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 giovedì 26 giugno 2014

CRISI ECONOMICA

Diritti del debitore

di Salvatore Anzà


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Nel 1885, Guy de Maupassant scriveva riguardo ai debiti che “bisogna sempre lasciarli accumulare, per poter poi venire ad una transazione”. Lasciando perdere la sottile ironia del grande scrittore francese, è vero però che se per un motivo o per un altro siamo stati risucchiati dal vortice del prestito, non è necessario aver paura dei debiti. Esistono oggi, infatti, strumenti nati proprio per affrontare le difficoltà dovute ad una sovraesposizione delle nostre finanze.

Nel caso d’indebitamento, anche elevato con banche e/o finanziarie, esistono vari e possibili rimedi, soprattutto per le situazioni più complicate. Uno di questi è rappresentato dal cosiddetto “saldo e stralcio”, anche a rate, che può portare alla risoluzione del debito, con una riduzione anche del 50-60% dell’importo ancora dovuto, che può ridursi, ulteriormente, se il debitore non possiede beni propri sui quali l’istituto può rivalersi.

Un’altra soluzione, nel caso in cui ad esempio si hanno più debiti insieme, è quella del “consolidamento”. Tramite quest’operazione si accorpano tutti i pagamenti in un’unica rata, in modo da semplificare la propria situazione debitoria e, allo stesso tempo, ottenere così una rata più consona alle proprie esigenze. Altra tipologia di debiti è quella contratta con il Fisco o altri enti.

Se una richiesta di pagamento, come tasse, imposte, sanzioni, cartelle esattoriali, etc., è ingiusta o illegittima, è necessario appoggiarsi a un legale per valutare la posizione debitoria ed agire, eventualmente, entro i termini e i canali consentiti dalla legge nell’ottica di una soluzione totale o almeno parziale al problema. A seconda del tipo di debito, sarà consentito opporsi, diminuire, posticipare, rateizzare, annullare.

È possibile opporsi ad atti di pignoramento, atti di precetto, atti di revocatoria, cartelle esattoriali (anche con termini scaduti), accertamenti del Fisco. Chiaramente, in questi casi dovremo affrontare delle spese legali, ma in questo ci vengono incontro le associazioni dei consumatori che stipulano convenzioni con studi legali, a tariffe agevolate.

In molti casi, grazie anche all’apporto di professionisti qualificati, è possibile, se siamo in difetto, rateizzare il pagamento. Operazione richiedibile soprattutto nei casi in cui il debitore dimostra la temporanea difficoltà finanziaria.

L’istanza va presentata o inviata agli uffici dell’esattore che ha emesso la cartella. Essa deve essere redatta in carta semplice esponendo le ragioni della temporanea difficoltà e allegando copia della cartella.

La domanda di rateizzazione può essere fatta in qualsiasi momento, anche dopo che siano partite le eventuali procedure esecutive successive al mancato pagamento, il fermo amministrativo dell’auto, l’ipoteca sulla casa, etc. La richiesta non sospende di fatto tali procedure e non impedisce la loro attivazione. Diversamente, l’ottenimento della rateizzazione le sospende ed impedisce che se ne avviino di nuove. Insomma, non fasciamoci, anticipatamente, la testa perché spesso i muri che affrontiamo non sono poi così duri.


 


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