SEMESTRE EUROPEO
Il discorso di Matteo Renzi al Parlamento europeo
di Alfonso Saya
Forte
e appassionato è stato il discorso del nostro giovane Matteo Renzi che ha dato
inizio al semestre del Parlamento europeo da lui presieduto. Ha fatto sentire
la sua voce, la voce dell’Italia che non è un Paese subalterno, a cui si danno
dei compiti come se fosse uno scolaretto che deve tacere ed ubbidire, ma un
Paese che rivendica “il suo posto al sole”, in quanto centro di gravitazione di
quella Civiltà europea che ha le sue radici nel Cristianesimo e in quella Roma,
culla e Patria del Diritto. Il Presidente ha rilevato quanto sia forte ed
insopprimibile l’aspirazione dell’Unità europea, ma, purtroppo, i popoli
europei non saranno mai in grado di cooperare, pacificamente, tra loro, finché
non avranno preso cognizione e coscienza della loro comune Tradizione
spirituale e culturale su cui riposa la suddetta Civiltà europea.
Al
riguardo, il presidente Renzi ha rivolto un invito alla generazione nuova che
abita l’Europa, di riscoprirsi “Telemaco”, in cerca cioè dell’Eredità dei
Padri, e di assicurare un domani alla Tradizione che ha radici cristiane. Bisogna
superare il nazionalismo, causa di due guerre mondiali e di milioni di morti.
È indilazionabile, quindi, l’Unità
europea anche di fronte al mondialismo e al funesto ed esecrabile imperialismo
della finanza e del denaro!
Le
parole chiave del Presidente del Consiglio sono state di grande “coraggio e
orgoglio” per riscoprire lo Spirito, l’Identità, le radici e l’Anima cristiana
dell’Europa, e poter così ricostruire e realizzare il Sogno della sua Unità.
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