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 giovedì 4 dicembre 2014

PROGETTO EUROPEO

La voglia dei giovani di riprendersi il futuro

di Alfonso Saya


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Il Programma europeo, “La garanzia giovani”, nasce dalla “voglia dei giovani di riprendersi il futuro” che favorisce, quindi, l’inserimento dei giovani che non lavorano e non studiano, nel mondo del lavoro attraverso l’apprendistato o il tirocinio o l’avviamento ad un’attività autonoma. È una grande opportunità questa, perché non è un “annuncio”, ma una proposta seria in quanto mette “la lente d’ingrandimento” sul fenomeno della disoccupazione giovanile che ha assunto una dimensione paurosa, anzi, tragica le cui conseguenze non possiamo neanche immaginarle del tutto. Il suddetto Programma europeo impone a tutti, siano essi giovani o famiglie, imprese, associazioni, sindacati ed istituzioni, di uscire dal “lamentatoio” e misurarsi con la cruda realtà e dimostrare cosa si sa, concretamente, proporre.

Per un giovane, la prima cosa da fare è entrare, a qualunque costo, nel mondo de lavoro, anche mentre sta studiando, sulla falsariga dell’esperienza tedesca oppure quella nostrana dello storico Istituto bolognese “Aldini Valeriani” che ha collaborato con Ducati e Lamborghini per sperimentare un modello duale di alternanza scuola-lavoro. Per sei mesi, gli studenti stanno in aula e, per gli altri sei, in fabbrica a respirare l’odore del grasso e sentire il rumore dei motori. Bisogna ritornare al passato reintrodurre il “garzonato”. I nostri nonni per togliere i loro figli dalla strada (oggi, diremmo da internet), pagavano per mandarli in bottega (“o’ mastru”, si diceva nel nostro bel dialetto), affinché imparassero un mestiere ed avessero in mano un potere contrattuale e il potere, quindi, di esercitare un mestiere per aprire una bottega.

Così, si crea il lavoro ed esso… non si crea dal nulla! Con un decreto governativo, ma con politiche industriali ancorate alla realtà del nostro tessuto produttivo, con il coinvolgimento dei giovani e delle imprese perché siano perché siano luoghi di apprendimento. Il lavoro “non cala dal cielo”, i giovani non lavorando e non studiando ammazzano, prima di tutto, la loro autostima. Il lavoro non si aspetta, ma si cerca e si costruisce. Solo così tornerà ad essere riconosciuto un “valore” e l’articolo 1 della nostra Costituzione non sarà più un “impolverato quadretto” da guardare con nostalgia.


 


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