LA POLEMICA
L’inchino della statua della Madonna ad Oppido Mamertina
di Alfonso Saya
Dopo il caso della Processione della Statua della Madonna che ha destato scandalo ed ha fatto,
farisaicamente, stracciare le vesti a tanti “benpensanti” per l’inchino che è
stato fatto fare verso l’abitazione di un mafioso, sono state messe
“all’indice” tutte le processioni che sono l’esternazione della devozione
popolare anche se ci sono tanti fattori di ambiguità e di collusioni con
“l’onorata società”.
Insomma, si coglie il pretesto,
si strumentalizzano per abolirle e ferire la sensibilità religiosa popolare che
affonda le radici nella Tradizione che è sacra perché si trasmette di
generazione in generazione ed è un veicolo di Fede e di una concezione
cristiana della vita. Basti considerare la grande devozione dei Messinesi verso
la Madonna della Lettera, la “Perpetua Protettrice”, e dei Catenesi verso
Sant’Agata, la “Santuzza” che si esprime nella processione che è, a
prescindere, si dica quel che si vuole, una grande manifestazione di Fede.
Le infiltrazioni mafiose non
giustificano, per niente, la loro “messa all’indice”, la cui abolizione sarebbe
un errore deleterio, un “colpo mortale” – ripeto – alla tradizione che è
l’anima della devozione e della religiosità popolare. Sarebbe come se, a causa
dei preti pedofili e se ne parla tanto ed è chiaro dove si vuole arrivare, si
dovesse vietare il rapporto educativo con i ragazzi a tutti i sacerdoti e
l’insegnamento della Dottrina cristiana, del Catechismo. Si vuole fare di tutta
l’erba un fascio e sarebbe controproducente, una sonora sconfitta della Chiesa
che dovrebbe controllare, per tagliare la testa al toro, i Comitati, le
Associazioni che presiedono e organizzano le Feste.
Non bisogna, dunque, stracciarsi
– come dicevo – “farisaicamente” le vesti, perché se esiste la malavita, la
cosiddetta “onorata società”, la colpa di chi è? È ovvia la risposta. La colpa
è dell’ingiustizia sociale, della concezione “sporca” della politica che non
persegue il bene comune, ma – al dire di Guicciardini – “il suo particulare”.
Le condanne, la “messa all’indice” non bastano, non risolvono i problemi
dell’umanità che sono di natura etica. Alla base di ogni decadenza vi è una
decadenza morale! Bisogna risolvere, quindi, i problemi alla radice! Le
condanne lasciano il tempo che trovano. Siamo in piena, paurosa “emergenza
educativa” – al dire dell’emerito Papa Benedetto XVI – bisogna mettere al
centro l’uomo e non “il mercato”.
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