COSTA CONCORDIA
Gregorio De Falco – Un simbolo portatore di valori trascurati in un mondo alla deriva
di Domenica Timpano
Sarebbe un piacere stringere la
mano a Gregorio De Falco, capo della sezione operativa della Capitaneria di
Porto di Livorno, perché uomini con una soglia altissima del senso del dovere e
della professionalità oggi se ne trovano davvero pochi. Sul web si spendono fiumi di parole per
designarlo come un eroe. Ascoltando la sua voce perentoria, incisiva, carica di
tensione emotiva, finalizzata a smuovere dal torpore il comandante che aveva abbandonato
la nave Costa Concordia dove si stava consumando la tragedia, viene in mente
subito un pensiero: questo è un vero uomo che, degnamente, occupa il posto che
gli è stato assegnato. Anche se testimonia un fatto doloroso che scuote le
coscienze, fa piacere risentire la sua voce perché conforta sapere che oltre
agli incoscienti, in questo mondo, ci sono persone di cui potere andare
orgogliosi. Peccato averlo scoperto in occasione di un avvenimento doloroso.
Così, scriveva la sottoscritta
nel gennaio 2012, ricordando quel triste evento davanti all’Isola del Giglio. Il
comandante De Falco, al Senato, facendo riferimento al suo inaspettato
trasferimento, così ha detto: “Contro di
me vessazioni, io destituito”. Dunque, secondo Gregorio De Falco nessun
avvicendamento necessario per la sua carriera, come affermato dall’ammiraglio
Angrisano, ma una sorta di “castigo” per avere usato toni bruschi e alcune
parole di troppo del tipo “salga a bordo
ca**o”, dirette al comandante
Schettino. Qui, non si vogliono esprimere
giudizi, ma non si può neanche rimanere indifferenti di fronte ad episodi che,
quantomeno, lasciano perplessi.
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