Parlare oggi di Albania e Kosovo
incute in molti di noi, ancora, qualche timore, ma il tempo è riuscito a sanare
tante cose e, allora, si deve guardare avanti, verso due realtà in notevole
crescita.
L’Albania e il Kosovo sono due stati
usciti da un tunnel che li ha visti soffrire prima con una dittatura e poi con
una rivolta popolare che, in Kosovo, si è tramutata in guerra con l’intervento
della NATO. Ormai, sono passati oltre dieci anni e la presenza internazionale,
la vicinanza all’Europa e la grande immigrazione, che ha visto un notevole
esodo della forza-lavoro, ha fatto sì che oggi, nei due paesi, si cominci ad avere
un ritorno con l’investimento dei risparmi accumulati. I mezzi di
comunicazione, la rete internet, la libertà di movimento dei cittadini, tutti sommati
ad una grande voglia di stabilità e di crescita, hanno fatto in modo che questi
due piccoli stati fratelli, che si somigliano per cultura e lingua, oggi si
offrano all’Europa con enormi potenzialità sia economiche che culturali.
L’Albania è un “giovane” stato che si affaccia sull’Adriatico ed è
a poche ore di navigazione da Bari; la linea di collegamento tra Bari e Durazzo
è in grande espansione, dal centro-nord Italia si fa prima ad arrivare in
Albania che in Sicilia. Oggi l’Albania è la porta di accesso dei Balcani,
infatti, enormi investimenti stanno ridisegnando la vetusta rete stradale;
grande importanza riveste la recente realizzazione dell’autostrada dei Balcani:
Durazzo-Kosovo. Il completamento dell’opera autostradale, avvenuto nel 2010, è
stato un evento d’importanza epocale per tutti. Da ricordare, anche, il traforo
della galleria più lunga dei Balcani che è di oltre sei chilometri e si trova
vicino alla cittadina di Kukes. L’autostrada ha ridotto, enormemente, i tempi
di percorrenza dal porto di Durazzo a Prizreni, in Kosovo. Oggi, nel giro di
poche ore, si possono movimentare merci limitandone, notevolmente, i costi.
Nuovi accordi doganali con l’Europa
agevolerebbero il movimento delle merci, con la prospettiva della nascita di
attività commerciali e industriali, viste le favorevoli condizioni che oggi
offre l’Albania. Il movimento turistico è in notevole espansione, così come gli
investimenti a Sud verso la cittadina di Saranda, dove si possono trovare aree
ancora vergini con belle spiagge, grande ospitalità e costi abbordabili. La
terra delle Aquile è ancora un mondo da scoprire e valorizzare.
L’Albania è uno stato
multireligioso con una maggioranza islamica e varie minoranze religiose come
gli ortodossi e i cattolici. Sono oltre tremilioni gli albanesi e molti sono i
giovani, tutti guardano al modello Europa, alcuni frequentano le nostre università
portando al ritorno le loro esperienze per metterle a disposizione delle realtà
sociali e degli imprenditori, che vogliono portare avanti il progetto Albania.
Una nazione in crescita che lancia un messaggio all’Europa, in particolare,
vogliamo evidenziarne uno fatto da due giovani donne di Tirana, Merita,
studentessa universitaria e Ajina, impiegata: “Noi studiamo e lavoriamo vivendo alla giornata, ma lo facciamo con
passione e spirito di sacrificio per cercare di migliorarci e, per favore, voi
giornalisti evidenziate il bello della nostra terra che è tanto, perché il
brutto lo avete già fatto conoscere”.
Il Kosovo oggi è una nazione, un nuovo piccolo stato della nostra
vecchia Europa che, recentemente, ha proclamato la sua indipendenza e che,
ancora, oggi cerca il consenso internazionale. Sono oltre duemilioni gli
abitanti e il sessanta percento è composto da un numero di persone con un’età inferiore
ai venti. Ed è proprio su questi giovani che l’Europa deve concentrare le
proprie forze per farli crescere nella democrazia e nel benessere. Attualmente, il Kosovo è al sicuro: i dieci anni della presenza NATO hanno
portato una grande stabilità e crescita nel paese che si può notare
passeggiando per le belle vie della capitale Pristina, o di altre cittadine
come Peja.
Vedere le isole pedonali piene di
gente con i locali all’aperto frequentati ci fa capire che l’opera svolta dai
militari americani nei lunghi dieci anni di presenza sul territorio, ha sortito
l’effetto desiderato. In questo momento il Kosovo ha bisogno di un’energica
spinta per poter decollare e, per fare ciò, bisogna concentrarsi su due fattori
importanti che sono: la produzione di energia e la creazione di nuove opere
stradali che facilitino il movimento di persone e cose.
Importanti opere stradali stanno
nascendo attorno alla capitale Pristina, mentre da sud ai confini con l’Albania
si sta ultimando la nuova autostrada dei Balcani che, in un vicino futuro, si
collegherà con la città più a sud del Kosovo, Prizreni e, a seguire, potrà poi diramarsi
verso la Macedonia, la Serbia ed il Montenegro.
I media nell’ultimo decennio
hanno dipinto l’area kosovara, come un luogo di transito di armi, droga e
prostituzione. Oggi la presenza internazionale ha prodotto il regredimento di
questi fattori d’instabilità. Certo è che la totale scomparsa non può essere
data per certa, ma una buona, o meglio, una razionale azione economica,
derivante da nuovi accordi commerciali da prendere con l’Europa, porterebbe a
togliere in prospettiva la manovalanza alle attività illegali, a totale
vantaggio della crescita e del benessere.
Dove poter investire in un’area che è simile all’Umbria?
Inizialmente, si dovrebbe
concentrare il tutto su alcuni settori: il turismo religioso (per le importanti
opere d’arte ortodosse, cattoliche e musulmane); sportivo (sci e canoa); l’agricoltura
con l’allevamento e, per finire, con la piccola industria meccanica, storicamente,
inserita nella città di Gjiakova.
Gli investimenti nell’area, attualmente,
sono allettati dal bassissimo costo del lavoro, dalla quasi assenza di burocrazia,
dalle professionalità esistenti in loco e dalla facilità di dialogo, visti i
tanti cittadini kosovari che parlano, perfettamente, l’inglese e l’Italiano.
Già, alcune grosse compagnie europee
sono entrate in Kosovo, nel settore bancario, assicurativo e nella telefonia,
ma ci sono tantissime altre realtà economiche che aspettano i capitali europei
per poter crescere, quindi la strada è aperta..
Basta avere un minimo di coraggio
e crederci!