MESSINA
Il Classico nel Terzo Millennio
di Paola Saladino
Non è certo banale, in un mondo
sempre più dominato dalla tecnologia, chiedersi se sia ancora attuale studiare
il mondo classico greco e latino. È quanto si è fatto nell’interessante
convegno internazionale, organizzato a Messina dal Liceo Classico “La Farina”,
“Il Classico nel Terzo Millennio” grazie in particolare alla preside Prestipino
ed ai professori Arena, Savasta, Danzè ed Abbadessa, tenutosi nel salone della
Camera di Commercio. Studiosi italiani, spagnoli, greci e francesi sono
intervenuti portando le loro esperienze e le loro idee. Sicuramente fondamentale
è stata la lectio magistralis del professore Francesco Sabatini, presidente
onorario della Crusca e professore emerito dell’Università Roma Tre.
L’illustre linguista, aprendo i
lavori, nel suo intervento ha
evidenziato come il greco e il latino siano depositi di conoscenze acquisite in
vari millenni in tutto il bacino del Mediterraneo e nei territori circostanti e
come tra i concetti elaborati nel passato e quelli odierni vi sia continuità.
Infatti le lingue attuali hanno ereditato da quelle del passato non solo le
parole ma anche i concetti per cui, ha continuato Sabatini, al contrario di
quanto si possa pensare tra umanesimo e scienza non vi è diaframma ed il mondo
antico è l’antefatto di quello moderno che non esisterebbe senza di esso.
L’esimio studioso ha però anche
sottolineato la necessità di ripensare il modo di insegnare il greco ed il
latino e di introdurre anche nel liceo classico oltre alle lingue, veri cavi
telefonici, il diritto, l’economia e l’informatica. L’importanza dello studio
della classicità è stata ribadita anche dal professore Edoardo Bonicelli,
biologo molecolare autodefinitosi mente scientifica e cuore letterario. Per
Bonicelli il classico è il bello ed il bello è la chiave della cultura sia
umanistica che scientifica. In definitiva dal convegno è emersa la necessità di
dare ai giovani una visione complessiva della cultura superando lo iato che la
società attuale ha creato tra teoria e pratica privilegiando quest’ultima;
bisogna quindi che l’uomo di oggi recuperi una visione unitaria ed armonica di
sé, degli altri e di tutto il Creato altrimenti sarà un uomo dimezzato nella
sua umanità.
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