SANTITÀ
Sant’Eustochia la grande Santa messinese
di Alfonso Saya
È stata
canonizzata nella nostra città, dal Papa San Giovanni Paolo II, l’11 giugno
1988. Nacque, “la desiderata” a Messina nel 1434. Il padre, Bernardo Calafato,
era un ricco mercante e possedeva tante navi con cui andava in Oriente e le
portava a Messina, carche di spezie, di broccati e di stoffe preziose. Era
ricco, ma non era contento, perché desiderava avere una figlia e puntava sempre
lo sguardo verso il Santuario di Montalto che sovrasta la città, e pregava la
Vergine affinchè gli facesse la grazia di avere una figlia promettendo ricchi
doni, Anche la madre, la buona Mascalda, terziaria francescana, la desiderava promettendoLe che l’avrebbe
consacrata al Signore come sposa illibata. La preghiera fu esaudita. La Santa nacque
in una stalla come Gesù, al Villaggio Annunziata, poco distante da Messina
colpita dalla peste. Fu chiamata Smeralda e la sua vita sfavillò come una
gemma. Il padre sognava le nozze ma Lei sentì, forte, la chiamata e non volle
altro sposo che Gesù con grande gioia della mamma.
Rinunziò alle ricchezze, ai piaceri della
vita terrena e si consacrò al Signore. Si chiuse nel Monastero di Basicò
vegliato dalla Madonna di Montalto, diede l’addio al mondo, indossò il ruvido
saio francescano delle clarisse, le sue belle chiome caddero recise come messe
dorata sotto la falce del mietitore e si
chiamò Eustochia. Poiché la regola
di S. Chiara, non era osservata “sine glossa” cioè alla lettera, volle fondare
un altro Monastero che si chiamò di Montevergine, di stretta osservanza, di cui
Lei è la perpetua Abbadessa. I suo corpo, da cinque secoli, è incorrotto e si
trova in una splendida cappella sopra l’altare maggiore. Fin dalla morte, il
popolo l’ha venerata come una Santa e innumerevoli sono i miracoli come quello
celebre del 1615 quando il popolo terrorizzato per i continui terremoti,
accorse dalla Santa ed i terremoti cessarono. Morì, serenamente, col nome di
Gesù sulle labbra, il 20 gennaio 1486
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