto sia lecito, opportuno e giusto fare. Non è mancata, sull’argomento, la voce forte di Save the Children Italia. “Non possiamo più stare a guardare mentre centinaia di persone perdono la propria vita inseguendo una speranza: quella di trovare una vita migliore lontani da guerre, dittature e povertà”, ha affermato Valerio Neri, dir. gen. di “Save the Children Italia”. In base alla percentuale di minori arrivati degli ultimi sbarchi, stimiamo che ci fossero anche molti bambini e ragazzi tra di loro”. “Non possiamo far finta di niente: il crescente numero dei morti in mare pone, non solo all’Italia, ma a tutta l’Unione Europea e ai suoi Membri, il dovere di rispondere con un sistema di ricerca e soccorso in mare capace di far fronte a questa situazione che è destinata a peggiorare, ulteriormente, nei prossimi mesi. Chiediamo, pertanto, un vertice europeo urgente in cui si prendano decisioni concrete e operative, nell’immediato. I minori hanno riportato di non aver visto donne o bambini piccoli, ma non è escluso che fossero stipati nel piano inferiore del peschereccio e che quindi si siano inabissati con esso”.

Ed ancora, “Il terrore che si può leggere negli occhi di questi ragazzi deve essere lo sguardo che ognuno di noi deve immaginare d’incrociare ogni momento, di cui il mondo politico deve tenere conto in ogni sua decisione. È lo sguardo che i capi di Stato che s’incontreranno giovedì nel vertice europeo non possono più ignorare”. L’organizzazione ha sollecitato un’operazione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo con risorse adeguate e personale specializzato. Per questo, ha lanciato una petizione a cui si può aderire sul link www.savethechildren.it/petizione.


 


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