SCANDALO
Mafia capitale
di Alfonso Saya
Lo scandalo “capitale” che ha colpito Roma, la Culla del Cristianesimo,
la Sede del “dolce Cristo in terra”, è un vero e proprio terremoto che fa
traballare le istituzioni, butta un’ombra tenebrosa e suscita grande sdegno e
immensa sfiducia nei cittadini che non si sentono più rappresentati dai loro
eletti. Quindi, in corso vi è una sacrosanta rivolta e s’irrobustisce sempre di
più, il fronte dell’antipolitica. La politica che dovrebbe servire il bene
comune è, veramente, sporca, serve il proprio “particulare” sulla pelle del popolo e, persino, dei poveri
migranti di cui ci si dichiara loro “paladini”, si aprono invece loro le porte
per speculare. Questi poveri cristi che sbarcano da noi credendo di trovare il
paradiso, trovano l’inferno, diventano carne da macello! Il presidente del Consiglio ha lanciato un “grido” che riassume, in
tutta la sua tragicità, la situazione non più sostenibile: “È tutto uno schifo!”
Il Natale dovrebbe provocare un esame di coscienza, alla luce della Lezione che
Cristo, il Creatore che si fa creatura, impartisce dall’umile Presepe.
Una
grande Lezione che un nostro poeta Nino Ferraù, vera gloria di Messina, così,
ha sintetizzato: “Ti ho sentito, Signore,/a una a una/ tagliare le mie
radici/per non sentirmi ancorato/ in un mondo come questo/ che non merita d’essere
amato più di Te(…) affinché domani/la morte, a me venendo,/ non mi faccia
sentire/ lo strazio dello strappo/ la violenza del distacco.... E già mi sembra
che i miei rami stiano/ per diventare ali/ pronte al volo…”. In questa
bellissima poesia è concentrato il senso della vita cristiana che è un cammino
verso la Patria Celeste per cui bisogna agire ed operare con giustizia ed
onestà perché… “chi la fa l’aspetti”, prima o poi tutti i nodi verranno al
pettine e ci sarà il giudizio e la condanna umana e divina.
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