VOLTI E PERCORSI DELL'ISLAM D'EUROPA
Presentato il Master Interuniversitario in Studi sull'Islam d'Europa
di Romina Gobbo
Ci sono il professionista,
l'appassionato del mondo arabo musulmano, l'operatore della pubblica
amministrazione, il neolaureato, l'imam, l'operaio, il volontario, il
giornalista, il medico, l'ingegnere, il bancario e il mediatore culturale.
L'età varia così come la provenienza: per lo più marocchini, ma anche un
tunisino, un pakistano, un siriano, dei palestinesi e, naturalmente, gli
italiani. Giovani e meno giovani che credono nella convivenza. E' questa la
fotografia degli iscritti al Master di studi sull'Islam d'Europa, la cui terza
edizione è stata presentata giovedì 6 novembre a Padova. Organizzato gli anni
scorsi dall'università della Città del Santo, da quest'anno esso rientra
nell'ambito delle attività del Fidr, Centro Interuniversitario (università di
Padova, del Piemonte Orientale, Cattolica di Milano, Statale di Milano,
Insubria di Como e Varese) Culture Diritti e Religioni - Forum Internazionale
Democrazia e Religioni.
All'inaugurazione i relatori hanno messo l'accento
sulla necessità di elaborare una cultura di vera integrazione, ancor più
necessaria in un contesto storico come l'attuale dove gruppi terroristici come
Isis, al-Nusra e altri provano ad elevarsi a portavoce del vero Islam,
generando soltanto confusione, oltre che timore, per il loro agire brutale. Il
Master, frequentato da una cinquantina di allievi, di cui la metà musulmani, è
un esempio di integrazione. E, poiché questo cammino va percorso insieme, “abbiamo ricercato e maturato una rete di
collaborazione ampia - ha esordito il direttore del Master, il sociologo
Stefano Allievi -, attivando il rapporto
con istituzioni ed enti islamici, ma
allo stesso tempo mantenendo un profondo radicamento nel contesto, perciò
stessa grande collaborazione anche con le associazioni cristiana, come le Acli,
ma anche con la Fondazione Centro Universitario di Padova. Il risultato
straordinario, unico in Italia, ma anche con pochi precedenti in Europa”.
“Dobbiamo parlarci. Dobbiamo conoscerci meglio. Creare occasioni di
dialogo, di reciproca comunicazione, percorsi di interazione e conoscenza. Le
diversità che si rispettano tra loro sono una ricchezza”, ha affermato
Vincenzo Milanesi, direttore del Fisppa (Dipartimento di Filosofia, Sociologia,
Pedagogia e Psicologia applicata). Interessante l'intervento di Ahmed El Khdar,
Console Generale del Regno del Marocco, a Verona; non dimentichiamo che in
Italia i marocchini rappresentano la comunità straniera prevalente. “La percezione - ha detto - è che l'Islam in Europa sia strumento di
integrazione, ma anche di riconciliazione tra le due sponde del ‘mare nostrum’”.
Il Marocco, da questo punto di vista, può essere preso ad esempio, “perché ha saputo ritagliarsi una politica
che permette una convivenza pacifica, tanto da essere riconosciuta dall'Onu
come una via percorribile anche per altri Paesi”.
Da un Master di questo
tipo, insomma, non possono che derivare ricadute sociali positive. “Noi crediamo che l'investimento
intellettuale e la formazione, che coinvolge studiosi e attori sociali di
diversi settori disciplinari e schieramenti ideologici, in clima di rispetto e
di mutua collaborazione, sia capace di risolvere le problematiche che toccano
le comunità islamiche, in particolare in Italia - ha spiegato Nader Akkad,
idell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia (UCOII). Crediamo che il dialogo debba essere lo strumento adottato e adoperato
in tutte le circostanze, per risolvere incomprensioni e alleggerire le
tensioni. Crediamo ad un dialogo basato sui valori etici universali, comuni e
condivisi da tutti gli uomini, credenti e non”.
Sul rapporto islamicità e
italianità si è soffermato Mustapha Hajraoui , presidente Confederazione
Islamica Italiana (CII): “Siamo
consapevoli che l'Italia è un Paese caratterizzato da una cultura e una civiltà
millenarie, nate e sviluppatesi in stretta relazione con quelle degli altri
popoli del Mediterraneo. Ed è in questo contesto, al contempo storico,
culturale, e religioso, che noi ci inseriamo, riconoscendo pienamente i
principi e i dettami della Costituzione e della Repubblica italiana, pietra
miliare dell'identità nazionale, e quindi anche della nostra identità come
musulmani d'Italia”. Don Roberto Ravazzolo, della
Fondazione Centro Universitario di Padova, ha precisato che un Master come
questo – pur non occupandosi di formazione teologica - può portare
all'apprezzamento delle religioni fra loro. “Non
dimentichiamo che i “fondamentali” tra le religioni sono molto più in sintonia
di quello che si può pensare. La religione dovrebbe essere il punto di partenza
per andare verso l'altro”.
E la Diocesi di Padova si è
dimostrata fin da subito aperta all'altro, essendo stata una delle prime in
Italia a mandare dei propri sacerdoti a specializzarsi a Roma sulle tematiche
connesse all'Islam. L'intervento di
Roberto Mazzola del Fidr ha sottolineato che l'essere riusciti a creare una
rete fra più università è già di per sé un buon traguardo, ora si tratta di
promuovere l'adesione di altri atenei, per avere più forza con le istituzioni,
che su queste tematiche nutrono ancora dei sospetti. Asma Ait Allali, presidente del
Forum Euromediterraneo delle Competenze Intellettuali (FEMCI), associazione che
unisce gli studenti del Master, ha sottolineato la bellezza delle amicizie che
si sono create, e ringraziando i vari enti che hanno messo a disposizione delle
borse di studio, ha evidenziato che si tratta di «un investimento sulle future
generazioni che credono nella convivenza. Ha concluso il professor Adone Bradalise,
filosofo e letterato: “C'è chi pensa che
superare le religioni renderebbe tutto più facile, io penso invece che il
futuro della convivenza non sia legato all'affievolimento della religione,
bensì al suo approfondimento. Il
musulmano ‘moderato’ non è quello che prega meno, bensì quello che ha
approfondito il senso del suo essere religioso”.
Il Master ha avuto inizio sabato
8 novembre e va fino a giugno 2014. Si svolge il sabato dalle 9,00 alle 13,00 e
dalle 14,00 alle 18,00, nelle aule del Dipartimento Fisppa (Dipartimento di
Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata), sede di Sociologia
(via Cesarotti 12/13 - Padova). Alla frequenza in aula vanno aggiunti una parte
di didattica e-learning, uno stage e la realizzazione di un project work. Fra
gli argomenti trattati vi sono: Storia, antropologia e sociologia dell'islam;
la cornice giuridica e istituzionale europea nell'ambito della quale si muove
anche l'islam; la religione islamica, i suoi fondamenti e le sue diverse
tendenze; l'islam nello spazio pubblico europeo; intercultura, identità e
appartenenza; territorio e ricerca sociale; islam e processi di
globalizzazione; politica ed economia; competenze linguistiche: arabo e
italiano. Quest'anno si sono iscritte finora 16 persone, di cui 7 marocchini,
un bosniaco, una rumena, un siriano e 6 italiani. Il Master si avvale del
patrocinio del Ministero dell'Interno della Repubblica Italiana e di quello del
Ministero dei Marocchini Residenti all'Estero e della Migrazione, del Regno del
Marocco, che ha anche messo a disposizione alcune borse di studio.
Il Master, oltre a valersi di
diverse collaborazioni scientifiche esterne, conferisce la massima importanza
al rapporto con tutte le principali organizzazioni islamiche in Italia
(l'UCOII, CII, Associazione Islamica Italiana degli Imam e Guide Religiose) e
alle organizzazioni cattoliche sensibili alla tematica (Fondazione Centro
Universitario di Padova, che ha anche messo a disposizione numerose borse di
studio). Si segnalano partnership di grande rilevanza con ASGI (Associazione
per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione), ACLI (Associazioni Cristiane
Lavoratori Italiani), RESET (Rivista online, diretta da Giancarlo Bosetti),
Centro Federico Peirone (Centro Studi di Relazioni Cristiano Islamiche,
promosso dall'Arcidiocesi di Torino), FIERI (Forum Internazionale ed Europeo di
Ricerche sull'Immigrazione), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
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