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 venerdì 19 dicembre 2014

MESSINA NEL ‘700

La Lacrimazione del Bambinello di padre Fabris

di Paola Saladino


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Chi ha partecipato alla Presentazione del libro L’Istituto Sacro Cuore, dell’archi. Pippo Principato, tenutasi nella Chiesa del Sacro Cuore, ha avuto la gradita sorpresa di potere venerare la miracolosa statuetta raffigurante il Bambin Gesù che, solitamente, si trova nella chiesa di Gesù e Maria delle Trombe, posta accanto alla lapide che indica la sepoltura di padre Domenico Fabris, suo proprietario. In una teca di vetro e bronzo dorato del Calamelech riposa un Gesù Bambino in cera di ventidue centimetri opera seicentesca del palermitano Matteo Durante. La storia di questa statuetta è legata a un santo sacerdote del Settecento, padre Domenico Fabris, parroco della chiesa San Gioacchino Sacra Betlemme, che, devoto del Natale, volendo allestire nell’oratorio adiacente alla chiesa un presepe permanente, acquistò dal canonico Rizzo la statuetta. Ma, mentre lo si deponeva nel presepe, il 26 Febbraio del 1712, il Bambinello incominciò a lacrimare.

Avendo l’arcivescovo del tempo, dopo accurate indagini, proclamata la natura miracolosa della lacrimazione, il Senato messinese decretò che il 26 febbraio di ogni anno venisse offerto un cero al Bambinello che, peraltro, continuò a lacrimare fino al 1723. Caduto nell’oblio dopo il terremoto del 1908, da cui si salvò, è stato, recentemente, riscoperto grazie all’impegno della Confraternita del Crocifisso di cui è governatore Giacomo Sorrenti. Così, in occasione del 300° Anniversario dell’Evento sono state messe in atto numerose Iniziative, tra cui il posizionamento di un’immagine tra la via Romagnosi e l’angolo della via della Munizione, pressappoco dove sorgeva la chiesa di San Gioacchino, l’offerta del cero da parte della città e una medaglia ombelicale in argento con l’effige del Bambinello dell’orafo Francesco Cosio.

Indubbiamente, così facendo si è cercato di fare conoscere ai messinesi non solo un Evento che fece scalpore nella Messina della prima metà del Settecento, ma anche la profonda pietà dei nostri antenati. La contemplazione silenziosa di questo piccolo e indifeso Dio, sceso tra noi per amore, possa sciogliere la durezza dei nostri cuori e donare ad essi vera pace.


 


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